Google ha lanciato Android Things per la prima volta nel 2016 come un sistema operativo ‘verticale’ per costruire prodotti per il mercato dell’Internet of Things sfruttando le capacità della piattaforma Android, uno dei sistemi operativi più supportati a livello mondiale, con il quale qualsiasi sviluppatore Android può costruire rapidamente un dispositivo intelligente utilizzando le API di Android e servizi Google, con la garanzia di creare dispositivi sicuri e in grado di ricevere costantemente aggiornamenti direttamente da Google. Non solo altoparlanti e display intelligenti, quindi, ma anche device più sperimentali e prototipi di nuovi prodotti per una serie diversificata di casi d’uso, tra cui docking station per trasmettere in modo sicuro dati sanitari da dispositivi indossabili su servizi di cloud. Tuttavia, la piattaforma in quest’ultimo paio di anni è stata utilizzata piu’ che su altri dispositivi solo su altoparlanti intelligenti e display intelligenti, da qui il nuovo piano di continuarne lo sviluppo di Android Things con focus su queste due tipologie di device.
Il team di sviluppo di Android intende comunque restare impegnato nel fornire una piattaforma gestita per dispositivi IoT, comprese soluzioni hardware "chiavi in ​​mano". Android Things continuerà ad essere una piattaforma per la sperimentazione e la creazione di dispositivi intelligenti connessi tramite l’Android Things SDK su hardware diffusi come NXP i.MX7D e Raspberry Pi 3B. Non saranno invece piu’ supportati i System-on-Modules (SoM) basati sulle piattaforme hardware NXP i.MX8M, Qualcomm SDA212, Qualcomm SDA624 e MediaTek MT8516. Questi moduli erano stati certificati nel 2018 per l’uso di produzione con un supporto a lungo termine garantito per tre anni, rendendo più facile la commercializzazione dei prototipi. Le immagini di sistema per solo le schede Raspberry Pi 3B e NXP i.MX7D rimarranno disponibili tramite la console Android Things, in cui gli sviluppatori possono creare nuove build e inviare aggiornamenti delle app per un massimo di 100 dispositivi per uso non commerciale.
Nell’ultimo anno, Google ha lavorato a stretto contatto con i partner per creare prodotti di consumo basati su Android Things – la piattaforma basata su Android migliorata per i dispositivi intelligenti – con l’Assistente Google integrato, ad esempio il Lenovo Smart Display. In un post sul proprio blog, il team di Android ha detto che, considerati i successi riscontrati con i partner in altoparlanti intelligenti e display intelligenti, l’utilizzo di Android Things viene ridefinito a piattaforma per i partner OEM per creare principalmente dispositivi che rientrano nelle due categorie ‘smart speaker’ e ‘smart display’ destinate a crescere. Il supporto per la produzione di System on Modules (SoM) basati su hardware NXP, Qualcomm e MediaTek non sarà piu’ disponibile attraverso la piattaforma di sviluppo pubblico.
Negli ultimi mesi, Google ha lavorato a stretto contatto con diversi partner per introdurre sul mercato prodotti alimentati dalla piattaforma Android Things tra cui gli Smart Speakers di LG e iHome e Smart Display di Lenovo, LG e JBL, che integrano le funzionalità di Google Assistant e Google Cast. Alcuni di questi prodotti sono già disponibili su alcuni mercati.
Android Things su Smart Display con Google Assistant
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