I dispositivi Asus con tecnologia Spatial Vision vengono forniti con una suite di strumenti che permettono, tra le altre cose, di convertire i contenuti visivi 2D in 3D immersivo in tempo reale con il semplice tocco di un tasto. All’interno dello ‘Spatial Vision Hub’, è inoltre possibile guardare video e film 3D, giocare a titoli 3D e visualizzare modelli 3D oppure procedere con la creazione di contenuti.
"Questa nuova tecnologia può cambiare totalmente i flussi di lavoro dei creator, perché saranno in grado di vedere i dettagli degli oggetti e degli effetti 3D direttamente sullo schermo senza dover realizzare i prototipi fisici, risparmiando tempo e denaro e rendendo il loro flusso di lavoro più efficiente." ha spiegato Asus.
Spatial Vision di Asus fornisce anche strumenti di sviluppo basati su SR (Simulated Reality) in partnership con Dimenco, con materiali di supporto e linee guida per dotare gli sviluppatori di controllo dei gesti, lapprendimento interattivo e molto altro ancora per costruire un "ecosistema visionario" intorno alle tecnologie 3D.
Spatial Vision viene proposta su due modelli di notebook, entrambi presentati al CES 2023: la workstation ProArt Studiobook 16 3D OLED (H7604) e il laptop Vivobook Pro 16X 3D OLED (K6604). Entrambi si possono scoprire QUI.
Asus presenta Spatial Vision al CES 2023
Asus ProArt Studiobook 16 3D OLED (H7604)
Asus Vivobook Pro 16X 3D OLED (K6604)
Come funziona la tecnologia Spatial Vision di Asus
Tra le novità annunciate da Asus al CES 2023 c’è Spatial Vision, una tecnologia per dispositivi con display OLED 3D autostereoscopico che non rende necessario l’utilizzo di occhiali per la visualizzazione di immagini tridimensionali.
Come spiegato da Asus, questo nuova tecnologia è stata progettata per consentire "esperienze 3D coinvolgenti su un notebook senza ricorrere a dispositivi indossabili" ed è stata resa possibile grazie all’utilizzo di un’ottica lenticolare e di una tecnologia avanzata della fotocamera per il tracciamento oculare, che consente al display di realizzare immagini distinte per ciascun occhio, risultando in un’immagine 3D autostereoscopica.