Meerkat è stato il primo servizio in assoluto ad aver permesso a chiunque avesse uno smartphone collegato ad internet la possibilità di fare una diretta streaming video e condividerla sui social network, ma adesso si trova in crisi. Di chi è la colpa? Di due temibili concorrenti ovvero Periscope di Twitter e Facebook Live.
Per chi non conosce l’app, Meerkat consente di condividere una trasmissione live su Twitter e Facebook. Scaricando l’app dal proprio store, è sufficiente loggarsi a Twitter (o registrarsi se non lo si è già) e iniziare a filmare con il proprio device; quindi, sul profilo Twitter o Facebook compare in automatico il link allo streaming che i follower possono guardare, condividerlo o rispondere all’autore. E’ anche possibile programmare lo streaming. Tutto questo attraverso l’app ufficiale disponibile, al momento, per dispositivi iOS di Apple e Android.
Nel maggio del 2015, in Meerkat è stato introdotto un cambiamento significativo per aiutare il software a crescere e lasciare la propria dipendenza da Twitter. Da un anno a questa parte, quindi, Meerkat permette agli utenti di Twitter e Facebook di condividere il link delle proprie trasmissioni live con i propri amici, mentre all’esordio Meerkat permetteva solo la condivisione con i follower di Twitter. Così, quando un utente comincia un live-strem, un collegamento puo’ essere automaticamente inviato dall’account Twitter e/o Facebook della persona, permettendo ai suoi seguaci di aprire il link e vedere il video streaming. L’applicazione si è aggiornata anche introducendo il supporto per l’integrazione della rubrica, consentendo agli utenti di connettersi automaticamente utilizzando Meerkat con i propri contatti.
Cosa non funziona in Meerkat al punto da rischiare di chiudere? In realtà non è l’idea della diretta video streaming a non funzionare, il problema è che le piattaforme concorrenti Twitter e Facebook si sono sbrigate a realizzare dei propri servizi per permettere ai propri utenti di fare quello che Meerkat ha ideato: trasmettere flussi video in diretta streaming. Di conseguenza, gli utenti non hanno bisogno di iscriversi ad un altro servizio per fare una trasmissione video live.
Come riportato da Re/code, lo stesso amministratore delegato di Meerkat , Ben Rubin, in una e-mail inviata agli investitori ha ammesso che il servizio fatica a sopravvivere, sottolineando comunque che l’app di Meerkat per ora continuerà a funzionare ma il team di sviluppo è gia’ al lavoro da mesi per introdurre diverse novità. "Il settore dei ‘mobile broadcast video’ non è esploso così velocemente come avevamo sperato" ha scritto Rubin agli investitori, secondo cui "I vantaggi di distribuzione di Twitter/Periscope e di Facebook Live hanno attirato più nuovi utenti verso di loro".
Meerkat inizialmente dipendeva da Twitter sul lato della condivisione sociale. Nei giorni in cui l’app si faceva conoscere sempre di più, Twitter ha reso ufficiale il suo acquisito di Periscope, un’applicazione simile per lo streaming. Twitter ha da allora cercato di limitare le funzionalità di Meerkat all’interno del social network – ad esempio ha tolto la possibilità agli utenti di Meerkat di inviare una notifica automatica ai follower che una trasmissione è iniziata. Così Twitter cerca di limitare la diffusione di Meerkat, in attesa del debutto del suo Periscope.
Poi è arrivato Facebook Live. Dopo mesi di test, nelle ultime settimane Facebook ha aperto la funzione Live a tutti i suoi utenti, mettendo a rischio anche il futuro di Periscope. Il funzionamento di Live è simile a Periscope e Meerkat: è possibile condividere lo streaming di un video in diretta sulla propria pagina Facebook e, al termine, pubblicare il video registrato per mostrarlo agli amici che se lo sono perso.
Il logo di Meerkat rappresenta un suricata, un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia Herpestidae che vive in gruppo nel deserto del Sud Africa. Meerkat è stata lanciata il 27 febbraio, e contava a metà 2015 circa 200mila utenti attivi di cui 60mila solo nei primi otto giorni da quando è stata rilasciata. Meerkat è stata utilizzata di recente nel corso dell’evento "Spring Forward" di Apple del 9 marzo scorso, in cui, mentre Tim Cook parlava, molti giornalisti e blogger hanno condiviso in tempo reale quello che veniva detto al keynote. Fanno parte del gruppo di utilizzatori del servizio anche il conduttore americano Jimmy Fallon e il rapper Snoop Doog.
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