Google nella sua ultima relazione sulla trasparenza aggiornata al 22 novembre 2015 rivela che il gigante della ricerca elabora attualmente più di due milioni di richieste di rimozione di link a contenuti pirata dai suoi risultati di ricerca ogni giorno.
La società di Mountain View ha ricevuto una quantità molto grande di richieste di rimozione di link, quantificabile in 65 milioni di richieste, a contenuti pirata da 5.609 diversi detentori di copyright nel solo mese di ottobre 2015. Se la matematica non è un’opinione, questo significa 1.500 richieste al minuto – è il doppio del numero registrato nello stesso periodo dello scorso anno.
Tra le società che hanno mandato il numero più alto numero di richieste di rimozione di link ci sono sono le ditta di protezione del copyright multimediale Degban, la rappresentante dell’industria musicale britannica Recorded (BPI) e la Recording Industry Association of America (RIAA), ossia la rappresentante dell’industria musicale americana.
Una grande percentuale delle richieste riguardano la rimozione di pagine che includono contenuti pirata, molte delle quali sono o duplicati o non correttamente collegate. Alcune di queste pagine linkano anche le pagine di chi detiene il copyright.
Al motore di ricerca Google in passato è già stato chiesto da associazioni di titolari di diritti d’autore come la MPAA e la RIAA di ‘declassificare’ nei risultati delle ricerche i siti che includono materiale protetto da copyright, così da renderli piu’ difficilmente accessibili agli utenti che cercano materiale illegalmente distribuito. L’azienda di Mountain View ha risposto modificando i suoi algoritmi con cui restituisce i risultati delle ricerche abbassando il punteggio PageRank dei siti che ospitano materiale senza averne il diritto (Google utilizzava l’algoritmo chiamato PageRank per analizzare e assegnare un peso numerico ad ogni pagina accessibile allo spider googlebot presente nel World Wide Web, ora molto meno utilizzato). Ma se gli algoritmi di Google non sono sufficienti, il sistema di richiesta di rimozione dei link è ad oggi lo strumento piu’ diretto ed efficace con il quale i detentori del diritto d’autore sulle opere multimediali hanno modo di mantenere sotto controllo i contenuti piratati sul web.
Google a conclusione del suo rapporto sulla trasparenza precisa che quelle monitorate sono le richieste di rimozione per violazione del copyright arrivate con l’apposito modulo web e riguardano solo il suo motore di ricerca. Questo significa che non sono conteggiate le richieste di rimozione di contenuti da YouTube o altri servizi – altrimenti il numero sarebbe ancora maggiore.
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