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Apple spiega il motivo della rimozione di app di controllo parentale di terze parti dall’App Store

Negli ultimi giorni sono emerse polemiche circa la decisione di Apple di eliminare una serie di applicazioni di terze parti di controllo parentale, con la società di Cupertino che è stata accusata di impedire la libera concorrenza al fine di favorire la sua funzione “Tempo di utilizzo” che è disponibile nei suoi smartphone al fine di aiutare i genitori ad avere strumenti che consentano loro di gestire il modo in cui i figli utilizzano i dispositivi. Ci sono applicazioni di terze parti, disponibili all’interno dell’App Store, come Balance Screen Time di Moment Health e Smart Family di Verizon, che consentono ai genitori di bilanciare i vantaggi della tecnologia con attività pensate per favorire l’apprendimento e la crescita dei più piccoli. Apple ha recentemente eliminato dall’App Store diverse applicazioni di controllo parentale perchè, ha detto la società, "mettevano a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti", quindi non per limitare la concorrenza e favorire i propri strumenti. La società di Cupertino ha pubblicato ora un comunicato stampa per chiarire la questione e per spiegare come e perché è giunta a questa decisione di eliminare alcune app di questo genere.

Nella nota stampa, Apple ha detto che nell’ultimo anno si è resa conto che molte applicazioni di controllo parentale utilizzavano una tecnologia invasiva chiamata "Mobile Device Management", o "MDM", che consente a terzi di controllare un dispositivo e accedere a informazioni sensibili come la posizione dell’utente, l’uso delle app, gli account di posta, le autorizzazioni della fotocamera e la cronologia internet. Apple ha detto di avere avviato, all’inizio del 2017, uno studio sull’utilizzo della tecnologia MDM da parte degli sviluppatori in ambiti non aziendali e, sulla base dei risultati raccolti, a metà dello stesso anno ha aggiornato le linee guida che gli sviluppatori di app iOS che presentano software per la distribuzione attraverso l’App Store devono seguire.

Ci si potrebbe chiedere perchè Apple semplicemente non fa a meno di consentire l’uso della tecnologia MDM. Secondo la società, questa tecnologia ha degli usi legittimi, quindi puo’ tornare utile il su utilizzo, come in ambito aziendale, dove consente alle imprese di avere un maggiore controllo sui dati e l’hardware di loro proprietà. I problemi iniziano ad esserci nel momento in cui un’app per consumatori privati installa un controllo MDM sul dispositivo di un cliente, cosa che comporta dei rischi elevati oltre a costituire una chiara violazione delle policy dell’App Store. A parte il controllo che l’app stessa può esercitare sul dispositivo dell’utente, la ricerca ha dimostrato che i profili MDM potrebbero venire utilizzati dagli hacker per accedere ai dispositivi con intento doloso. Secondo Apple, "i genitori non dovrebbero essere costretti a rinunciare alla privacy e alla sicurezza per placare i loro timori sull’uso dei dispositivi da parte dei figli, e l’App Store non deve essere una piattaforma che impone questa scelta". Per la società di Cupertino, le sole persone autorizzate ad accedere senza restrizioni al dispositivo di un bambino devono essere i suoi genitori.

Nel momento in cui Apple ha scoperto queste violazioni alle linee guida dell’App Store, la società ha informato gli sviluppatori interessati dando loro 30 giorni di tempo per inviare un’app aggiornata che non violasse queste linee guida, cosi’ da poter restare sull’App Store e non essere eliminate. Apple ha riferito che la maggior parte degli sviluppatori non hanno rilasciato degli aggiornamenti per adeguare le app alle policy aggiornate, quindi le app non aggiornate sono state rimosse dall’App Store.

"Abbiamo creato l’App Store per fornire un marketplace sicuro e dinamico dove sviluppatori e imprenditori possono presentare le proprie idee a utenti di tutto il mondo, e dove gli utenti possono avere la certezza di trovare solo app conformi agli standard di Apple in materia di sicurezza e responsabilità" ha spiegato Apple. "L’App Store ha sempre dato spazio alle app di altri sviluppatori che aiutano i genitori a gestire i dispositivi dei figli. Contrariamente a quanto riportato dal New York Times lo scorso fine settimana, il problema non è la concorrenza: è la sicurezza".

Nella categoria delle applicazioni sviluppate per consentire ai genitori di bilanciare i vantaggi della tecnologia con attività pensate per favorire l’apprendimento e la crescita dei più piccoli, come in tutte le altre, Apple si è detta impegnata a fornire un ecosistema "competitivo e innovativo". La società ha ricordato, per quanto concerne la concorrenza, che esistono app di terze parti di successo di vario genere – per la messaggistica, le mappe, la musica e la fotografia, browser web, client email, app per prendere appunti e per gestire i contatti, sistemi di pagamento e tanto altro – che offrono funzioni e servizi simili a quelli di Apple, dunque la società è sempre impegnata "ad offrire un luogo in cui queste app possano avere il riconoscimento che meritano, e migliorare l’esperienza di tutti gli utenti".

Simone Ziggiotto

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