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Project Jacquard, Google rende i tessuti intelligenti

C’è una società di tecnologia che ha colto la differenza essenziale tra dispositivi portatili e dispositivi indossabili, tra abbigliamento e accessori. Stiamo parlando di Google, che ha progettato dei tessuti che fungono da dispositivi indossabili per il futuro.

Alla conferenza per sviluppatori della scorsa settimana I/O 2015, il gruppo Advanced Technology and Projects di Google ha annunciato quello che chiama Progetto Jacquard, dal nome dato nel 19° secolo al telaio Jacquard, un tipo di telaio per tessitura che ha la possibilità di eseguire disegni complessi. Si tratta di un normale telaio a cui si è aggiunto un macchinario che permette la movimentazione automatica dei singoli fili di ordito.

L’innovazione centrale del progetto è un filato conduttivo abbastanza resistente per la tessitura industriale. Google non ha parlato pubblicamente di prezzi, ma il suo primo partner design è Levi Strauss & Co.

A differenza di fili conduttori esistenti, i filati del Progetto jacquard possono essere realizzati con molte fibre diverse – lana, seta, poliestere, cotone – e disponibili in una vasta gamma di colori. Le fibre vengono intrecciate intorno ad un nucleo di lega di metallo conduttivo. "Sembra filato normale", ha detto Shiho Fukuhara che lavora allo sviluppo del progetto, "l’unica cosa che è diversa è la sua conduzione."

L’obiettivo è quello di permettere che l’elettronica scompaia nel tessuto della vita quotidiana al fine di "rendere le interazioni più naturali e senza soluzione di continuità", ha spiegato João Wilbert, il tecnologo creativo per Google Creative Lab, come riportato da Virginia Postrel di Bloomberg.

Google presenta Project Jacquard

Metafore come "tessuto della vita quotidiana" e "senza soluzione di continuità" dimostrano perché questo approccio è così promettente. Per Google sono i tessuti i dispositivi indossabili del futuro, dispositivi che dovrebbero trasformare i tessuti in superfici interattive.

I prototipi dei ‘vestiti interattivi’ di Google permettono di usare gli abiti come mouse per cliccare sul proprio smartphone, tra le altre cose.

Non tutti indossano gioielli, ma molti esseri umani non possono vivere senza vestiti. Quindi, se si vuole sviluppare l’elettronica indossabile, fili e bottoni sono un modo molto più potente di andare oltre i braccialetti, orologi, occhiali o altri accessori.

Il video promo che Google ha mostrato alla conferenza degli sviluppatori ha mostrato abiti eleganti come un nuovo tipo di touch screen che si può usare per attivare un telefono cellulare, selezionare la musica, o accendere le luci di una casa.

"Probabilmente è una cattiva notizia per le persone che amano pulirsi le mani sui loro pantaloni", ha scritto Stacey Higginbotham di Fortune.

In un’intervista con David Pierce di Wired, il capo progetto Jacquard Ivan Poupyrev ha riconosciuto che le sfide reali non sono legate alla tecnologia, ma si trovano nel capire cosa vuole la gente. "E’ davvero un problema di progettazione", ha detto. "Il design, e la comprensione culturale." Poupyrev ha sottolineato che la società non ha intenzione di entrare nel business dell’abbigliamento. A parte il filo, che offrirà software e servizi che altri possono utilizzare per sviluppare prodotti specifici.

L’apertura della tecnologia a tutti i tipi di designer, con ogni sorta di idee, riduce il pericolo di rimanere bloccati sull’idea che esista solo il touchscreen. Che ne dite di tasche che consentono di rilevare intrusi non autorizzati e suonano un allarme o vibrano qualche altra parte delle vesti? Tali tessuti intelligenti possono essere cuciti in borse, sono solo negli indumenti. Virginia Postrel di Bloomberg ha immaginato un reggiseno in grado di ricordare di tenere le spalle indietro, correggendo la postura della schiena.

I tessuti includono coperte, tende, cuscini del divano, e sedili di automobili. Tessuto non è solo vestiario da indossare. E’ ovunque. Con Project Jacquard, Google potrebbe arruolare partner in grado di applicare la tecnologia negli arredamenti piuttosto che nell’abbigliamento. 

Dove vedreste più utile la nuova tecnologia di Google per i tessuti? Fateci qualche esempio nel box dei commenti qui sotto.

Simone Ziggiotto

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