Apple ha in previsione di abbandonare l’uso di chip prodotti da Intel e integrare processori prodotti in proprio per i suoi computer Mac a partire dal 2020. Sono le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui il piano ha anche un nome in codice interno: ‘Kalamata’.
Secondo la Bank of America Merrill Lynch, come riportato da CNBC, la mossa di Apple di utilizzare chip prodotti ‘in-house’ anziché da Intel per il proprio business PC aumenterà i guadagni della società in quanto. Secondo l’analista Wamsi Mohan, l’azienda di Cupertino potrebbe andare a risparmiare sui costi dei materiali per produrre i computer Mac di una somma fino a 50 dollari per unità e ridurre la spesa per ricerca e sviluppo, con un risparmio complessivo stimato dei costi di circa 500 milioni di dollari ogni anno se Apple utilizzasse i propri chip per metà dei suoi PC Mac.
Secondo Mohan, due sarebbero i vantaggi in particolare per Apple nel produrre chip in proprio: primo, l’aggregazione dello sviluppo di chip per dispositivi mobili iOS e computer MacOS può aiutare a ridurre i costi complessivi della divisione Ricerca e Sviluppo avendo un unico team che si occupa del processori; secondo, lo sviluppo interno dei processori può aiutare a risparmiare alcuni costi rispetto all’acquisto di processori da Intel.
Secondo The Verge, Apple e Intel "hanno goduto di una lunga e proficua partnership da quando Apple ha fatto il passaggio alle CPU Intel con MacBook Pro e iMac nel 2006 ma le tendenze recenti hanno reso inevitabile la rottura tra loro. I miglioramenti dei chip di Intel sono rimasti fermi mentre quelli di Apple hanno subito un’accelerazione, e ora i sistemi-on-chip di iPhone stanno superando i chip per laptop della linea Core di Intel".
Sono circa 13 anni che Intel fornisce processori a Apple, cliente che da solo si stima rappresenti il 5 per cento del fatturato della Intel.