I dispositivi mobili quali smartphone e tablet sono sempre più utili grazie soprattutto alle applicazioni, tant’è che oggi possono sostituire senza problemi i pc per molte persone, dipende dalle esigenze di ciascuno. Ci sono applicazioni che si mantengono perchè offrono un servizio integrativo ai clienti di aziende che non necessitano di pubblicità interna, poi ci sono applicazioni che consentono l’accesso ad un servizio su abbonamento e che potrebbero contenere pubblicità come anche no, ma ci sono molte app (soprattutto giochi) gratuite che però contengono pubblicità. Negli ultimi anni, la privacy è diventata un aspetto sempre più importante, e sempre più persone iniziano, giustamente, a porsi domande come "come è possibile che un’app così bella e completa ad essere gratuita"? Anche se non tutte, diverse applicazioni sono gratuite perchè ospitano pubblicità capace di tracciare le azioni di chi le utilizza. E questa è solo una semplificazione del concetto, perchè ci sono app ben più complesse, che potrebbero anche registrare audio tramite il microfono del dispositivo e rivenderlo ad agenzie che poi lo analizzano per inviare pubblicità mirata tramite email o altro ancora – potrebbe essere capitato anche a voi di ricevere pubblicità legata ad una categoria di prodotto di cui magari avete parlato con amici nei giorni precedenti.
Le applicazioni gratuite supportate dalla pubblicità superano combinate quelle a pagamento e quelle gratuite perchè legate a servizi integrativi di aziende. Secondo il VP del Product Management di Android Security & Privacy, Anthony Chavez, attualmente oltre il 90% le app su Google Play gratuite che forniscono l’accesso a contenuti e servizi di valore a miliardi di utenti. Per molte di queste, la pubblicità digitale gioca un ruolo chiave nel rendere possibile tutto ciò. Google è però convinta che, per garantire un ecosistema di app sano, a vantaggio di utenti, sviluppatori e aziende, il settore deve continuare a far evolvere il modo in cui funziona la pubblicità digitale per migliorare la privacy degli utenti.
In origine, Google aveva sviluppato l’"ID pubblicità", che è un codice univoco che ciascun utente Android riceve e che può essere usato dalle applicazioni per mostrare annunci personalizzati. Questo viene tutt’oggi utilizzato (è possibile resettarlo in Impostazioni>Google>Servizi Google>Annunci sul proprio dispositivo mobile). Nel corso del 2021, Google ha introdotto miglioramenti a questo strumento ma sta lavorando "con l’obiettivo di introdurre nuove soluzioni pubblicitarie più private".
Il proprio ID Pubblicità si gestisce in Impostazioni Google Servizi Google>Annunci
Google ha oggi annunciato la sua nuova iniziativa pluriennale volta a creare "Privacy Sandbox" su Android, una serie di soluzioni che "limiteranno la condivisione dei dati degli utenti con terze parti e funzioneranno senza identificatori tra app, incluso l’ID pubblicità". Google sta anche "esplorando tecnologie che riducono il potenziale di raccolta di dati nascosti, inclusi modi più sicuri per l’integrazione delle app con gli SDK pubblicitari".
"Privacy Sandbox su Android si basa sui nostri sforzi esistenti sul Web, fornendo un chiaro percorso da seguire per migliorare la privacy degli utenti senza mettere a rischio l’accesso a contenuti e servizi gratuiti" ha spiegato Chavez in un post sul blog di Google. "Ci rendiamo conto che altre piattaforme hanno adottato un approccio diverso alla privacy degli annunci, limitando senza mezzi termini le tecnologie esistenti utilizzate da sviluppatori e inserzionisti. Riteniamo che, senza prima fornire un percorso alternativo per la tutela della privacy, tali approcci possano essere inefficaci e portare a risultati peggiori per la privacy degli utenti e per le attività di sviluppo".
L’obiettivo di Google con Privacy Sandbox su Android è quello di "sviluppare soluzioni pubblicitarie efficaci e che migliorano la privacy, in cui gli utenti sanno che le loro informazioni sono protette e gli sviluppatori e le aziende hanno gli strumenti per avere successo sui dispositivi mobili" ha spiegato Chavez.
Ancora nulla è pronto. Google ha solo iniziato a studiare alle soluzioni di questo progetto a lungo termine chiamato Privacy Sandbox su Android. Per il momento, quindi, resta valido l’"ID pubblicità" come lo conosciamo oggi.
"Mentre progettiamo, costruiamo e testiamo queste nuove soluzioni, prevediamo di supportare le funzionalità della piattaforma pubblicitaria esistente per almeno due anni e intendiamo fornire un preavviso sostanziale prima di eventuali modifiche future" ha aggiunto Chavez.
A partire da oggi, gli sviluppatori di applicazioni per Android hanno la possibilità di rivedere le proposte di progettazione iniziali di app messe in campo dal team Android e condividere feedback sul sito per sviluppatori Android. Nel corso di quest’anno, saranno rilasciate anteprime delle nuove soluzioni per sviluppatori, con una versione beta prevista entro la fine dell’anno. Gli sviluppatori interessati possono restare aggiornati tramite il sito developer.android.com/design-for-safety/ads
"Sappiamo che questa iniziativa ha bisogno del contributo di tutto il settore per avere successo" dice Chavez. "Abbiamo già sentito molti partner esprimere il loro interesse a collaborare per migliorare la privacy degli annunci su Android e invitare più organizzazioni a partecipare. Ci impegniamo anche a lavorare a stretto contatto con le autorità di regolamentazione. Abbiamo offerto impegni pubblici per le nostre iniziative di Privacy Sandbox sul Web, incluso assicurarci di non concedere un trattamento preferenziale ai prodotti o ai siti pubblicitari di Google. Applicheremo questi principi anche al nostro lavoro su Android e continueremo a collaborare con l’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito e altri".
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