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Antitrust UE: Google rischia maxi multa record per pratiche anticoncorrenziali

Dopo una lunga indagine proseguita negli ultimi sei anni in cui l’autorità di Bruxelles ha analizzato attentamente come funziona il motore di ricerca di Google è stato deciso che la società di Mountain View verrà multata per un record di 3.4 miliardi di dollari per l’accusa di pratiche anti-concorrenziali nell’Unione europea. E’ quanto scrive il Sunday Telegraph, riferendosi alla controversia avviata nel 2010 dalla Commissione europea nei confronti del gigante del web (sotto i dettagli). Secondo il Telegraph, che cita fonti vicine al dossier, il supervisore Ue è pronto ad annunciare la sanzione di massimo un decimo del fatturato annuale di Google nelle prossime settimane, entro il mese di giugno.

Se la cifra sarà confermata, verrà ricordata come la sanzione più salata mai data dopo quella di 1,2 miliardi di dollari data a Intel nel 2009.

L’Unione Europea ha accusato Google di promuovere ingiustamente il suo servizio di commercio Google Shopping, e altri suoi prodotti, nelle ricerche su Internet a scapito dei rivali. 

Nel corso degli ultimi sei anni, Google e l’Europa hanno cercato di andare incontro l’una con l’altra ma con tre tentativi falliti per un accordo comune tra le parti è chiaro che la società non ha alcuna intenzione di cambiare le sue pratiche.

Oltre alla multa record, a Google sarà vietato di "manipolare" i risultati della ricerca come è stata abituata a fare negli ultimi anni.

Ne sapremo di piu’ quando i funzionari dell’Unione europea ufficializzeranno il tutto tra un mese circa.

Ricordiamo che la Commissione europea ha un’indagine parallela in corso per analizzare le pratiche di Google per quanto riguarda Android, piu’ nello specifico delle applicazioni dei servizi di proprietà di Google che la società impone ai produttori di smartphone e tablet di installare nei loro device con Android. Se la società sarà ritenuta colpevole di abuso di posizione anche qui, dovrà pagare un’altra multa che dovrebbe raggiungere il 10% dell’ultimo fatturato annuo della società. 

Google vs UE sul caso pratiche anti-concorrenziali nel motore di ricerca

Antitrust Ue non sta’ piu’ alle regole del gioco di Google, la cui bozza dell’accordo per un’intesa per evitare la multa salata non ha messo d’accordo le parti. 

In Europa, l’inchiesta dell’Antitrust Ue si è stata avviata nel novembre del 2010 in seguito ai ricorsi presentati da gruppi concorrenti tra cui Microsoft per abuso di posizione dominante sulle ricerche online da parte di Google. Similmente, negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission ha aperto un’indagine che ha portato, a gennaio 2014, ad evidenziare come non ci fossero prove che Google avesse favorito in modo anticoncorrenziale i suoi servizi nei rirsultati delle ricerche."A fine gennaio Google ha sottoposto alla Commissione le proprie proposte dettagliate per tentare di rispondere alle preoccupazioni. Nel corso delle ultime settimane, la Commissione ha fatto le proprie valutazioni preliminari, indicando formalmente le proprie preoccupazioni e su questa base Google ha presentato i propri impegni formali", ha dichiarato al tempo il portavoce del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, Antoine Colombani. In Europa, su Google Search vengono fatte in media circa il 90 per cento delle ricerche online totali.  

L’accordo che non c’è stato. Secondo il Financial Times, Google si stava avvicinando ad un accordo con Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta per abuso di posizione dominante sulle ricerche online. Tre sono state le bozze per un accordo che l’azienda di Mountain View avrebbe potuto firmare con l’Antitrust Ue. Il colosso della ricerca web, secondo quanto riportato dal quotidiano, si stava piegando per la prima volta ai limiti legalmente vincolanti su come presentare i risultati delle ricerche online. L’accordo sarebbe dovuto essere legalmente vincolante per cinque anni per evitare a Google una multa piuttosto alta.

L’accordo avrebbe costituito l’atto finale di un contenzioso che ha visto anni di indagini – la partecipazione delle autorità degli Stati Uniti e dell’Unione europea – che è stata innescata dalle denunce pervenute da concorrenti di Google, come ad esempio Microsoft. Gruppi come Expedia, TripAdvisor e Microsoft hanno fatto pressioni dell’UE per servire accuse formali, piuttosto che firmare un accordo volontario che consentisse a Google di rafforzare la sua posizione dominante.

Eric Goldman, professore presso la Santa Clara University School of Law in California, ha detto che un accordo in questi termini sarebbe stato "una energica opposizione della maggior parte delle lamentele lanciate contro Google… una vittoria impressionante per l’azienda". Il documento prevedeva, tra le altre cose, una maggiore visibilità dei link di altri motori di ricerca e inoltre stabiliva che sarebbe stato più facile per un utente capire se una piattaforma è di Google oppure no. 

Nel suo accordo ‘di pace’ con Bruxelles, Google prometteva di rendere gli utenti in Europa "chiaramente consapevoli" della destinazione di ogni click su un link di un proprio servizo attraverso un motore di ricerca specializzato, noto come motore di ricerca verticale, quindi specifico per un ambito, come ad esempio per lo shopping, viaggi, ristoranti, finanza. 

Google, sempre secondo la bozza, avrebbe fatto anche in modo di specificare ai navigatori se stavano per cliccare su un link di rimando ad uno dei suoi servizi, in particolar modo se il link fosse stato presente negli spazi pubblicitari, quindi in grado di generare fatturato per l’azienda. E ancora, gli editori avrebbero avuto facoltà di scegliere se essere inclusi o meno in Google News attraverso un meccanismo di "opt out" restando comunque visibili in Google Search. Per le piccole aziende, sarebbe dovuto essere piu’ semplice adottare altre piattaforme pubblicitarie diverse da quelle offerte da Google.

L’UE ha accolto i feedback "molto, molto negativi" per il patto proposto, con aziende come Microsoft e Expedia che hanno chiesto all’Unione europea di esaminare bene le accuse contro Google. Le proposte di Google “non porrebbero fine al trattamento preferenziale effettuato verso i propri servizi, abusando della propria posizione dominante nell’ambito della ricerca in Internet ma, al contrario, lo approverebbero formalmente." si leggeva nel documento stilato dagli editori europei.

Alla fine di tutto, Google non ha trovato un accordo con l’Unione Europea e per questo pagherà una multa.

Simone Ziggiotto

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