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Come sfuggire al fisco per non pagare le tasse: gli stratagemmi vincenti

Alcune strategie per rendersi irreperibili al fisco possono risultare vincenti: ecco quali sono i comportamenti più efficaci

Tasse e fisco, come rendersi irreperibili se c’è qualcosa da pagare – pianetacellulare.it

Sono tanti gli italiani che, per sfuggire alle grinfie del fisco, si danno alla “macchia” e si rendono irreperibili per non vedersi notificati gli atti giudiziari. Molti italiani, infatti, quando arriva il postino o l’ufficiale giudiziario, diventano uccel di bosco nel caso in cui c’è qualcosa da pagare. Come si suol dire, gli italiani hanno l’oro olimpico nel fornire al comune di appartenenza, false residenze. Si tratta di un escamotage che in verità non rappresenta la soluzione ideale per rendersi irreperibili.

Le strategie migliori per sfuggire al fisco

Dalla lettura di alcune sentenze si può invece scoprire, però, qual è il metodo infallibile per non farsi arrivare a casa multe e cartelle, anche se non è possibile garantire la certezza matematica di sfuggire alle notifiche. In linea generale bisognerebbe fare leva sulle inefficienze dell’amministrazione e sulla frettolosità di alcuni soggetti delegati alla consegna delle raccomandate. Va ricordato che fornire una falsa residenza è un reato, anche se raramente in Italia si assiste ad un procedimento penale intentato per questo motivo.

Ecco perchè una buona fetta di italiani dichiara di risiedere in un luogo dove materialmente non vive. In genere lo si fa soprattutto per questioni fiscali. Per evitare raggiri, i comuni si sono fatti più furbi, facendosi consegnare le bollette dalle società della luce del gas per verificare se l’immobile è davvero abitato. Se i consumi dovessero risultare irrisori. ecco che scatta l’accertamento e il recupero degli ultimi 5 anni delle imposte sulla casa. Ma quando non sono in ballo le tasse, l’amministrazione si disinteressa completamente del fatto che voi viviate o meno in un determinato appartamento.

Cartelle esattoriali, come rendersi irreperibili – pianetacellulare.it

Quando il postino si reca a casa vostra per consegnarvi una ingiunzione di pagamento e voi non siete in casa, mette un avviso di giacenza nella buca della posta , in cui siete invitati a ritirare la raccomandata presso l’ufficio postale entro 30 giorni. Se la notifica ha come oggetto un atto giudiziario ossia una citazione, un decreto ingiuntivo e qualsiasi altro atto che riguarda un giudizio civile o un procedimento penale, vi viene inviata un’ulteriore raccomandata che vi informa del tentativo del postino di consegnarvi l’atto.

Se entro in termini di giacenza che sono di 30 o di 10 giorni la raccomandata non viene ritirata, questa si considera come ritirata e quindi inziano a decorrere tutti i termini per poter eventualmente pagare, fare ricorso o presentare un’opposizione o costituirsi in giudizio. Pertanto non è affatto una buona idea quella di far finta di non essere in casa o indicare una falsa residenza lasciando però sul citofono il vostro nome.

Se invece il contribuente si dà alla macchia ossia fornisce un indirizzo di residenza dove non c’è alcuna traccia di lui né sul citofono né sulla cassetta delle lettere, in questi casi la legge prevede che l’addetto alla notifica debba cercare informazioni sul destinatario magari interpellando altri residenti oppure recandosi sul luogo di lavoro, ma questo non avviene quasi mai. In genere il messo comunale se ne va di tutta fretta e scrive sulla relata di notifica “destinatario sconosciuto”.

I casi di irreperibilità assoluta

Secondo la giurisprudenza per poter parlare di irreperibilità assoluta del destinatario è necessario che il soggetto notificante effettui idonee ricerche volte a verificare se non vi sia stato un semplice cambio di indirizzo oppure accertandosi che il destinatario viva effettivamente in quella abitazione ma non ha voluto mettere il nome sul citofono e il campanello non funziona.

Siccome tutto questo non succede quasi mai, molti italiani che si danno alla macchia sfuggono alle notifiche, anche perchè non c’è alcuna legge che imponga di mettere il proprio nome sul citofono né in condominio. Ecco perchè si tratta di uno stratagemma molto efficace per sfuggire al fisco e diventare trasparenti.

Marco Antonio

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