AGGIORNAMENTO: a fine articolo riportiamo i risultati del test che ha messo alla prova la modalità Doze su Nexus 5.
La due giorni dedicata alle novità di casa Google, la conferenza Google I/O 2015, si è svolta nel Moscone West Center di San Francisco, California, a cavallo tra questa e la scorsa settimana (28-29 Maggio). E’ stata introdotta una succosa novità: la prossima versione del sistema operativo Android, nominata "M".
Android M non ha come principale obbiettivo la rivoluziona della grafica, come invece è successo lo scorso anno con Android "L" Lollipop. Introduce infatti nuove funzioni e mira a costruire un ecosistema software più efficiente, anche dal punto di vista energetico. Noi proprio da qui partiamo: in questo articolo prendiamo in considerazione le sfaccettature del software che consentiranno di far durare la batteria più a lungo.
"M" sarà più intelligente nella gestione energetica grazie alla funzione Doze, totalmente nuova, che usa il sensore di movimento per anticipare l’attività o per entrare in sonno profondo. Esordisce inoltre un algoritmo che rende sempre meno attive le applicazioni usate meno di recente. Ci sono inoltre la modalità notte, che porterà benefici principalmente agli schermi con tecnologia AMOLED, e l’USB Type C che renderà la ricarica più veloce.
SONNELLINO: DOZE
Doze si basa sulla lettura delle attività registrate dall’accelerometro. Nel caso il telefono sia lasciato su un tavolo, comincerà dopo un pò di tempo a sonnecchiare, a fare un pisolino (‘doze’). In altre parole, entrerà in modalità deep sleep. I maggiori benefici di questa funzione si avranno dunque nel caso in cui si lasci inutilizzato il telefono. Non ci si preoccupi comunque: solo alcune operazioni saranno messe a dormire. Applicazioni come Google Cloud Messaging o una sveglia impostata saranno comunque in grado di ridestare il dispositivo dal sonno.
Quando si sposta il telefono, lo si maneggia – per esempio dopo un periodo di inutilizzo – o lo si collega con un cavo, l’accelerometro registra l’attività. Il telefono viene risvegliato, tornando così nel pieno delle sue funzioni.
APP STANDBY
C’è poi un secondo metodo che consente di risparmiare preziosa energia. Le applicazioni spesso domandano il permesso di collegarsi a internet in maniera da scaricare i dati. Questo continuo trasferimento di informazioni contribuisce a mettere sotto sforzo il processore, anche quando non è necessario. Con Android M esordisce lo standby delle app. Se un’applicazione non viene usata per un periodo significativo, viene messa in riposo e perde l’accesso alla rete dati.
La situazione torna normale quando viene collegato un cavo di alimentazione oppure quando l’utente decide di usarla di nuovo. Da questo punto di vista le informazioni a disposizione non sono ancora complete. Non è chiaro a quanto corrisponda questo ‘periodo significativo’. Sarebbe piacevole che non fosse preimpostato e che possa essere scelto in base alle preferenze dell’utente.
App standby su Android M
RICARICA VELOCE NATIVA
Arriva il supporto nativo anche per la ricarica veloce. L’USB di tipo C consentirà, a detta della società di Mountain View, di accelerare il processo dalle 3 alle 5 volte. Con Android M il processo sarà anche reversibile. Il telefono potrà essere usato come una fonte di energia: collegandolo con un cavo a un altro dispositivo, lo si potrà usare come alimentatore.
In sintesi, l’app standby e il doze fanno si che Android M riesca a durare il doppio in standby rispetto all’attuale Lollipop. Certo, uno smartphone è fatto per essere usato: in caso di utilizzo con schermo attivo i benefici saranno soltanto marginali.
MODALITA’ NOTTE
Un cambiamento che farà felici tutti coloro che hanno un dispositivo con schermo AMOLED, per esempio Samsung o Motorola, riguarda la modalità notte. Sarà infatti possibile impostare un tema alternativo, scuro, che si affiancherà a quello classico più chiaro del sistema operativo. Ciò consentirà ai pixel di consumare minor energia – ricordiamo che i pannelli AMOLED non sono retroilluminati e che consumano energia solo con i pixel attivi (più i pixel sono chiari, maggiore è il consumo).
ALTRE NOVITA’: TAP-TO-WAKE, NUOVO LETTORE DI IMPRONTE DIGITALI E BACKUP
Ci sono poi altre novità aventi a che fare con la nuova versione di Android. "M" introdurrà nativamente anche il tap-to-wake, che consente di risvegliare il telefono senza far uso di pulsanti fisici. Questa modalità, che di solito consiste in un doppio tap sullo schermo, abbiamo già imparato a usarla su alcuni dispositivi di marca LG e Motorola.
C’è spazio anche per il lettore di impronte digitali, che era già stato introdotto un anno fa su Android Lollipop. Questa volta è stato migliorato; ciò da un’idea su una possibile caratteristica del prossimo smartphone della gamma Nexus. Ci sarà poi il backup integrale delle applicazioni dai Play Services. Ciò consentirà un più agevole travaso di dati nel caso in cui si vogliano passare le applicazioni in un nuovo telefono.
Tutte queste chicche sono disponibili nell’Android M Developer Preview, ma non è detto che saranno presenti nella versione finale del sistema operativo. Ora di Ottobre o Novembre, data prevista per la disponibilità, alcune potrebbero essere sostituite, modificate o rimosse.
DOZE CON NEXUS 5
In termini pratici quanta autonomia in più aggiungono le nuove modalità di risparmio energetico introdotte con Android M? Sul sito tedesco Computerbase.de sono stati pubblicati i risultati di un test che è stato condotto su Nexus 5 con ‘Doze’. L’incremento dell’autonomia in effetti si nota.
Autonomia di Nexus 5 con la modalita’ Doze attivata
Sono stati messi a confronto due Nexus 5, il primo con Android 5.1.1 Lollipop a bordo e il secondo con installata la Android M Developer Preview. Entrambi sono stati messi alla medesima distanza dal router, con la connessione WiFi attiva così come il GPS (modalità precisione). Sono state tolte le scheda SIM e sono stati disattivati il Bluetooth, NFC, Android Beam, assieme alla notifica LED e alla suoneria.
I due avevano impostati gli stessi tre account di posta IMAP e un account Gmail. Tanto per completezza, su entrambi sono state installate e configurate le medesime applicazioni. Sono infine stati messi a ‘riposare’ per 48 ore. Al termine del test si è visto che:
• Android Lollipop: dopo 8 ore di standby era stato consumato il 4,0% di batteria; dopo 24 ore il 12,0%; dopo 48 ore il 24,0%.
• Android M: dopo 8 ore di standby era stato consumato l’1,5% di batteria; dopo 24 ore il 4,5%; dopo 48 ore il 9,0%.
I risultati si vedono. Lo stesso vale per la stima dello standby residuo, che su Lollipop dopo le 48 ore è di 200 ore circa, mentre su Android M è di ben 533 ore.