Il Parlamento europeo Giovedi ha approvato una risoluzione che suggerisce un modo per affrontare il dominio di Google sul web: dividere l’attività di Google della ricerca sul web dagli altri servizi commerciali.
La Commissione europea è dal 2010 che cerca di provvedere alla posizione dominante che Google ha sul web, e si è giunti oggi "a prendere in considerazione proposte volte all’unbundling dell’attività di motore di ricerca dal resto dei servizi commerciali". Una separazione che dovrebbe dividere i risultati del motore di ricerca di Google dai servizi come la ricerca di voli, hotel e shopping della società.
Il voto al Parlamento europeo è stato di 384 voti a favore e 174 contrari per la "Risoluzione per la difesa dei diritti dei consumatori nel mercato digitale" in cui si chiede che "la Commissione studi proposte con l’obiettivo di separare i motori di ricerca dagli altri servizi commerciali". La risoluzione approvata NON è vincolante, ma ha lo scopo di attirare l’attenzione delle autorità comunitarie su temi a cui i deputati sono sensibili.
Thomas Vinje, avvocato che rappresenta i concorrenti di Google in un consorzio chiamato FairSearch, è contrario a quanto si spera di ottenere con questa risoluzione. "Il tutto è un po’ gonfiato a dismisura", ha detto Vinje. "La risoluzione non richiede una rottura, e il voto si o no in realtà non serve a votare a favore o contro questa proposta."
La risoluzione non menziona Google direttamente, ma è chiaramente il bersaglio più importante visto che è Google a dominare il mercato del web, soprattutto in considerazione dell’indagine della Commissione europea in corso dal 2010 proprio sul dominio che l’azienda di Big G ha. Google ha una quota schiacciante nel mercato della ricerca online in confronto al resto dei concorrenti. Google guadagna molto dagli annunci che compaiono nei risultati delle ricerche, guadagni che vengono investiti da Google per la sua espansione in altre imprese, imprese che poi vengono promosse proprio nei risultati delle ricerche.
I concorrenti non amano la capacità di Google di promuovere i suoi servizi. I siti di comparazione di prezzi di viaggi o siti di prenotazione di voli, come TripAdvisor, Expedia e Hotwire, e siti di shopping come Foundem, sono tutti membri di FairSearch.
Sempre oggi, l’organismo che rappresenta i 28 regolatori della privacy dell’UE ha detto che la sentenza emessa lo scorso maggio sul Diritto all’oblio dovrebbe essere applicata a tutti i domini di Google. "Tutte le estensioni devono essere incluse, tra cui .com", ha detto Isabelle Falque-Pierrotin, capo della gestione della privacy in Francia, secondo quanto scritto da Bloomberg. Oggi solo i domini europei di Google rispettano la sentenza. "… Le decisioni di cancellazione devono essere attuate in modo tale che esse garantiscano l’effettiva e completa tutela dei diritti degli interessati e che il diritto comunitario non venga eluso. In questo senso, la limitazione della cancellazione ai soli domini UE sulla base del fatto che gli utenti tendono ad accedere ai motori di ricerca attraverso i loro domini nazionali non può essere considerata un mezzo sufficiente per garantire in modo soddisfacente i diritti degli interessati secondo la sentenza. In pratica, ciò significa che ogni caso di cancellazione dovrebbe anche essere efficace su tutti i domini .com pertinenti."
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