A meno di un anno dal lancio, il servizio Arcade di Apple potrebbe cambiare strada rispetto a quella intrapresa quando è stato concepito, come parte di un cambio di strategia voluto per offrire titoli che coinvolgano di più gli utenti abbonati, e indirettamente con l’obiettivo di raccogliere più soldi dagli abbonamenti.
Per chi non lo conosce, Apple Arcade è un servizio su abbonamento che consente, dietro pagamento di un canone mensile di 4,99 euro, l’accesso illimitato ad una raccolta di giochi, circa un centinaio, sempre aggiornato e con alcuni anche in esclusiva assoluta.
Stando a quanto riportato da Bloomberg, Apple avrebbe intenzione ora di supportare lo sviluppo di giochi destinati agli abbonati ad Arcade che possano essere per loro interessanti al punto da mantenerli ‘utenti paganti’ quanto più tempo possibile. In altre parole, Apple vorrebbe escludere da Arcade giochi autoconclusivi che possano mantenere l’abbonato attivo per, ad esempio, solo un mese. Giochi ‘coinvolgenti’ – ad esempio con una storia che sviluppa in più livelli e che può ampliarsi con delle espansioni – potrebbero mantenere gli abbonati utenti paganti per più tempo, perchè intenzionati a continuare a pagare fino al completamento dei giochi che gli interessano.
Non sappiamo quale fosse la strategia iniziale di Apple ma se Bloomberg riferisce che è cambiata possiamo presumere che Apple aveva intenzione di supportare lo sviluppo di giochi anche piuttosto semplici e non ‘coinvolgenti’ giusto per ‘fare numero’ all’interno del catalogo di Arcade. Da quanto appreso, l’azienda di Cupertino ha stanziato decine di milioni di dollari per supportare la creazione di giochi per il servizio Arcade e finora ha speso tra 1 milione e 5 milioni di dollari in diversi titoli.
Mentre per gli utenti potrebbe essere positivo questo cambio di strategia, potendo giocare a titoli più coinvolgenti, Bloomberg riferisce che Apple ha annullato all’inizio di quest’anno dei contratti con alcuni sviluppatori che stavano gà lavorando su nuovi giochi per l’inserimento futuro nel catalogo di Arcade. E’ inevitabile che questi sviluppatori si troveranno ad annullare del tutto lo sviluppo dei giochi già in essere, perchè magari non hanno i fondi per continuare, anche a causa della crisi dovuta dalla diffusione del Covid-19, oppure potrebbero completare il loro lavoro e ripiegare nella distribuzione tradizionale tramite l’App Store, non ricevendo però la visibilità come con l’inserimento dei titoli nella lista dei giochi inclusi in Arcade, e affidandosi alla pubblicità in-game e agli acquisti in-game per guadagnare.
Quale sia il livello di "coinvolgimento" che Apple sta cercando per i giochi da includere in Arcade non si sa, ma questo cambio di strategia lascia intendere che il servizio non sta avendo molto successo: dopo il periodo di prova gratuito iniziale, quanti utenti decidono di mantenere l’abbonamento attivo? Non si sa. Apple sembra soddisfatta del servizio: "Siamo orgogliosi di aver lanciato il primo servizio in abbonamento di giochi per dispositivi mobili che ora include oltre 120 giochi, molti dei quali premiati e ampiamente celebrati per il loro talento artistico e il loro gameplay" ha affermato Apple in una nota riportata da Bloomberg. "La visione è sempre stata quella di far crescere ed evolvere il catalogo di Apple Arcade e non vediamo l’ora che i nostri utenti provino i giochi su cui gli sviluppatori stanno lavorando ora".
Apple Arcade, lanciato a settembre in gran parte del mondo, è disponibile anche in Italia con una prova gratuita di un mese, poi costa 4,99 euro al mese salvo disattivazione. Su abbonamento, Apple Arcade consente l’accesso illimitato a circa 120 giochi, tra cui alcuni che supportano i controller hardware. Tra i vantaggi dei giochi inclusi nell’abbonamento Arcade ci sono l’assenza di annunci intrusivi e di inviti che spingono i giocatori a pagare un extra per acquistare accessori o fare progressi nel gioco.
Dopo il lancio di Apple Arcade, Google per gli utenti Android ha introdotto un servizio simile chiamato Google Play Pass.
Secondo quanto riportato da The Verge, Google paga gli sviluppatori dei giochi inclusi in Play Pass in base alle metriche di coinvolgimento degli utenti, mentre Apple negozia accordi con gli sviluppatori per i loro giochi inseriti in Arcade.