Abbiamo già detto che il Mobilegeddon sia arrivato proprio in queste ore. Si tratta dell’ultima revisione dell’algoritmo di ricerca di Google, rilasciata ufficialmente martedì, che intende privilegiare tutti quei siti che hanno aggiornato il loro design per renderlo più compatibile con la visualizzazione da smartphone.
Se è vero che l’aggiornamento privilegia quei siti che sono stati ottimizzati per gli schermi più piccoli dei telefonini, è altrettanto vero che tutti quelli che non hanno provveduto a farlo possono avere delle ripercussioni negative e rischiano pertanto di subire forti cali nelle visite.
Ora facciamo una sintesi sui punti cardine di questo cambiamento, che alcuni, parafrasando il termine ‘armageddon’ (una sorta di scontro finale), hanno già chiamato ‘mobilegeddon’.
1. Riguarda solo gli smartphone
I risultati di ricerca che daranno priorità ai siti ottimizzati per i dispositivi mobili si potranno vedere solamente dallo schermo degli smartphone. Una ricerca dal computer tradizionale, così come dal tablet, non subirà invece alcuna modifica.
2. Due mesi per prepararsi
Gli operatori del web hanno avuto due mesi per prepararsi al cambiamento. Di solito Google non informa gli utenti delle modifiche che intende fare all’algoritmo di ricerca, ma questa i questo caso ha fatto un’eccezione dando un lasso di tempo a tutti i diretti interessati.
Ancora a Febbraio Google aveva dato la possibilità di fare un ‘mobile friendly test’. Attraverso questa prova, si poteva vedere se un sito sia correttamente ottimizzato per la visualizzazione mobile o meno. Questo strumento è stato piuttosto importante.
3. C’è ancora tempo per recuperare
Il termine ultimo non era martedì. Se non ci si fosse organizzati per tempo, la situazione può essere corretta in ogni momento. A differenza di altri aggiornamento dell’algoritmo, i siti possono diventare ‘mobile friendly’ in ogni momento in maniera da tornare ad apparire tra i risultati di ricerca della Grande G.
4. Il cambiamento, con calma
Google ha fatto sapere che le modifiche all’algoritmo saranno applicate nel corso delle prossime settimane. I cambi pertanto potrebbero non essere immediatamente visibili.
5. Lavoro extra per i SEO
Ogni volta che c’è una modifica dell’algoritmo, i search engine optimizers devono capire quali siano i punti rilevanti, in maniera da intervenire per non far perdere ai loro siti posizioni. La posizione sui risultati di ricerca è nettamente importante. Basti pensare che il primo risultato viene cliccato nel 20-30% dei casi (dati forniti da Adam Bunn, direttore SEO di Greenlight), mentre la seconda posizione si prende il 5-10% dei click e la terza meno dell’1%.
6. I criteri per il posizionamento sono tanti
Siccome i parametri che contribuiscono a determinare il posizionamento di un sito web sono numerosi, sarà possibile trovare nelle posizioni più alte siti non ottimizzati per la visualizzazione mobile. La ‘mobile friendlness’ dunque è solo uno di questi.
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