Quasi un anno fa, Beats lanciava sul mercato i Beats Studio Buds, un paio di auricolari completamente wireless (tws) con cancellazione attiva del rumore (ANC), Bluetooth di Classe 1 e supporto per audio Dolby Atmos. Tre le varianti di colore disponibili al debutto – Nero, Bianco e Rosso Beats – con un prezzo di 149,95 euro. Ora, in occasione della recente introduzione delle tre nuove colorazioni Rosa tramonto, Blu oceano e Grigio lunare, abbiamo avuto modo di testare quest’ultima. Di seguito andiamo quindi a recensire questo prodotto che, a detta del produttore, risulta essere il prodotto Beats più venduto a livello globale.
Il contenuto della confezione di vendita di Beats Studio Buds propone, oltre alla custodia di ricarica con all’interno ospitati i due auricolari, un cavo da USB-C a USB-C per la ricarica della custodia, copriauricolari in tre misure per migliorare l’aderenza di ciascun auricolare quando indossato, la guida rapida all’utilizzo, un adesivo con l’iconico logo “b” e la scheda di garanzia del prodotto. Si può anche trovare un flyer con stampato un qr code tramite il quale si possono ricevere fino a 6 mesi gratuiti di Apple Music, il servizio di streaming musicale di Apple: una promozione disponibile solo per i nuovi abbonati a Apple Music, non per chi è già stato abbonato in passato o ha usufruito di un periodo di prova.
Nota: Nella nostra prova, abbiamo utilizzato i Beats Studio Buds connessi ad uno smartphone e ad un tablet Android, oltre che all’Apple TV 4k di ultima generazione (con tvOS 15.5).
Partiamo dalla custodia di ricarica, che ospita e ricarica gli auricolari. E’ compatta e molto liscia, realizzata in plastica dura e di forma ovale, come un uovo leggermente schiacciato lungo l’asse più lungo. Le dimensioni sono 25.5mm in altezza, 72mm in lunghezza e 51mm in larghezza con un peso di circa 48 grammi (senza auricolari dentro) / 58 grammi (con auricolari dentro). La parte superiore si apre e si chiude, con una cerniera e dei magneti che mantengono lo sportellino ben chiuso – c’è da fare l’abitudine nel chiuderlo, le prime volte si può temere di rompere tutto, perchè i magneti sono molto potenti e l’aggancio è immediato – il che è positivo, segno di tenuta salda della chiusura. Nella parte inferiore si trova la porta USB-C per la ricarica, mentre nella parte frontale si trova un LED che mostra lo stato degli auricolari (accoppiati, in reset, disponibili per l’accoppiamento, in caricamento, ecc.).
Una volta aperta la custodia di ricarica si rivelano i due auricolari, ospitati ciascuno nel rispettivo alloggio, anche questi in maniera ben salda perchè sono magneticamente agganciati all’interno della custodia di ricarica per far combaciare perfettamente i pin per la ricarica della batteria. I magneti anche in questo caso sono molto potenti, per cui c’è da esercitare una certa forza respingente per estrarre i buds – questione di abitudine. Nello spazio tra i due auricolari, la custodia integra un pulsantino che serve per l’accoppiamento ad altri dispositivi e per il reset di fabbrica del prodotto. Ciascun auricolare misura 15mm in altezza, 20.5mm in lunghezza e 18.5mm in larghezza con un peso di circa 5 grammi – sono molto leggeri, e anche se sporgono un poco dalle orecchie non danno alcun fastidio, nemmeno nell’uso prolungato.
