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Apple Pay puo’ gestire 9 transizioni su 10 negli USA

Apple Pay piace ai negozi e agli analisti

Al momento dell’annuncio ufficiale c’erano state un po’ di resistenze, ma adesso Apple Pay piace davvero tanto non solo ai rivenditori statunitensi, ma anche agli utenti e agli analisti del settore.

I pagamenti in mobilità non sono certo una novità, basti pensare che in Giappone da oltre 10 anni si pagano i biglietti della metropolitana e gli acquisti al supermercato con il cellulare, grazie alla tecnologia FeLiCa sviluppata da Sony.

Su scala globale abbiamo la tecnologia NFC, ma la sua diffusione stenta a decollare, più che altro perchè non esiste uno strumento unico e davvero affidabile per confermare gli acquisti con uno smartphone Android.

È vero che c’è Google Wallet, ma è altrettanto vero che il servizio fornito da Big G non è esente da problemi, e molti utenti non si fidano di dare a Google tutti i dati sulla propria carta di credito, considerato che la compagnia statunitense è tutt’altro che amica della privacy.

Con Apple, la situazione sarà del tutto diversa: ne sono convinti gli analisti finanziari, come ad esempio un dirigente della Forrester Research, che puntano tutto sulla forza del brand della Mela morsicata.

Rispetto alla concorrenza, la casa di Cupertino preferisce concentrarsi su poche funzionalità alla volta, così da poterle offrire nella maniera migliore possibile. Pensiamo ad esempio a come si è evoluto il sistema di riconoscimento vocale Siri nel corso di tutti questi anni.

Come svela il New York Times, nelle ultime settimane la catena americana Whole Foods ha registrato centinaia di migliaia di transazioni Apple Pay, e la stessa cosa è successa con McDonald’s e Toys R Us. E ora che manca poco al periodo dello shopping natalizio (senza dimenticare il Black Friday), le transazioni aumenteranno ancora di più.

Uno dei punti di forza di Apple Pay è che tutte le informazioni personali non sono salvate in un server remoto, ma all’interno del chipset Apple A8. E tutti i pagamenti si autorizzano con il lettore di impronte digitali Touch ID, rendendo la vita ai malintenzionati davvero difficile.

Apple Pay

Apple nell’ultimo periodo è stata occupata ad accordarsi con decine di banche, negozi di vendita dettaglio e startup affinchè queste possano sostenere il suo nuovo sistema di pagamenti in mobilità, Apple Pay.

La società ha annunciato nuove partnership Martedì, secondo il New York Times, che elenca nuove banche che Apple ha arruolato per supportare il suo sistema di pagamenti mobile. Da oggi supportano Apple Pay anche: SunTrust, Barclaycard e USAA. Altre dieci banche, tra cui TD Bank North America, Commerce Bank, BB & T, Black Hills FCU, First Tennessee Bank, Dupaco Community CU, Idaho Central CU, Associated Bank, WesBanco e UW Credit Union, supporteranno Apple Pay dai prossimi giorni, secondo quanto ha riferito il Times.

Grazie a tutte queste nuove partnership, in aggiunta a quelle strette in precedenza, Apple Pay è ora in grado di gestire i pagamenti del 90 per cento di tutte le transazioni con carta di credito negli Stati Uniti, secondo la società.

Apple Pay è la prima incursione vera di Apple nel mondo dei pagamenti mobili. Ma non è l’unico servizio, e non tutti i negozianti o le banche intendono supportarlo.

Un gruppo noto come Merchant Customer Exchange, o MCX, ha raccolto un gran numero di partner come Rite Aid e CVS per utilizzare un servizio di pagamenti rivale conosciuto come CurrentC. Per ora, CurrentC è in svantaggio in quanto manca del riconoscimento delle impronte digitali e del supporto di NFC, due caratteristiche che rendono di Apple Pay facile da usare. Eppure, c’è una battaglia in corso negli Stati Uniti tra Apple e Pay CurrentC.

Apple Pay è prevalentemente progettato per l’ultima generazione di iDevices, come l’iPhone 6 e iPhone 6 Plus, che sono gli unici a permettere i pagamenti wireless sicuri grazie all’integrazione di NFC e TouchID.

Entro la fine del 2017, ci saranno 2 miliardi di possessori di smartphone o tablet impegnati in una qualche forma di pagamento mobile per acquistare beni o servizi, secondo un nuovo rapporto di Juniper Research, che si aspetta che il numero totale di utenti di tutto il mondo toccherà la soglia di 1,6 miliardi alla fine del 2014.

Simone Ziggiotto

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