Alphabet, la holding che controlla Google e Waymo, ha citato in giudizio Uber (in particolare la sussidiaria Otto) con l’accusa di aver violato i brevetti e copiato tecnologie proprietarie per portare avanti i propri sforzi di sviluppo di veicoli autonomi
Alphabet sostiene che è stata rubata la sua tecnologia usata nelle auto che si guidano da sole in fase di test e chiamata LiDAR, un sistema che utilizza fasci laser per prendere le misure, individuare oggetti su strada e riprodurre un’immagine virtuale del mondo circostante.
Nella querela composta di 28 pagine si parla molto di Otto, la società di trasporti che Uber ha acquisito lo scorso anno, e in particolare viene accusato Anthony Levandowski, uno dei co-fondatori di Otto ed ex dipendente di Google, di aver scaricato 14.000 file "altamente confidenziali" con i progetti che descrivono la tecnologia usata da Waymo nelle sue auto autonome per utilizzarne il contenuto ed aprire la società Otto che poi è stata acquistata da Uber. Ci sono poi altri manager accusati di aver copiato file di proprietà di Waymo e utilizzati per sviluppare tecnologie per la guida autonoma.
Waymo sostiene che Levandowski, che ora lavora in Uber, abbia utilizzato un software particolare per accedere ai file dei progetti della propria tecnologia e riformattato il suo computer per coprire le sue tracce; informazioni che si suppone sono state poi utilizzate da Uber dopo aver acquistato Otto.
Anche se GV, il braccio di venture capital di Alphabet, ha investito in Uber nel 2013, la causa potrebbe portare le due società ad iniziare una sfida in tribunale che durerà anni.
"Mentre Waymo ha sviluppato i propri sistemi LiDAR per diversi anni, gli imputati hanno tratto profitto da informazioni rubate per ridurre il processo di sviluppo e forse costruire un sistema analogo al LiDAR in appena nove mesi", si legge nella querela presentata presso un tribunale di San Francisco.
Waymo ha reso noto di aver iniziato ad avere dubbi sul furto dei propri progetti dopo che un venditore ha accidentalmente inviato in allegato ad una email ad un proprio impiegato lo schema di un sistema LiDAR Uber. "Questo circuito ha una somiglianza impressionante al design altamente confidenziale e di proprietà di Waymo e riflette i segreti commerciali Waymo", si legge nella querela.
"La nostra società madre Alphabet ha lavorato a lungo con Uber in molti settori, e non abbiamo preso questa decisione [di avviare una denuncia] alla leggera", ha detto Waymo in un post sul blog dell’azienda. "Tuttavia, dati i fatti schiaccianti che la nostra tecnologia è stata rubata, non abbiamo altra scelta per difendere il nostro investimento e lo sviluppo di questa tecnologia unica. "
"Prendiamo le accuse mosse contro di Otto e Uber sul serio", ha detto un portavoce di Uber, che ha pagato nell’agosto del 2016 680 milioni di dollari per far sua Otto, avviata nel maggio scorso da Anthony Levandowski, coinvolto prima nel programma di Google per le ‘self-driving car’. "Rivedremo con attenzione la questione" ha concluso il portavoce di Uber.