Estratti gli auricolari, ci troviamo di fronte ad un formato in-ear con pre-applicati copri-auricolari della dimensione ‘medium’ mentre è possibile fare diverse prove e cambiarli – in maniera molto semplice – con le versioni ‘small’ e ‘large’ a seconda di quale garantisce la migliore aderenza all’interno delle proprie orecchie. Questi Beats Studio Buds sono stati progettati con ugello acustico inclinato ergonomicamente che ha una micro apertura fatta al laser per ridurre la pressione nelle orecchie. La particolare forma degli auricolari fa in modo che sia di fondamentale importante il momento dell’inserimento dentro l’orecchio: l’auricolare va prima inserito delicatamente, poi quando è dentro bisogna ruotarlo premendo leggermente verso il basso fino a sentirlo stabile. Per farsi un’idea visiva di questo suggeriamo di guardare l’immagine qui sotto. Scegliendo la giusta dimensione dei copri-auricolare e inserendo correttamente gli auricolari, si può stare tranquilli che resteranno ben saldi nelle orecchie, anche durante la corsa; in alcuni rari casi, se proprio si suda moltissimo e si sta facendo un allenamento a corpo libero intensivo (con salti, ecc.), l’auricolare potrebbe iniziare un poco a scivolare verso l’esterno, senza comunque cadere, quindi basta riposizionarlo correttamente per proseguire nell’allenamento.
Gli auricolari non hanno controlli touch per gesture ma ciascun bud integra il pulsante multifunzione “b” che, a seconda del tipo di tocco, permette di passare da ANC alla modalità Trasparenza ma anche di rispondere/terminare una chiamata, avviare/pausare la riproduzione, e saltare i brani. Delle funzionalità di questo pulsante ne parleremo più sotto.
Altra cosa importante da notare è che i Beats Studio Buds soddisfano lo standard IPX4, e sono quindi resistenti al sudore e agli schizzi d’acqua: se si suda in una sessione intensiva di allenamento, non bisogna preoccuparsi degli auricolari. Attenzione, invece, che la custodia non è resistente all’acqua e al sudore. A tal proposito ricordiamo una nota di Apple: "non tentare di ricaricare i Beats Studio Buds quando sono bagnati".
I Beats Studio Buds fungono da auricolari bluetooth, quindi praticamente possono connettersi a tutti i dispositivi bluetooth. Ufficialmente, la compatibilità è garantita sia con dispositivi Apple (iOS) che Android, con la disponibilità di alcune funzionalità che varia in base alla piattaforma a cui gli auricolari vengono collegati.
Nel momento in cui si apre la custodia la prima volta, il led frontale si accende, segno che gli auricolari sono in modalità ‘pronti per la prima associazione’, quindi basta prendere in mano lo smartphone – o altro dispositivo a cui si desidera connetterli – e andare nella sezione bluetooth per la ricerca di nuovi dispositivi nelle vicinanze, quindi selezionare ‘Beats Studio Buds’ quando il nome compare nell’elenco dei dispositivi disponibili. Pochi secondi e l’accoppiamento viene completato. A questo punto gli auricolari già sono utilizzabili per ascoltare la musica. L’accoppiamento è ancora più semplice con iOS o Android 6+ (e Google Play Services e accesso alla posizione attivato) perchè nel momento in cui si apre la custodia vicino al telefono sbloccato, compare sullo schermo direttamente una finestra pop-up con le istruzioni da seguire per l’associazione rapida.
E’ possibile abbinare gli auricolari a più dispositivi: dopo la prima associazione, basta tenere gli auricolari nella custodia con il coperchio aperto, quindi tenere premuto il piccolo pulsante rotondo posizionato tra i due auricolari finché il LED non inizia a lampeggiare: a questo punto, la modalità di abbinamento degli auricolari è attiva ed è possibile abbinarli a qualsiasi dispositivo bluetooth standard. Senza difficoltà siamo riusciti ad abbinarli a pc, due smartphone, tablet e Apple TV.
Per poter però gestire le funzionalità degli auricolari, controllare il livello della batteria e aggiornare il firmware degli auricolari è necessario scaricare l’applicazione ‘Beats’ disponibile sia per iOS che per Android.
