Circa 25 squadre si sfideranno nell’imminente competizione di Amazon per robot, che metterà alla prova i limiti di come una macchina intelligente può vedere, prelevare e imballare in una scatola di cartone.
Il gigante dell’e-commerce ha recentemente assegnato borse di viaggio ai 25 finalisti della Amazon Picking Challenge che voleranno a Seattle nel mese di maggio per competere nella gara e vincere il premio finale di 25mila dollari. Amazon si è posta lo scopo di reinventare la gestione dei propri magazzini, quelli da cui ogni giorno vengono spediti milioni di beni acquistati online. Tra i 25 finalisti ci sono anche due team italiani: il team del Politecnico di Torino e il team dell’Università di Pisa.
I robot di ogni squadra dovranno affrontare la sfida di vedere, prelevare e imballare 25 articoli posti su uno scaffale. Dovranno identificare con precisione, afferrare e confezionare gli oggetti con cura. I punti che andranno a stilare la classifica dei migliori robot saranno assegnati per la visione del computer – la capacità di distinguere una scatola di biscotti Oreo, per esempio, da una scatola di altra marca – e la destrezza nei movimenti. La caduta o il danneggiamento di un elemento si tradurranno in punti di penalizzazione.
Il vincitore riceverà come premio 25mila dollari in denaro. Lo scopo della gara è stimolare la comunità di ricerca robotica internazionale. A conferma di ciò, tutto il software prodotto dai team diventerà ‘open source’, e diventerà quindi a disposizione della comunità scientifica.
L’Italia è rappresentata tra i 25 finalisti della Amazon Picking Challenge dal team del Politecnico di Torino con Comau (membro del gruppo Fca), che propone una soluzione che "impiega un robot Comau per realizzare un ‘braccio’ che si muove in sei dimensioni e che ha due ‘mani’, una delle quali non ancora vista in commercio" ha spiegato all’ANSA uno dei ricercatori del Politecnico, Manuel Del Verme. Del team fanno parte anche Simone Baratta, Giorgio Toscana, Manuel Del Verme per il Politecnico di Torino e da Valentina Ferrara, Ivan Lazzero e Andrea Bisson per Comau.
Il secondo progetto italiano finalista è realizzato dal Centro di Ricerca "E. Piaggio" dell’Università di Pisa e dall’Istituto Italiano di Tecnologia. "Il nostro punto di forza è la mano del nostro robot, che ha tutti i gradi di libertà di una mano umana e un singolo motore che muove tutte le falangi permettendole di adattarsi a oggetti molto differenti", ha spiegato all’ANSA Manolo Garabini, ricercatore dell’ateneo toscano.
Amazon Kiva robots
I robots già svolgono un ruolo fondamentale nei centri di imballaggio di Amazon, trasportando 700 libbre di scaffali dentro e fuori i magazzini, ma ora la sfida è nella gestione dei singoli oggetti. Amazon dice che spera che il concorso possa "rafforzare i legami tra le comunità di robotica industriale e accademica e promuovere soluzioni condivise e aperte".
Parte del modo in cui Amazon è al passo con i tempi sono i nuovi robot Kiva, operativi da oltre un anno nei magazzini di Amazon negli Stati Uniti. Ci sono 15.000 robot Kiva sparsi in tutti i 10 magazzini di Amazon, che ha più di 50 impianti negli Stati Uniti. I robot consentono all’azienda di fornire milioni di articoli ai clienti in tempi più rapidi. L’anno scorso, i clienti di Amazon.com hanno ordinato più di 36,8 milioni di articoli in tutto il mondo, pari a 426 ordini al secondo, secondo le statistiche di Amazon. Nella pratica, il dipendente ‘umano’ manda un impulso al robot dicendogli da quale scaffale deve essere preso il prodotto, quindi il robot si dirige presso lo scaffale in questione, si posiziona esattamente al di sotto di esso, lo eleva da terra di qualche centimetro e lo trasporta a fianco del dipendente che deve prendere l’articolo. A questo punto al dipendente, rimanendo nella sua postazione, non rimane altro che prendere l’articolo e rimandare il robot a riposizionare lo scaffale dove prima si trovava.
Con le nuove tecnologie, i robot dovranno essere in grado di riconocere il singolo prodotto da imballare e spedire.
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