La finalità del nuovo condono sarà anche quella di alleggerire il lavoro degli uffici tecnici dei Comuni italiani
Il governo Meloni ha preannunciato l’arrivo di un nuovo condono edilizio che sanerà alcune difformità strutturali degli immobili privati e che interesserà determinate categorie di vizi (sanabili) e di strutture. Ormai è certo che la maggor parte del patrimonio immobiliare italiano presenta dei vizi strutturali che violano le normative vigenti. Addirittura si stima che quasi l’80% delle strutture sia gravato da vizi, comunque sanabili con un apposito intervento normativo.
I motivi del nuovo condono
La storia del nostro paese è stata caratterizzata da tre grandi condoni (1985,1994 e 2003), mirati proprio a sanare i vizi e ad agevolare i proprietari che vivono in appartamenti con irregolarità, dietro il pagamento di una tassa (sanatoria). Nel pacchetto di riforme che il governo sta preparando per il 2025, vi è anche quello che interverrà sulla casa con particolare riferimento a quelle “difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie interne, riguardanti singole unità immobiliari a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche”.
Si tratta dei casi di disciplina “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per vizi che risalgono a diversi anni fa.
La nuova sanatoria servirà soprattutto per venire incontro e agevolare i piccoli proprietari immobiliari che a causa di una difformità non sanabile rischiano di non poter eseguire ristrutturazioni o vendere il proprio immobile. La finalità del condono è anche quella di rendere meno pesante il lavoro degli uffici tecnici dei Comuni, che pullulano di richieste di sanatorie relative agli immobili che si trovano nella condizione sopra citata.
Infine, quello che il Governo si prefigge di fare è intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte celeri e certe. Questa mossa del governo potrebbe aiutare anche a sbloccare il mercato immobiliare italiano che sta vivendo una fase molto critica crisi a causa dell’incremento dei tassi di interesse, che sta inducendo i proprietari a vendere gli immobili rimasti ancora vuoti e invenduti. Si attendono nuovi aggiornamenti e ulteriori novità in merito.
I precedenti condoni
I grandi condoni edilizi italiani sono stati tre, come abbiamo spiegato in precedenza. Il primo condono è stato approvato nel lontano 1985 ad opera del governo guidato da Bettino Craxi. Successivamente sono stati approvati altri due condoni sempre firmati dal governo Berlusconi nel 1994 e 2003.
Il primo condono del governo Craxi ha portato le casse dell’eraro a incassare solo il 58% gettito previsto (3,1 miliardi), mentre il secondo condono approvato dal governo Berlusconi è andato decisamente meglio incassando il 71% (5,2 miliardi), mentre il terzo condono ha avuto fatto registrate un incasso di poco superiore ai 7 miliardi.