I rapporti fra Apple e le case discografiche continuano ad essere nel mirino delle autorità degli stati di Connecticut e New York, anche dopo la presentazione del nuovo servizio di streaming musicale Apple Music. Il New York Times scrive che le autorità degli stati sopra citati indagano per possibili violazioni antitrust, sottolineando che i procuratori generali stanno cercando di fare luce sul fatto se Apple abbia fatto o meno pressione sulle case discografiche per non sostenere i servizi ‘freemium’ offerti da societa’ come Spotify, vale a dire il pacchetto base per avere accesso a Spotify, ossia la possibilità di ascoltare musica gratis, con alcune limitazioni e con la pubblicità.
Il Dipartimento di Giustizia americano sta esaminando da maggio le pratiche commerciali di Apple in relazione al suo servizio di streaming musicale, secondo più fonti.
The Verge ha appreso che Apple ha spinto le principali etichette musicali per forzare servizi di streaming come Spotify ad abbandonare i loro accordi per la diffusione della musica in streaming free, il modello di business che prevede la possibilità di fornire musica in streaming gratuitamente ad alternanza con spot pubblicitari. Apple ritiene che questo modello di business ‘freemium’ possa ridurre drasticamente la portata del prossimo servizio che lancerà Apple da fine giugno.
Apple sta apparentemente cercando di farsi strada nel business della musica in streaming, ma farsi strada ricorrendo a subdoli giochetti come limitare la concorrenza è ingiusto. Ecco perchè il Dipartimento di Giustizia americano sta esaminando da vicino le pratiche commerciali di Apple.
Nel frattempo, la rivale Spotify ha chiuso un round di finanziamenti con 526 milioni di dollari, che portano il valore della società a 8,53 miliardi. E il giorno dopo l’annuncio di Apple del debutto sul mercato di Apple Music, Spotify ha comunicato di aver raggiunto 75 milioni di utenti attivi, di cui 20 milioni sono abbonati a pagamento, sottollineando un incremento del 100% in un anno.
Apple si è trovata spesso sotto la lente di ingrandimento dell’antitrust americana, specie dopo che lo stesso Dipartimento di Giustizia ha giudicato Apple colpevole lo scorso anno per aver manipolato il mercato degli ebook. Il DOJ non è l’unica entità che esamina i rapporti di Apple con l’industria musicale, tuttavia. Secondo il New York Post, Apple è sotto controllo da parte dall’Unione europea per scoprire se la società sta lavorando con le etichette per liberare il settore dai servizi freemium.
http://www.pianetacellulare.it/Articoli/Apple/38862_Apple-Music-vs-Spotify-quale-scegliere.php
Apple ha utilizzato la sua notevole potenza nel settore della musica per fermare le etichette musicali dal rinnovare l’accordo con Spotify per lo streaming di musica attraverso il suo modello di business ‘free’, scrive The Verge. Spotify ha attualmente 60 milioni di utenti, ma solo 15 milioni di loro sono utenti paganti, coloro cioè che hanno attivo l’abbonamento Spotify Premium, che toglie la pubblicità e dà accesso a funzionalità riservate.
Permettere alle etichette musicali di eliminare il modello di business freemium utilizzato da Spotify (ma non solo) potrebbero mettere Apple in posizione privilegiata per prendere una grande fetta di nuovi utenti quando lancerà il suo servizio di streaming musicale, Apple Music, già presentato ma che sarà attivo dal 30 giugno in oltre 100 paesi, Italia compresa.
Le fonti di The Verge hanno anche indicato che Apple si è offerta di pagare la tassa di licenza che Youtube paga a Universal Music Group se l’etichetta non permetterà più a Youtube di diffondere i suoi brani.
Apple Music farà ascoltare agli utenti di iTunes musica gratis, il canale radio Beats 1, attivo 24/7. Per poter creare playlist, scegliere quale musica ascoltare on demand e salvarla in modalità offline, tuttavia, anche con Apple Music sarà necessario sottoscrivere un abbonamento, dal canone mensile di 9,99 dollari. Sarà anche disponibile un abbonamento ‘Family’ a 14,99 dollari al mese, valido per far accedere al servizio fino a sei persone.
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