Il cuore degli auricolari sono un driver proprietario a doppia membrana da 8,2mm, con un rigido pistone centrale dallo strato esterno flessibile. Beats ha previsto una acustica a doppia camera per la separazione stereo e una minima distorsione armonica. Gli auricolari offrono tre modalità di ascolto: ANC (cancellazione del rumore attiva), ‘NO‘ (per ascoltare il suono così come è, senza ANC o altre tecnologie) e ‘Trasparenza‘ (per ascoltare i suoni ambientali quasi come non indossando gli auricolari).
Per quanto concerne la cancellazione attiva del rumore (ANC), attivarla serve per ridurre i rumori esterni (come il vento). Questo lavoro gli auricolari lo svolgono sfruttando il controllo adattivo del guadagno in tempo reale. Il lavoro che fa l’algoritmo dei Beats Studio Buds è molto buono: pur non eliminando il 100% dei suoni ambientali, nella stessa stanza con il televisore a volume piuttosto alto gli auricolari riescono a ridurre buona parte del rumore e garantire un piacevole isolamento, quando non si sta ascoltando musica. In tal caso, Beats per non compromettere la qualità del suono quando ANC è attivata, ha messo a punto un algoritmo che monitora di continuo il file sorgente e in tempo reale corregge ed elimina fino a 48.000 volte al secondo gli artefatti che compromettono il suono – algoritmo molto valido, perchè non abbiamo notato una distorsione del suono o riduzione eccessiva della qualità durante l’ascolto di musica con ANC attivata. ANC è una tecnologia che va a gusti, e il sottoscritto preferisce sempre tenerla disattivata per poter ascoltare il suono senza troppe manipolazioni software, ma se dovessero capitare situazioni in cui il rumore ambientale è eccessivo so che potrebbe tornare molto utile.
Altra modalità disponibile è ‘Trasparenza‘, che permette di sentire cosa accade nell’ambiente in cui si è senza aver bisogno di rimuovere gli auricolari dalle orecchie: quando è attiva i microfoni esterni integrati negli auricolari mescolano i suoni dell’ambiente circostante con la musica in riproduzione. Ideale pr quando si sta ascoltando musica, entra qualcuno nella stanza per chiedere qualcosa e si vuole sentire cosa ha da dire senza dover rimuovere gli auricolari; oppure se in treno si vuole ascoltare ‘la prossima destinazione’ dallo speaker senza rimuovere i buds dalle orecchie.
I codec audio supportati dai Beats Studio Buds sono limitati a due: SBC e AAC. Nella scelta del meno peggio tra i due, è preferibile AAC. Teoricamente è il dispositivo a cui gli auricolari si connettono che dovrebbe selezionare sempre il codec migliore, ma non è sempre così. Ad esempio, collegati ad un Samsung Galaxy S10e gli auricolari si sono conessi in AAC (verificato in ‘Opzioni Sviluppatore’), mentre collegati ad un OnePlus Nord CE 2 5G il codec si è impostato su SBC ma è bastato entrare nelle impostazioni Bluetooth>Beats Studio Buds e attivare l’opzione ‘audio in alta qualità’ per switchare al codec AAC. Presumiamo, ma non lo sappiamo con certezza, che il collegamento ad un iPhone avvenga direttamente con codec AAC, essendo un codec di Apple. Sui dispositivi Android, a meno di non poter verificare all’interno delle ‘Opzioni Sviluppatore’ il codec in uso, si può provare a controllare nelle impostazioni Bluetooth>Beats Studio Buds l’eventuale disponibilità dell’opzione ‘audio in alta qualità’ e abilitarla per essere sicuri che il codec sia AAC. Purtroppo, l’app Beats non indica il codec attivo durante la connessione con gli auricolari (feedback per Beats: potrebbe essere una buona aggiunta in un eventuale futuro aggiornamento).
