Apple costretta a pagare 450 milioni di dollari per chiudere la controversia aperta nel 2012 che ha visto il colosso di Cupertino coinvolto per aver cospirato con gli editori di libri per fissare i prezzi dei libri digitali e sfavorire Amazon sul mercato.
Steve Jobs aveva un piano per vincere e superare sul mercato Amazon, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel 2012. L’azienda di Cupertino è stata accusata di aver ‘comprato’ cinque editori statunitensi – Hachette, Harper Collins, Macmillan, Penguin e Simon&Schuster – per mantenere alto il prezzo degli ebook, così da evitare che Amazon si imponesse sul mercato dei libri digitali. Il Dipartimento di Giustizia USA come prova delle accuse ha un’email che è stata inviata nel gennaio 2010 dal co-fondatore dell’azienda di Cupertino, il compianto Steve Jobs. Il messaggio è stato ricevuto da James Murdoch, figlio del fondatore di News Corp, Rupert Murdoch, nonchè proprietario di Harper Collins, una delle case editrici ‘corrotte’ da Apple insieme con la Macmillan, Hachette, Penguin e Pearson. Steve Jobs, nel messaggio di posta elettronica, dice di voler creare un mercato per gli ebook al costo di 12,99 dollari e 14,99 dollari, un costo quindi più elevato rispetto ai 9,99 dollari di Amazon. L’obiettivo era quello di avere un prezzo medio alto sull’iBookstore (lo store di libri digitali per gli utenti Apple) obbligando di fatto Amazon ad avere un’offerta fuori mercato.
Apple ha sempre ribadito di essere innocente e di continuare a combattere le accuse in appello. "Abbiamo fatto nulla di male e crediamo che una valutazione corretta dei fatti possa dimostrare che iBook Store è stato un bene per i consumatori e l’industria editoriale nel suo complesso, dando voce ad autori noti e a romanzieri nuovi". Mentre nel 2012 sono state aperte le prime class action, nel 2014 Apple avrebbe cercato di raggiungere un accordo con la parte ‘lesa’ per chiudere in contenzioso pagando 450 milioni di dollari, 400 milioni dei quali da dare agli acquirenti di ibook.
Dopo la sentenza iniziale, che ha trovato il colosso statunitense colpevole, Apple ha deciso di avviare un lungo processo in Corte d’Appello che ha portato fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Quest’ultima, tuttavia, ha deciso di respingere l’appello, lasciando quindi valida la condanna del 2015 della Corte d’Appello di New York che ha trovato di Apple colpevole di aver violato le leggi federali dell’antitrust. Alla fine di questa battaglia legale, Apple viene costretta a pagare 450 milioni di dollari.
Bill Baer, responsabile della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha così commentato la condanna inflitta a Apple: "La responsabilità di Apple per aver deliberatamente cospirato con gli editori di libri per aumentare i prezzi dei libri elettronici è risolta una volta per tutte".
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