Google Chrome è finita al centro di un enorme polverone per non aver garantito la privacy degli utenti. Ecco cosa dovrà fare BigG per rimediare: in questo articolo ripercorriamo le tappe della vicenda.
Ormai andare su internet e fare una ricerca è diventata davvero un’attività semplice per tutti. Specialmente negli ultimi anni abbiamo visto come l’utilizzo di dispositivi tecnologici come smartphone, PC e tablet abbia avuto una grande diffusione anche in quelle fasce della popolazione non così attirate dalle modernità. Oggi anche le persone più anziane o comunque poco pratiche con la tecnologia riescono tranquillamente a sfruttare i vari browser per navigare sul web.
Il browser più famoso e utilizzato è ovviamente Google Chrome, anche perché molto spesso il colosso di Mountain View lancia degli aggiornamenti che lo rendono ancora più accattivante sia dal punto di vista estetico che in termini di funzionalità.
Google Chrome monitorava gli utenti anche con la modalità Incognito
Tuttavia proprio Chrome è finito al centro di una valanga di polemiche perché la sua navigazione in incognito non garantiva la reale privacy. L’azienda californiana comunicava agli utenti che utilizzando la modalità in incognito tutte le loro informazioni sarebbero rimaste private, ma la realtà era ben diversa. Il monitoraggio delle attività, infatti, non cessava affatto.
Google, dal canto suo, si è difesa asserendo di aver avvisato gli utenti di Chrome che con la modalità in incognito i siti avrebbero potuto comunque monitorare le loro attività. Una giustificazione che però non ha fermato la causa collettiva nei confronti del gigante del CEO Sundar Pichai.
In un primo momento la richiesta era di 5.000 dollari di danni per ogni utente. Nel 2021 la giudice Lucy Koh ha stabilito che Google non aveva notificato agli utenti che anche con la modalità in incognito attivata la raccolta dati avveniva comunque. BigG ha provato nel frattempo ad arrivare a un’archiviazione, ma ogni tentativo è risultato vano.
Il processo è andato avanti e decisivi sono stati anche gli scambi di mail dove l’azienda dimostrava le proprie perplessità proprio riguardo la presunta privacy della modalità in incognito. Alla fine si è arrivati a un accordo che evita a Google l’enorme esborso di 5 miliardi di dollari di danni.
BigG dovrà ora distruggere tutti i dati raccolti
Il colosso di Mountain View dovrà infatti distruggere tutti i dati che ha raccolto anche quando gli utenti navigavano con la modalità Incognito. In più Google dovrà anche operare un aggiornamento delle sue informative. Non è finita qui, perché BigG dovrà anche mantenere nei prossimi cinque anni un’impostazione che va a bloccare i cookie di terze parti su Chrome.
Nonostante questi cambiamenti, se qualche utente dovesse decidere di non usare più Chrome può tranquillamente optare per le tante alternative. Firefox, ad esempio, ma anche Edge, Safari e Brave: sono tutti ottimi browser.