Per quanto riguarda la qualità audio, è molto molto buona. I fan del brand Beats non possono rimanere delusi dalla qualità audio di questo prodotto, sempre considerando il suo prezzo: il potenziamento dei bassi è nel dna dei prodotti di questo brand, e non è da meno in questi Studio Buds. La percezione del suono è comunque qualcosa di soggettivo, ci sono molteplici fattori che possono influire sulla resa finale. A parte il codec audio, con il migliore offerto da questi auricolari che abbiamo detto essere l’AAC (Advanced Audio Codec), anche la bontà della connessione influsice (eventuali interferenze riducono la qualità) e, soprattutto, il tipo di file che si sta ascoltando. Spotify sarà pure il servizio di streaming più popolare ma se consideriamo la qualità va messo agli ultimi posti della classifica tra i servizi di streaming musicale, proponendo solo musica compressa; nonostante questo, l’audio da Spotify è sufficientemente accettabile tramite i Beats Studio Buds. La resa migliore da questi auricolari si può ottenere ascoltando tracce audio lossless, ad esempio da servizi in streaming su abbonamento come Apple Music e Amazon Music HD (che abbiamo testato, ma esistono anche di Deezer HiFi, TIDAL HiFi e Qobuz) oppure, per chi preferisce, da un CD o brani acquistati in digitale. Infatti, partendo dal presupposto che l’audio wireless comunque viene compresso, in tal caso usando il codec AAC, è preferibile che a monte ci sia un file non compresso (in ALAC o FLAC) e in alta qualità, piuttosto che già compresso. Premesso questo, in generale come suonano questi Beats Studio Buds non dispiace prorio, anzi: siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Come già anticipato sopra, Betas è sinonimo di bassi rafforzati, e questi Studio Buds offrono bassi molto ricchi sì ma in maniera equilibrata, lasciando spazio comunque a medi e alti. E’ inevitabile che il potenziamento dei bassi va a discapito degli altri suoni, ed è importante sapere questo prima dell’eventuale acquisto. Abbiamo ascoltato gli stessi brani da diversi dispositivi, e in alcuni casi alzando troppo il volume abbiamo percepito dei bassi fin troppo spinti – tuttavia, dal momento che non è cosa che abbiamo sempre riscontrato, presumiamo che il problema fosse il dispositivo o l’app (il software si occupa di gestire la codifica, e presumiamo che non funzioni uguale su tutti i device); molto buona la qualità con smartphone e tablet Samsung Galaxy (per molti brani meglio ancora con l’opzione Dolby Atmos attivato su ‘auto’). Oggi sul mercato tws in grado di riprodurre suono in alta risoluzione senza compressione del segnale non esistono; persino i codec LDAC di Sony o il Scalable Codec di Samsung hanno dei limiti, anche se possiamo ritenerli migliori rispetto a AAC nella loro configurazione ottimale (QUI chi interessato ad approfondire). Ad esempio, in alcuni casi abbiamo trovato migliore l’ascolto – inteso come un miglior equilibrio tra bassi, medi e alti con una ampiezza del suono maggiore – con dei Galaxy Buds+ connessi ad un dispositivo Samsung Galaxy via Scalable Codec, il quale ha una capacità di trasmissione (bitrate) maggiore. E si potrebbe continuare all’infinito nel riportare casi d’uso, ma per non dilungarci troppo giungiamo alla conclusione finale che, in generale, con tutti i limiti della compressione wireless e di codec, il rapporto qualità/prezzo dei Beats Studio Buds è ottimo. L’importante è assicurarsi che il dispositivo con cui si vuole ascoltare musica sia compatibile con il codec AAC e, preferibilmente, che la musica alla fonte sia almeno lossless.
I Beats Studio Buds si attivano nel momento in cui si apre la custodia di ricarica: se non ancora associati ad un dispositivo, vanno associati seguendo sul proprio smartphone, tablet o altro device la procedura tradizionale di associazione di un dispositivo bluetooth (a meno che non si abbia un dispositivo compatibile con l’associazione rapida, come riportato in precedenza); se già associati ad almeno un dispositivo, gli auricolari si connettono subito a quello (funziona anche con device Android); se associati a più di un dispositivo, gli auricolari si connettono all’ultimo dispositivo a cui erano connessi, se disponibile.
