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Google potrebbe salvare milioni di vite con Android Emergency Location Service

Google ha introdotto in Android la possibilità di inviare la propria posizione quando si chiamano servizi di emergenza. Il servizio, al momento, non è disponibile in Italia.

Quando i servizi di emergenza ricevono una chiamata, hanno bisogno di sapere la posizione del chiamante per inviare aiuto e salvare vite umane, e puo’ capitare di avere bisogno di soccorso non sapendo dove ci si trova, magari perchè si è in un posto poco conosciuto oppure si ha difficoltà a parlare. Oggi, oltre il 70% delle chiamate ai servizi di emergenza provenienti da telefoni cellulari, ma la localizzazione dei dispositivi mobili può essere un grosso problema. Le soluzioni attuali per localizzare una chiamata si basano sulla identificazione della cella a cui si collega il telefono quando è attiva una chiamata ma ogni cella può avere un raggio di fino a diversi chilometri e non sempre è possibile fare una triangolazione di piu’ celle per avere una precisione piu’ alta, oppure si usa il GPS assistito, che torna poco utile quando ci si trova all’interno di edifici.

Il tempo speso per trovare la posizione esatta di dove i soccorsi devono arrivare può fare la differenza tra la vita e la morte di chi ha bisogno di aiuto. Infatti, la US Federal Communications Commission stima che una maggiore precisione nel localizzare le persone che hanno bisogno di aiuto si puo’ tradurre in un risparmio di oltre 10.000 vite ogni anno.

Per contribuire a risolvere questo problema, Google su Android ha introdotto il servizio Emergency Location Service. Questa funzione, quando supportata dalla rete, invia la posizione del dispositivo tramite il telefono ai servizi di emergenza quando si compone un numero di emergenza. L’ELS utilizza le stesse tecnologie di localizzazione disponibili sul telefono, tra cui Wi-Fi, GPS, e aggancio alle celle della rete mobile, per trasmettere una posizione piu’ precisa di dove si trova il dispositivo.

Questa funzione è progettata per essere esclusivamente utilizzata dai fornitori di servizi di emergenza, e la posizione non viene "mai vista o gestita" da Google, spiega il colosso di Mountain View in un post nel suo blog. Le informazioni raccolte dal dispositivo Android vengono inviate dal portatile ai servizi di emergenza solo quando si effettua una chiamata di emergenza tramite la rete mobile. C’è pero’ bisogno che gli operatori di rete mobile o fornitori di servizi di emergenza supportino il servizio, altrimenti non potrebbero ricevere le informazioni inviate dall’Emergency Location Service.

Per la compatibilità, l’Emergency Location Service è supportato da oltre il 99% dei dispositivi Android esistenti aggiornati alla versione versione 2.3 o successive, e viene installato sui device attraverso un aggiornamento del Google Play Services (quindi l’utente non deve installare niente manualmente).

Il servizio andrà ad attivarsi solo quando supportato dal proprio operatore di rete, ed è già oggi attivo per le persone con i telefoni Android nel Regno Unito e in Estonia. Google ha collaborato con diversi operatori di reti mobili e servizi di emergenza per rendere questo servizio disponibile: O2, Vodafone, 3, 112, Smit, Telia, Tele2, e altri ancora.

Google si augura di poter rendere disponibile il servizio Emergency Location Service di Android in altri paesi presto, con la società che si è detta "attivamente impegnata" per rendere questo possibile. Google invita gli operatore di rete mobile o fornitori di servizi di emergenza interessati a contattare la società per avere maggiori informazioni.

Simone Ziggiotto

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