Google si troverà a dover pagare 700 milioni di dollari e ad apportare una serie di modifiche nel suo Play Store come parte di un accordo raggiunto negli Stati Uniti per consentire una maggiore concorrenza nel mercato di Android negli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi sono stati resi noti i dettagli dell’accordo antitrust che Google di Alphabet annunciato lo scorso settembre in conclusione di un’azione legale collettiva aperta negli Stati Uniti (via Reuters) secondo la quale il suo Play Store limita la concorrenza nel mercato di Android.
L’accordo prevede che l’azienda di Mountain View pagherà complessivamente 700 milioni di dollari e migliorerà il suo Play Store per consentire una maggiore concorrenza negli USA. Le modifiche proposte entreranno in vigore dopo che la Corte lo avrà approvato formalmente l’accordo. Questo arriva pochi giorni dopo il verdetto del caso aperto da Epic a sfavore di Google con quest’ultima accusata di avere il monopolio su Android.
Secondo Wilson White, VP del Government Affairs & Public Policy di Google, questo accordo:
“si basa sulla scelta e sulla flessibilità di Android, mantiene solide protezioni di sicurezza e preserva la capacità di Google di competere con altri produttori di sistemi operativi e di investire nell’ecosistema Android per utenti e sviluppatori.”.
In aggiunta, White ha dichiarato:
“Android e Google Play offrono scelte e opportunità di innovazione che altre piattaforme con cui competiamo semplicemente non offrono, dal consentire più app store e vie di distribuzione delle app alla sperimentazione di nuovi modi con cui gli utenti possono pagare gli acquisti in-app. Siamo lieti di raggiungere un accordo che si basa su queste fondamenta e non vediamo l’ora di apportare questi miglioramenti che aiuteranno a far evolvere Android e Google Play a vantaggio di milioni di sviluppatori e miliardi di persone in tutto il mondo. “
Lo stesso White ha poi elencato in maniera più dettagliata nel blog aziendale The Keyword i punti dell’accordo presi per risolvere il caso. Andiamo ad approfondirli di seguito.
Come parte dell’accordo, Google rafforzerà il suo impegno nel permettere agli utenti Android di scegliere da quale store scaricare le applicazioni. A tal riguardo, va precisato che il sistema operativo Android offre sì pre-installato il Play Store di Google ma non impedisce agli utenti di installare, a loro rischio e pericolo, store alternativi. Inoltre, ci sono alcuni produttori di dispositivi Android che pre-installano il proprio store in aggiunta al Play Store.
Per esempio, sui dispositivi Samsung Galaxy si trovano il Samsung Galaxy Store e il Google Play Store out-of-the-box. Inoltre, la più recente versione di Android, Android 14, inoltre, ha introdotto novità per meglio integrare le funzionalità di app store di terze parti.
Come spiegato da White, l’accordo tra Google con i procuratori generali degli stati coinvolti nella causa:
“chiarisce che gli OEM possono continuare a fornire agli utenti opzioni pronte per utilizzare Play o un altro app store.“
L’accordo prevede, inoltre, la semplificazione del processo di sideload dando priorità alla sicurezza. Il sideload, permesso da Google su Android al contrario di Apple su iOS, consente di installare sul dispositivo applicazioni direttamente da file di installazione che non provengono da uno store. E’ una procedura sconsigliata se non si è sicuri al 100% della provenienza del file, in quanto potrebbe portare all’installazione di virus o app malevoli.
Per la questione della sicurezza, gli utenti saranno informati sui potenziali rischi legati al download di app direttamente dal web. “Riteniamo che sia fondamentale per i nostri sforzi di sicurezza informare gli utenti che il sideloading sui dispositivi mobili potrebbe comportare rischi particolari“, ha detto White.
Ancora, l’accordo prevede che gli sviluppatori di app e giochi per Android potranno implementare un’opzione di fatturazione alternativa insieme al sistema di fatturazione di Google Play per i loro utenti statunitensi. Questi avranno così la possibilità di scegliere quale opzione utilizzare per effettuare acquisti in-app. Gli sviluppatori potranno anche mostrare nelle loro app diverse opzioni di prezzo per gli acquisti digitali.
Infine, l’accordo prevede che Google verserà 630 milioni di dollari in un fondo di compensazione da distribuire a beneficio dei consumatori secondo un piano approvato dalla Corte.
Inoltre, Google verserà 70 milioni di dollari in un fondo utilizzabile dagli Stati che hanno intentato la causa. Google si troverà quindi a dover pagare complessivamente la cifra di 700 milioni di dollari. Stando a quanto riferito dalla Cnbc, i consumatori idonei potranno beneficiare del rimborso di un minimo di 2 dollari in base a quanto hanno speso su Google Play nel periodo compreso tra il 16 agosto 2016 e il 30 settembre 2023.
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