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Epic Games vs Google, verdetto storico ‘vittoria per gli sviluppatori’

In un caso aperto da Epic Games (sviluppatore di Fortnite) verdetto a sfavore di Google, che avrebbe il monopolio della distribuzione di app Android e dei servizi di fatturazione in-app su Android. Google contesterà il verdetto. Per Epic, il verdetto è storico, una vittoria per tutti gli sviluppatori.

La giuria di un tribunale federale statunitense chiamata ad esprimersi nel caso aperto da Epic contro Google con l’accusa di monopolio nel mercato della distribuzione di applicazioni per Android, e non solo, ha emesso un verdetto unanime in data 11 dicembre 2023 che dà ragione a Epic in tutti i punti ai quali è stata chiamata ad esprimersi. Come riportato da CBS News e The Verge, il verdetto unanime è stato raggiunto nel giro di tre ore, chiudendo così un processo durato quattro settimane.

Facciamo un passo indietro di qualche anno. Il caso di Epic contro Google segue gli eventi che si sono verificati nel 2020. In quell’anno, il popolare videogioco Fortnite è stato rimosso dagli store di Apple e Google. Questo a seguito di una modifica fatta al gioco dal suo sviluppatore, Epic Games, per consentire ai giocatori su iOS e Android di acquistare contenuti in-game pagando direttamente Epic. Una soluzione per raggirare i sistemi di pagamento in-app previsti dagli store di Apple e Google. Modifica che ai due colossi dell’alta tecnologia non è piaciuta. Infatti, entrambe trattengono una percentuale di commissione dagli acquisti in-app gestiti tramite i loro sistemi di pagamento.

Per la giuria Epic ha ragione: i punti chiave

Secondo la giuria, Epic è riuscita a dimostrare, per mezzo di prove, che Google guida il monopolio di due mercati antitrust rilevanti. Il mercato della distribuzione delle applicazioni per dispositivi Android e il mercato dei servizi di fatturazione in-app Android per transazioni di beni e servizi digitali. Il monopolio è da considerarsi a livello globale, ad esclusione della Cina. Epic è anche riuscita a dimostrare che Google ha acquisito o mantenuto intenzionalmente il monopolio adottando una condotta anticoncorrenziale.

Inoltre, Epic è riuscita a dimostrare che l’azienda di Mountain View ha stipulato uno o più accordi capaci di “limitare in maniera irragionevole” il commercio nei suddetti mercati. Per esempio, accordi DDA, accordi con potenziali concorrenti di Google nell’ambito del Project Hug o del programma Games Velocity, e accordi con produttori che vendono dispositivi mobili (OEM). Infine, Epic ha dimostrato che Google ha illegalmente collegato l’uso del Play Store all’uso della fatturazione di Google Play e di aver subito danni a causa delle violazioni delle leggi antitrust da parte di Google.

Google intende contestare il verdetto

Da quanto appreso, Google contesterà il verdetto. In una dichiarazione ripresa da CBS News, il vicepresidente degli affari governativi e delle politiche pubbliche di Google, Wilson White, ha detto:

Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra grande piattaforma mobile. La sperimentazione ha dimostrato chiaramente che competiamo ferocemente con Apple e il suo App Store, così come con gli app store sui dispositivi Android e sulle console di gioco. Continueremo a difendere il modello di business Android e resteremo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, dei partner e dell’ecosistema Android in generale.”

E’ giusto ricordare che Google permette sui dispositivi Android di installare app store alternativi. Ad esempio, sui dispositivi Galaxy di Samsung, Fortnite è rimasto disponibile al download dopo la rimozione del gioco dal Play Store.

Google Play Store – app e giochi per dispositivi Android (pianetacellulare.it)

Per Epic, il verdetto è storico, una vittoria per tutti gli sviluppatori

Per Epic, che ha rilasciato una comunicazione ufficiale post-verdetto, si tratta di “una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e i consumatori di tutto il mondo”. Una dimostrazione del fatto che “le pratiche degli app store di Google sono illegali”. Inoltre, che il colosso di Mountain View “abusa del suo monopolio per ottenere commissioni esorbitanti, soffocare la concorrenza e ridurre l’innovazione”.

Nella sua nota, Epic spiega che durante il processo sono state riscontrate “prove che Google era disposta a pagare miliardi di dollari per limitare app store alternativi“. Da quando emerso, Google “pagava gli sviluppatori affinché abbandonassero i propri sforzi in piani di distribuzione diretta“. Inoltre, Google offriva “accordi altamente redditizi con i produttori di dispositivi in ​​cambio dell’esclusione di app store concorrenti“. Questi accordi avevano lo scopo di “consolidare il dominio di Google come unico app store“. Per Epic questo “ha funzionato“, dal momento che oltre il 95% delle app sono distribuite tramite il Google Play Store sui dispositivi Android.

Le prove che Epic ha presentato in tribunale in questo caso “dimostrano l’urgente necessità di leggi e regolamenti che affrontino la stretta mortale di Apple e Google sugli smartphone”. Leggi e regolamenti come “il Digital Markets, Competition and Consumer Bill nel Regno Unito e il Digital Markets Act nell’Unione Europea.”

A conclusione della sua nota, Epic ringrazia la Corte “per aver ascoltato questo importante caso“. Ringraziamenti anche per “i prossimi passi che determineranno le soluzioni che porranno rimedio a decenni di condotta anticoncorrenziale di Google“. Epic ringrazia anche la giuria per “la sua storica decisione” a nome di tutti gli sviluppatori.

Simone Ziggiotto

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