Con lo sviluppo di Apple Pay e l’annuncio di Samsung Pay sembra che l’industria stia davvero spingendo l’attenzione verso i sistemi di pagamento mobile. Dopo tutto ha senso poter essere in grado di pagare con il dispositivo, poichè si ha la possibilità di sostituire con il telefono cellulare la tradizionale carta di plastica piuttosto datato. Google può tirarsi indietro dal mettersi in gioco? Assolutamente no: anche il colosso di Mountain View sta valutando una soluzione per entrare nel mondo del mobile-payment.
La notizia arriva da un’intervista con Sundar Pichai, SVP Product di Google, al MWC. Egli ha rivelato l’intenzione della società di portare nuove opzioni di pagamento sicure nel sistema operativo Android. Inutile dire che questo è un enorme passo in avanti: un sistema di pagamento integrato direttamente nel sistema operativo potrebbe probabilmente espandere il mercato.
Quella che Goggle intende fare è intraprendere una strada leggermente diversa da quella percorsa da Apple e, dopo l’annuncio di Galaxy S6, pure Samsung. Invece di sviluppare un servizio di pagamento dedicato, il gigante tecnologico svilupperà ciò che è essenzialmente il software di base per un tale sistema, così da offrire un’altra API all’interno di Android. Questo potrebbe incentivare innumerevoli sviluppatori di terze parti per sviluppare dei loro sistemi di pagamento, con alla base le linee guida di Google.
Aprire una piattaforma al pubblico ha però i suoi rischi, e in ballo ci sono i dati di pagamenti delle persone.
Google I/O 2015 – COSA CI ASPETTIAMO
http://www.pianetacellulare.it/Articoli/Google/38697_Google-IO-2015-le-5-cose-che-ci-aspettiamo.php
Ciò che Google intende fare è quindi utilizzare tecniche moderne, come i token di sicurezza di una volta per autorizzare i pagamenti. Ciò significa che se una transazione viene compromessa da una terza persona, l’autore del reato può entrare in possesso dell’accesso di un token che serve ad approvare un unico pagamento, il quale non può essere utilizzato per effettuare ulteriori pagamenti futuri. Questo è un approccio piuttosto standard, ma non risponde a tutti i problemi di sicurezza, soprattutto non risponde alla domanda: che cosa succede se si perde il telefono, o, peggio ancora, che cosa potrebbe fare un virus insediato nel telefono con la banca dati di un utente senza che ne sia a conoscenza.
Per quanto concerne il token di sicurezza, sarà praticamente una forma di sicurezza maggiore rispetto a oggi poichè le normali carte di pagamento semplicemente oltre il pin non hanno protezioni. Il secondo problema è un po’ più complicato e ci sono un sacco di questioni che Google deve affrontare al fine di garantire che il sistema possa superare con successo tutti i tipi di attacchi. Forse ancora più importante, il gigante tecnologico ha bisogno di rendere Android Pay abbastanza convincente per gli utenti che si troveranno a decidere se affidare il proprio conto in banca ad esso.
Sundar ha spiegato che le informazioni sensibili verranno memorizzate solo localmente, quindi solo sul dispositivo che si usa, e il supporto per un’ulteriore protezione, come ad esempio un sensore di impronte digitali, dovrebbe garantire la sicurezza che serve.
Questo nuovo tentativo di Android non influirà su Google Wallet, che è disponibile da un bel po’ di tempo e sta godendo di una certa popolarità grazie al fatto che è il principale sistema di pagamento per la maggior parte dei servizi a pagamento di Google, tra cui il Play Store. Tuttavia, tale sistema è assolutamente diverso dal previsto Android Pay.
Nessuna informazione sulla disponibilità di Android Pay è stata comunicata durante l’intervista, ma gli utenti e gli sviluppatori di Android potrebbero ricevere maggiori informazioni alla prossima conferenza degli sviluppatori Google I/O in programma il 28 e 29 maggio.