ra le tante catene che ci legano oggi e limitano in modo assurdo la nostra vita, l’auto è una di queste.Avere un auto, in Italia, costa mediamente 2 mesi di lavoro all’anno.
Nella prima parte di questo articolo, faremo i conti individuali per evidenziare questa cosa.
Pensi che esagero? Allora leggi questo.
Ecco qualche cifra:
1) Acquisto auto: ipotizziamo appena 10.000 euro e l’ipotesi che la terremmo addirittura per 10 anni (cosa difficile)
Costo: 10.000 euro ovvero 1000 euro di costo/anno di utilizzo con una ipotesi di non avere un finanziamento per l’acquisto (altrimenti aggiungete circa 2000 euro di interessi complessivi).
2) Bollo e Assicurazione
Ipotiziamo per comodità una media di 600 euro tra bollo e assicurazione, da pagare ogni anno, anche se in realtà le cifre reali superano largamente questa cifra.
3) Manutenzione minima
Ipotiziamo un costo medio di 100 euro/anno, che include manutenzion di base, gomme,revisione, ecc
Sommando i tre punti, senza nemmeno aver fatto 1 km, abbiamo già iniziato l’anno con 1.700 euro di spesa per una semplice utilitaria.
Considerate che i costi indicati sono piuttosto ottimistici e sicuramente sotto media, particolarmente favorevoli alle nostre tasche. La realtà come sapete è un pò più costosa.
Sono voluto restare molto basso per evidenziare che, anche ammettendo costi ridotti, il problema è evidente.
Basta spostare i conti da una panda ad una alfa mito, una grande punto, una golf, per arrivare tranquillamente a oltre 2000 euro!!!!
A questa spesa, dobbiamo aggiungere
1) Benzina
2) Parcheggi e Pedaggi
3) Multe
4) Il potenziale finanziario perso per aver immobilizzato questa spesa: 10.000 euro potrebbero rendere, in 10 anni, con il semplice interesse semplice, almeno 3000 euro netti.
5) Gli interessi di finanziamento per l’auto, con un TAEG medio intorno al 7%.
Fuori dai costi, il rischio di incidente e relative conseguenze, visto che proprio l’auto è uno dei più grandi fattori di morte o invalidità permanente.
Pensa un pò: spendi come minimo 1700 euro all’anno quando ti va bene e quando ti accontenti di una piccola utilitaria, per lasciare poi questi soldi fermi in un parcheggio praticamente 22-23 ore al giorno.
Per quelle 2 ore al giorno che realmente utilizzi l’auto, butti via letteralmente 2 mesi di lavoro
Non credo molto al classico car sharing, perchè presuppone la possibilità di utilizzare in maniera ottimale il trasporto pubblico che come ben sappiamo è spesso poco efficiente.
Un car sharing centralizzato diventa complesso, mentre un car sharing P2P, di quartiere, piccolo e snello potrebbe diventare un’idea vincente.
Dove abito io, nel raggio di 300 metri, ci saranno almeno 50 famiglie, con un totale ipotizzabile di 70 autoveicoli.
Probabilmente, basterebbero la metà di queste auto per potersi muovere tutti liberamente, sfruttando la possibilità di condividere l’auto, condividere i tragitti risparmiando tranquillamente almeno 1000 euro/anno di costo possesso.
Inoltre, il car sharing, ci consente di utilizzare l’auto in maniera intelligente, evitando di usarla per brevi tragitti, e incentivando bicicletta e camminata!!!
E per finire, in un modo digitale dove possiamo fare tutto dal Pc, diventerebbe una interessante occasione per riappropriarci della nostra socialità, per fare network, questa volta dal vivo, con i nostri vicini e il nostro vicinato!!!!
Traffico a Milano
Abbiamo visto i costi individuali del possesso di un auto, che, da soli, mi sembrano già piuttosto disastrosi e dovrebbero spingerci ad una seria riflessione.
Ora, allargando il pensiero a livello generale, vediamo il costo delle auto in termini di urbanistica, tempo e salute.
La superficie destinata alle auto, a livello italiano, è particolarmente elevato con ben 837.493 chilometri di strade e 6757 chilometri di autostrade.
La sua realizzazione è costata una cifra a dir poco impressionante, difficilmente calcolabile . Tentiamo ora di calcolare il prezzo pagato per costruire la nostra prigione urbana.
