Con l’obiettivo di provare a “ripristinare la concorrenza” nel mercato degli smartphone per conto dei consumatori americani, l’antitrust del Dipartimento di Giustizia statunitense ha accusato Apple di rendere più difficile per gli americani cambiare smartphone, compromettere l’innovazione di app, prodotti e servizi e imporre costi straordinari a sviluppatori, aziende e consumatori. Un monopolio che, in passato, potrebbe aver impedito ad aziende come Amazon e Microsoft di farsi strada nel business degli smartphone di cui oggi Apple è leader.
La scorsa settimana, la divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia statunitense ha accusato Apple di avere il monopolio nel mercato degli smartphone. Accuse raccolte in un lungo documento di 88 pagine, in cui si legge come l’azienda di Cupertino abbia creato un ecosistema di prodotti hardware, software e servizi chiuso ed “escludente” che non lascia spazio alla concorrenza. Una “condotta”, questa di Apple, che porterebbe gli utenti e gli sviluppatori a pagare più di quanto potrebbero pagare in un mercato con maggiore concorrenza, e capace di rendere più difficile per gli utenti americani anche solo cambiare smartphone.
E’ difficile da pensare ad un governo contro un colosso come Apple, ma come affermato dal vice procuratore generale Lisa Monaco:
“Non importa quanto potente, non importa quanto prominente, non importa quanto popolare, nessuna azienda è al di sopra della legge. Attraverso l’azione di oggi, riaffermiamo il nostro fermo impegno verso questo principio”.
Il procuratore generale associato ad interim Benjamin C. Mizer ha aggiunto:
“Quando le aziende adottano una condotta anticoncorrenziale, il popolo americano e la nostra economia ne soffrono. L’azione di oggi contro Apple invia un segnale forte a coloro che cercano di eliminare i concorrenti e soffocare l’innovazione: che il Dipartimento di Giustizia è impegnato ad utilizzare ogni strumento disponibile per promuovere la giustizia economica e sradicare le pratiche anticoncorrenziali, ovunque si presentino”.
La denuncia, depositata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del New Jersey, sostiene che l’azienda di Cupertino mantiene illegalmente il monopolio sul mercato degli smartphone. Aver limitato la concorrenza in questo business è uno dei punti su cui la causa contro Apple si basa. A tal riguardo, è interessante notare come la divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia statunitense ritenga (pagine 68-69 del documento) come il monopolio di Apple possa avere danneggiato player concorrenti come Amazon e Microsoft, che in passato hanno cercato di entrare nel business dei telefoni intelligenti.
“Apple mina app, prodotti e servizi che altrimenti renderebbero gli utenti meno dipendenti dall’iPhone, promuoverebbero l’interoperabilità e abbasserebbero i costi per consumatori e sviluppatori. Apple esercita il suo potere monopolistico per estrarre più denaro da consumatori, sviluppatori, creatori di contenuti, artisti, editori, piccole imprese e commercianti, tra gli altri.”
Secondo l’antitrust, “molte aziende importanti e ben finanziate hanno tentato, senza riuscirci, di entrare con successo nei mercati rilevanti” a causa delle barriere imposte da Apple. Tra queste, nel documento si legge come un utente di iPhone sia scoraggiato nel passare ad una piattaforma alternativa, ad esempio Android, perché “dovrebbe reimparare a utilizzare il proprio smartphone utilizzando una nuova interfaccia, trasferire grandi quantità di dati (ad esempio contatti), acquistare nuove app o trasferire o acquistare nuovi abbonamenti e accessori.”. Tutta una serie di “costi e limiti di passaggio” che si fanno più importanti nel momento in cui “le applicazioni software, le API e altre funzionalità non aiutano i diversi dispositivi e sistemi operativi a comunicare e interagire.”.
In effetti, se un consumatore in casa dispone di un tablet Apple, di un computer Apple, di una Apple TV, di un Apple Watch e altri prodotti ‘Apple’, nel momento in cui si trova a dover cambiare il suo vecchio iPhone difficilmente opterebbe per l’acquisto di uno smartphone Android, anche se sulla carta potrebbe offrire caratteristiche superiori all’ultimo iPhone uscito, ad esempio perché non avrebbe più modo di utilizzare il suo Apple Watch.
Anche se la causa è tra gli Stati Uniti e Apple, vale la pena ricordare come l’azienda di Cupertino nel 2023 sia il fornitore leader di smartphone per numero di spedizioni a livello globale, secondo Canalys, seguita da Samsung.
In una dichiarazione di Apple riportata dalla CNN, l’azienda di Cupertino si difende dicendo di creare la tecnologia che i suoi clienti e fan amano. Prodotti capaci di funzionare insieme alla perfezione, grazie allo sviluppo di un ecosistema che può garantire privacy e sicurezza per le persone. Riguardo la causa aperta contro l’azienda, Apple ritiene che possa rivelarsi una minaccia dell’identità di Apple e della qualità che distingue i prodotti dell’azienda.
Inoltre, Apple ha condiviso con Business Insider la sua preoccupazione secondo cui l’eventuale esito sfavorevole nei confronti dell’azienda di Cupertino potrebbe costituire un “pericoloso precedente” che permetterebbe al governo statunitense di controllare il modo in cui la tecnologia destinata alle persone viene progettata. Inoltre, andrebbe ad ostacolare la capacità di Apple di creare “il tipo di tecnologia che le persone di aspettano da Apple, con hardware, software e servizi si intersecano“.
