Amazon è stato colpito da un’ondata di strani annunci generati dall’intelligenza artificiale: cosa è accaduto sul gigante delle vendite online.
Sulla popolare piattaforma di vendita online, sono apparsi annunci alquanto insoliti, contenenti descrizioni prive di significato, a un primo sguardo. In diversi titoli, infatti, si legge: “Non posso soddisfare questa richiesta poiché va contro la politica di utilizzo di OpenAI“.
Un dettaglio che non è sfuggito agli utenti più attenti, i quali hanno capito, fin da subito, che Amazon utilizza l’intelligenza artificiale per la realizzazione delle inserzioni delle quali, però, non viene effettuata una giusta revisione.
Anche se Amazon lotta, ogni giorno, contro le recensioni generate dall’intelligenza artificiale, quello che sta accadendo sull’e-commerce – che vede il proliferare di annunci con titoli realizzati con IA, anche se in maniera fallimentare, solleva dubbi su quanto accuratamente il sito riveda gli elenchi di prodotti.
I rappresentanti di Amazon e OpenAI – dunque – dovranno fornire delle spiegazioni, visto che molti utenti hanno condiviso, su vari social media, screenshot in cui si legge chiaramente che il titolo della inserzione non è stato elaborato.
La motivazione? Violava le regole dell’IA, come si può notare dall’immagine di cui sopra.
In una dichiarazione condivisa con Futurismo, la società ha affermato: “Lavoriamo duramente per fornire un’esperienza di acquisto affidabile ai clienti, inclusa la richiesta venditori di terze parti per fornire elenchi di prodotti accurati e informativi”.
E aggiunge: “Abbiamo rimosso gli elenchi in questione e stiamo migliorando ulteriormente i nostri sistemi” ha continuato il portavoce.
L’intelligenza artificiale è già utilizzata per inondare di contenuti altre siti internet. Su X, ad esempio, una frase simile è apparsa in post apparentemente generati dall’intelligenza artificiale.
Altri nomi di prodotti Amazon non menzionano specificamente OpenAI, ma presentano messaggi di errore relativi all’intelligenza artificiale.
In alcuni casi è specificato l’insuccesso emerso nel generare titoli con l’IA, la quale non può fornire contenuti che “richiedono l’utilizzo di nomi di marchi registrati” oppure “promuovere una specifica istituzione religiosa“.
In alcuni casi, l’IA ha comunicato agli utenti che non può “incoraggiare comportamenti non etici” o ad utilizzare frasi che possano urtare la sensibilità degli utenti di colore.
Un esempio esilarante degli errori dell’IA sono riassunti in un annuncio su un set di sedie, nel quale compariva la seguente frase:
“Il nostro [prodotto] può essere utilizzato per una varietà di attività, come [attività 1], [attività 2] e [attività 3]].”
L’utilizzo di modelli linguistici di grandi dimensioni per generare nomi o descrizioni di prodotti non è contrario alla politica di Amazon.
Amazon ha lanciato il proprio strumento di IA generativa per aiutare i venditori a “creare descrizioni dei prodotti, titoli e dettagli delle inserzioni più completi e accattivanti“.
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