Prendendo i parametri medi nella costruzione di autostrade, su tracciati non particolarmente complicati, possiamo dedurre un costo pari a 10 milioni di euro per chilometro (costo medio della recente BreBreMi a realizzazione privata) che rappresenta comunque una cifra sicuramente inferiore al dato reale.
La rete autostradale, nella migliore delle ipotesi, ci è costata circa 70 miliardi di euro. Una cifra in linea con diversi studi che, calcolando il costo medio per metro quadro, stimano il costo della rete tra i 68 e i 74 miliardi di euro come media nazionale (al netto però di espropri, progettazioni, corruzione).
Come se non bastasse, la rete richiede continui interventi di manutenzione e riasfaltatura.
Considerando il costo di manutenzione della rete stradale, potremmo stimare una quota pari a circa 20 miliardi di euro all’anno (e nonostante questa spesa, la maggior parte delle strade sono in pessime condizioni). La sola rete autostradale assorbe circa 7 miliardi di manutenzione.
Dobbiamo poi aggiungere la superficie destinata ai parcheggi ufficiali e parcheggi improvvisati, che spesso occupano aree verdi, marciapiedi e piste ciclabili.
Smog in Italia
Per completare il quadro, vediamo ora le esternalità negative prodotte dal sistema auto ovvero incidenti, feriti e morti diretti. Incalcolabili i danni reali, ovvero i morti a causa di smog e stress provocato dalle auto.
Gli incidenti con feriti in Italia sono in media ben 180.000 / anno, con una media di circa 257.000 feriti e 3385 morti. Non si conoscono invece i dati complessivi, ovvero incidenti senza feriti che spesso non vengono documentati.
Il costo in termini sanitari, legali e connessi, è stimato in circa 30 miliardi di euro all’anno, senza considerare invalidi e morti. Secondo l’Ania, l’associazione nazionale che raggruppa le agenzie assicurative, i costi sociali degli incidenti stradali ammontano a 30 miliardi di euro all’anno. L’ACI stima invece il costo a quota 31 miliardi mentre i dati ministeriali indicano 24 miliardi di euro.
Siamo sempre stati abituati a pensare, che possedere un auto ci possa rendere liberi di andare dove vogliamo e quando vogliamo. Questa libertà, invece, ha creato notevoli problemi, a fronte di ben pochi vantaggi reali.
Certo, possiamo andare dove vogliamo, nel tempo a disposizione dopo aver tolto le 8 ore al giorno passate lavorando e almeno 1 ora al giorno seduti nelle nostre auto tra traffico e parcheggio.
La tecnologia spinge verso auto elettriche e auto che si guidano da sole, ma siamo davvero sicuri che l’auto intelligente sia il futuro?
Secondo il mio punto di vista no. Una società evoluta farebbe a meno dell’auto, fornendo una fitta rete di trasporto pubblico gratuito, in grado di permetterci di spostarci da un punto qualsiasi ad un altro delle nostre città.
Le enormi superfici oggi occupate da autostrade, tangenziali e parcheggi diventerebbero inutili e potrebbero essere riallocate per esempio a verde urbano. Fate un giro nel centro della vostra città e provate ad immaginare, laddove vedete parcheggi e auto parcheggiate, aree verdi. E’ difficile immaginarlo.
Il costo di realizzazione e manutenzione di un sistema di trasporto pubblico sarebbe decisamente inferiore a quanto paghiamo oggi per la rete stradale, cosi come il costo di gestione sarebbe decisamente inferiore a quanto paghiamo oggi per manutenzione , benzina e tutto quello che abbiamo visto prima.
Qualcuno potrebbe obiettare che il settore auto, tra annessi e connessi, genera molti posti di lavoro. In realtè questo dato è errato in quanto, il maggior costo complessivo del settore auto nel suo complesso è costituito da materie prime che non generano posti di lavoro.
Oltre il 60% della spesa auto a livello italiano, riguarda infatti costi di carburante, materie prime e materiale stradale. Una cifra immensa, circa 70 miliardi di euro all’anno, che non genera posti di lavoro in quanto si tratta di un costo perso che viene letteralmente bruciato (56 miliardi è il costo di importazione del petrolio dedicato ai veicoli).
Diversamente, il trasporto pubblico genera un numero di posti di lavoro ben maggiore in rapporto a percorrenza e chilometraggio. Il dato ferroviario, per esempio, evidenzia un impatto in termini di posto di lavoro pari a circa 3 volte il settore dell’auto, mentre il trasporto pubblico locale, evidenzia un dato 5 volte superiore.
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