Ciascun auricolare è dotato del pulsante multifunzione ‘b’ a pressione (non è touch o a sfioramento), che basta premere una volta per far partire la musica o mettere in pausa, due volte per passare al brano successivo oppure tre volte per tornare a quello precedente. Tramite l’app Beats è possibile attivare un’azione per la pressione prolungata: ad esempio, alzare/abbassare il volume, potendo scegliere con quale dei due auricolari alzare o abbassare il volume. Non attivando questa opzione, per impostazione predefinita tenendo premuto il pulsante multifunzione si può passare dalla cancellazione attiva del rumore (ANC) alla modalità Trasparenza.
Un consiglio è di associare gli auricolari ad almeno un dispositivo Android o iOS, anche se poi si useranno per ascoltare da altri device; in questo modo, tramite l’app Beats, si potrà tenere aggiornato il firmware ed eventualmente modificare le impostazioni tra quelle disponibili. L’aggiornamento del firmware è importante – nel nostro caso, appena configurati la prima volta, era disponibile un aggiornamento del firmware e tra il prima e dopo abbiamo notato un aumento della qualità del suono.
Per quanto concerne la qualità dell’audio in chiamata, Beats ha detto di aver progettato questi Studio Buds per consentire di effettuare chiamate in alta qualità: durante le chiamate, si attivano i due microfoni beamforming per riconoscere la voce e bloccare i rumori esterni e del vento, in modo che il destinatario possa sentire una voce chiara; questa configurazione fa il suo lavoro bene, la qualità in chiamata – sia per chi ascolta che per chi sta dall’altra parte – è buona, a patto però di non essere in un ambiente troppo affollato.
Gli auricolari sono dotati di tecnologia wireless Bluetooth di Classe 1, con ciascun earbud che si connette al dispositivo in modo indipendente, così quando si sta guardando un video le immagini sono sincronizzate con l’audio.
Quando collegati ad un iPhone, i Beats Studio Buds supportano l’attivazione di Siri ‘a mani libere’, quindi si può richiamare l’assistente vocale di Apple senza dover toccare il gli auricolari o il telefono, dicendo semplicemente “Ehi Siri”. Nel nostro caso, avendo provato gli auricolari con dispositivi perlopiù Android, è possibile impostare tramite l’app Beats la pressione prolungata del pulsante ‘b’ per richiamare l’assistente vocale predefinito del telefono, come l’Assistente Google.
Questi Studio Buds sono il primo prodotto Beats a supportare la funzione "Dov’è" su iOS e "Trova il mio dispositivo" su Android, permettendo di ritrovare facilmente gli auricolari quando non si trovano più utilizzando l’ultima posizione conosciuta (quando sono abbinati tramite Bluetooth) oppure facendoli suonare se si trovano nelle vicinanze. La localizzazione è possibile a patto di aver dato il consenso al tracciamento della posizione del dispositivo.
Un recente aggiornamento dell’app Beats per Android ha aggiunto il widget che mostra sempre lo stato della batteria deglla custodia e degli auricolari, stato che comunque è visibile anche nella barra delle notifiche o all’interno dell’app Beats.
Veniamo al supporto per "l’audio spaziale" menzionato da Apple nelle pagine di promozione del prodotto. I Beats Studio Buds supportano il "Dolby Atmos" quando collegati a dispositivi Android, iPhone e iPad che supportano questa tecnologia in trasmissione wireless. Non supportano l’audio spaziale inteso come "Dolby Atmos con tracciamento della posizione", al momento supportato solo dai Beats Fit Pro (restando nella famiglia di prodotti Beats, escludendo AirPods Pro). Abbiamo collegato i Beats Studio Buds ad una Apple TV 4k di ultima generazione e non vi è la possibilità di gestire l’audio spaziale, con oltretutto l’output che nemmeno è in Dolby Atmos ma solo stereo. La resa del Dolby Atmos – quando connessi ad un dispositivo compatibile – dipende dalle tracce audio: è una tecnologia nuova, dopo diversi ascolti, anche con altre cuffie, al momento abbiamo concluso che ci sono tracce audio ben mixate in Dolby Atmos, altre no e che suonano meglio in stereo lossless – non è colpa degli auricolari.
