Appena un giorno dopo che ci sono state speculazioni sul fatto che Google stava progettando di diventare un fornitore di servizi wireless negli Stati Uniti, Bloomberg Businessweek riporta ora che l’azienda di Mountain View ha raggiunto un accordo con l’operatore Sprint, in base al quale opererà come operatore mobile virtuale (MVNO) – in questo modo il colosso di Mountain View potrà per risparmiare sui costi enormi legati alla costruzione di una propria rete perchè sfrutterà la rete già operativa di Sprint.
Secondo la fonte, l’accordo è stato facilitato da Masayoshi Son, presidente di SoftBank, che ha acquistato Sprint nel 2013, ed il rapporto rileva che il gigante della ricerca potrà iniziare ad offrire il suo servizio il più presto possibile quest’anno. Google pagherà Sprint per sfruttare la rete e poi vendere il proprio servizio ai propri clienti. I termini finanziari sono simili a quelli conclusi tra gli operatori e altri operatori mobili virtuali.
L’accordo tra Sprint e Google è stato anticipato da una relazione il 21 gennaio dal Wall Street Journal, citando persone vicine alla vicenda. Il giornale ha precedentemente riferito che Google stava lavorando su accordi con due vettori per diventare un MVNO, Sprint e T-Mobile USA.
Anche se non è ancora chiaro il motivo per cui proprio Google vuole diventare un fornitore di servizi wireless, il rapporto ipotizza che la mossa potrebbe consentire alla società di portare gli annunci pubblicitari sui cellulari ad un pubblico ancora più ampio.
Con l’acquisto di larghezza di banda da uno dei quattro grandi vettori nazionali americani, invece di costruire una propria rete wireless, Google diventerà negli Stati uniti un operatore noto come MVNO (Operatore virtuale di rete mobile) al fianco di altri grandi MVNO tra cui Tracfone e Simple Mobile (come in Italia ci sono Poste Italiane, CoopVoce, Fastweb Mobile, ecc.).
L’interesse della società nella fornitura di servizi Internet direttamente ai consumatori è cresciuta negli ultimi anni, sia nei mercati sviluppati – col progetto Google Fiber, per esempio – che nelle zone rurali attraverso il Progetto Loon con il quale BigG mira a portare l’accesso ad internet dove ancora non c’è attarverso dei palloni aerostatici.
Che aziende come Google, Apple, e altri giganti della Silicon Valley avessero l’intenzione di entrare nel mercato dei provider di servizi wireless si vocifera da molti anni, sin da quando Apple ha introdotto l’originale iPhone. Non è difficile capirne il motivo: attraverso il controllo della rete, le aziende possono controllare meglio l’esperienza dei loro utenti sui dispositivi che vendono e supportano.
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