Tornando alle aziende che in passato hanno provato ad entrare nel business degli smartphone senza successo, nel documento della causa dell’antitrust contro Apple viene menzionata Amazon, che ha lanciato il suo telefono cellulare Fire phone nel 2014 senza però “riuscire a sostenere la propria attività in modo redditizio” uscendo dal business nel 2015. Amazon ha provato ad entrare nel business degli smartphone proponendo un dispositivo con funzionalità dedicate allo shopping su Amazon, come Firefly per riconoscere gli oggetti e ricercarli nel catalogo dell’e-commerce.
Ma non solo, nel documento dell’antitrust si trova menzione anche del tentativo di Microsoft, che nel 2016 ha deciso di uscire dal business degli smartphone dopo esserci entrata nel 2013 acquistando la divisione di Nokia che si occupava dello sviluppo di telefoni. Nel documento dell’antitrust ci sono menzioni anche a HTC, uscita dal mercato degli smartphone con la decisione di vendere questa sua attività a Google nel settembre 2017, e LG, uscita dal mercato degli smartphone nel 2021.
Il Dipartimento di Giustizia statunitense sottolinea come, oggi, solamente Samsung e Google si possano considerare “concorrenti significativi” nel mercato statunitense degli smartphone ad alte prestazioni. Google sarebbe al terzo posto dietro ad Apple e Samsung, in una posizione piuttosto lontana nonostante l’azienda di Mountain View abbia il controllo dello sviluppo del sistema operativo Android.
Oltre a monopolizzare il mercato degli smartphone, Apple avrebbe anche limitato la concorrenza nel mercato degli smartwatch. Un accessorio che non costa poco e che bisogna abbinare ad uno smartphone per poter essere utilizzato al meglio, ad esempio per ricevere notifiche e chiamate al polso. Secondo il documento dell’antitrust, il fatto che l’Apple Watch non possa essere utilizzato in abbinamento con uno smartphone Android è limitante. Riprendendo l’esempio sopra riportato, un possessore di iPhone e Apple Watch difficilmente cambierebbe smartphone passando ad un modello Android perché, altrimenti, dovrebbe cambiare anche lo smartwatch:
“Apple utilizza gli smartwatch, un accessorio costoso, per impedire ai clienti iPhone di scegliere altri telefoni. Dopo aver copiato l’idea di uno smartwatch da sviluppatori di terze parti, Apple ora impedisce a questi sviluppatori di innovare e limita l’Apple Watch all’iPhone per evitare un ‘impatto negativo sulle vendite di iPhone’.
(…) Lo smartwatch di Apple, l’Apple Watch, è compatibile solo con l’iPhone. Pertanto, se Apple può indirizzare un utente verso l’acquisto di un Apple Watch, diventa più costoso per quell’utente acquistare un diverso tipo di smartphone perché per farlo è necessario che l’utente abbandoni il suo costoso Apple Watch e acquisti un nuovo smartwatch compatibile con Android.
(…) Gli smartwatch sono un accessorio costoso che in genere deve essere abbinato ad uno smartphone. Gli smartwatch che possono essere abbinati a diversi smartphone consentono agli utenti di mantenere l’investimento in uno smartwatch quando cambiano telefono, riducendo così, tra le altre cose, il costo letterale associato al passaggio da uno smartphone all’altro. Sopprimendo le funzioni chiave degli smartwatch di terze parti, inclusa la capacità di rispondere a notifiche e messaggi e di mantenere connessioni coerenti con l’iPhone, Apple ha negato agli utenti l’accesso a smartwatch ad alte prestazioni con stile preferito, interfacce utente e servizi migliori o batterie migliori, e ha danneggiato gli sviluppatori di smartwatch diminuendo la loro capacità di innovare e vendere prodotti.”
E Apple, da quanto si apprende, ne è a conoscenza:
“Apple riconosce che spingere gli utenti ad acquistare un Apple Watch, piuttosto che uno smartwatch multipiattaforma di terze parti, aiuta a incrementare le vendite di iPhone e a rafforzare il fossato attorno al monopolio degli smartphone. Ad esempio, in un’e-mail del 2019 il vicepresidente del marketing del prodotto per Apple Watch ha riconosciuto che Apple Watch “potrebbe aiutare a impedire ai clienti iPhone di cambiare”. I sondaggi sono giunti a conclusioni simili: molti utenti affermano che gli altri dispositivi collegati al proprio iPhone sono la ragione per cui non passano ad Android.”
Al contrario, gli smartwatch multipiattaforma possono ridurre la dipendenza degli utenti iPhone dall’hardware e dal software proprietari di Apple:
“Se un utente acquista uno smartwatch di terze parti compatibile con iPhone e altri smartphone, può passare dall’iPhone ad un altro smartphone (o viceversa) semplicemente scaricando l’app complementare sul nuovo telefono e collegandosi al proprio smartwatch tramite Bluetooth. “
A quanto pare, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha tanto materiale contro di Apple, invitiamo chi volesse approfondire a leggere il documento completo della causa aperta tra l’antitrust del Dipartimento di Giustizia statunitense all’indirizzo www.justice.gov/opa/media/1344546/dl.
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