Parlando di autonomia, è bene ricordare che la durata della batteria dei Beats Studio Buds, ma in generale di tutti i tws, dipende dalle impostazioni del dispositivo, dalle condizioni ambientali (per la presenza di eventuali interferenze), dal codec in uso, dalla distanza tra gli auricolari e il dispositivo collegato e da molti altri fattori. Beats per questi Studio Buds garantisce una autonomia della batteria a fino a 8 ore di ascolto con una singola carica completa solo degli auricolari, con due ricariche aggiuntive possibili dalla custodia tascabile, per un totale di fino a 24 ore di ascolto combinato (auricolari+custodia di ricarica) senza ANC o modalità Trasparenza abilitate. Con una di queste abilitate, Beats stima una autonomia di fino a 5 ore di ascolto con una singola carica completa (auricolari), fino ad un totale di 15 ore (auricolari+custodia). Sulla carta, sono stime molto buone, e comunque nella realtà i casi di ascolto prolungato fino a 8 ore continue sono rari; in altre parole, l’autonomia è molto buona e, se non ci si dimentica di ricaricare la custodia, difficilmente si rimane con la batteria degli auricolari a secco – nel nostro test, dopo un’ora e mezza di riproduzione continua senza ANC o modalità Trasparenza abbiamo registrato un’autonomia residua degli auricolari dell’80%. In ogni caso, la custodia di ricarica è dotata della tecnologia di ricarica rapida ‘Fast Fuel‘ che permette di ricaricare gli auricolari 5 minuti per ottenere fino a 1 ora di ascolto.
In generale, siamo stati molto soddisfatti della qualità dei Beats Studio Buds, che riteniamo abbiano un rapporto qualità/prezzo è ottimo. Se il loro prezzo commerciale è di 149,95 euro, su Amazon.it non è raro trovarli in offerta attorno ai 100 euro circa. L’importante è assicurarsi che il dispositivo con cui si vuole ascoltare musica sia compatibile con il codec AAC e, preferibilmente, che la musica alla fonte sia almeno lossless. Per il resto, i fan Beats possono apprezzare i bassi potenziati senza rimanere delusi; al contrario, coloro che preferiscono l’ascolto di un campo sonoro più ampio, con un maggiore equilibrio tra alti, medi e bassi senza correre il rischi che questi ultimi vadano a sovrapporsi agli altri suoni meglio provare a cercare altro. E se non si sa da dove partire, se si possiede un dispositivo Samsung Galaxy, un consiglio è di puntare sui dei Galaxy Buds che supportano il codec Samsung Scalable Codec. Per chi ha dispositivi Apple, invece, che per quanto sappiamo supportano al massimo solo il codec AAC, i fan del brand Beats potrebbero trovare i Studio Buds una valida alternativa agli AirPods.
Nota: quanto riportato nella recensione fa riferimento ali Beats Studio Buds che abbiamo avuto modo di testare a fine Maggio 2022; eventuali aggiornamenti software futuri potrebbero migliorare/peggiorare la qualità dell’audio e aggiungere/rimuovere funzionalità.
Articolo aggiornato il 26.05.2022 per meglio specificare i riferimenti a Apple e Beats.
Beats Studio Buds – unboxing
Beats Studio Buds – introduzione alle cuffie
Beats Studio Buds – aggiornamento del firmware tramite app Beats per Android
Beats Studio Buds – stato batteria nella barra delle notifiche (Android)
Beats Studio Buds – app Beats (Android)
Beats Studio Buds – ‘Trova il mio dispositivo’ tramite menu Impostazioni bluetooth su Android
Beats Studio Buds – ‘Trova il mio dispositivo’ tramite app Beats su Android
Beats Studio Buds – widgets su Android
Beats Studio Buds – come inserire gli auricolari per la migliore aderenza
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