Secondo la società di ricerche di mercato Nielsen, a metà dell’anno 2018 sono stati pubblicati oltre 70.000 album musicali diversi. E’ tra le informazioni emerse dall’ultimo rapporto della Recording Industry Association of America (RIAA), che fotografa il mercato della musica negli Stati Uniti nei primi sei mesi di quest’anno, in cui i ricavi sono cresciuti del 10% su base annua e da 4,2 miliardi di dollari a 4,6 miliardi, in gran parte grazie ai servizi di streaming, a cui sempre piu’ persone fanno affidamento per ascoltare la musica legalmente. La musica in streaming ha rappresentato tre/quarti dei ricavi del settore.
Trovare un pubblico in questa vasta gamma di scelte musicali e competere per ricevere l’attenzione del maggior numero di utenti sulle nuove forme di intrattenimento, come lo streaming, è una sfida per artisti e case discografiche, e oggi essere presenti sul maggior numero di piattaforme digitali è fondamentale per il successo. Le tendenze generali del mercato della musica nella prima metà del 2018 hanno continuato a riflettere la rapida transizione dell’industria musicale dalle vendite fisiche e digitali basate su unità fisiche a fonti musicali in streaming. Che lo streaming è il futuro non vi è dubbio, cosa che va a scapito del download digitale, il cui fatturato continua a calare, da 765 milioni di dollari nel primo semestre 2017 a 562 milioni di dollari nel 2018. Nello stesso periodo le vendite di CD sono diminuite del 41%, mentre sono aumentate le vendite di vinili del 13%.
"Siamo orgogliosi dei progressi finora raggiunti e del ruolo delle case discografiche nell’aiutare a promuovere un mercato di streaming diversificato. L’economia dello streaming musicale presenta una miriade di nuove opportunità, ma anche la sua quota di sfide" ha commentato Mitch Glazier, Presidente della RIAA.
I ricavi derivanti dalla musica in streaming sono cresciuti del 28% anno su anno a 3,4 miliardi di dollari nella prima metà del 2018. Questa ampia categoria include i ricavi dei servizi di abbonamento (come le versioni a pagamento di Spotify, Apple Music, Amazon, TIDAL e altri), digitali e servizi radio personalizzati (come Pandora, SiriusXM e altre radio Internet) e servizi di streaming su richiesta supportati dalla pubblicità (come YouTube, Vevo e Spotify supportato dagli annunci). La stragrande maggioranza della crescita del fatturato del settore durante il periodo proviene dalla musica in streaming.
Gli abbonamenti a pagamento sono diventati il più grande formato per la musica in termini di entrate. La crescita anno su anno del 33% ha portato i ricavi totali da sottoscrizioni a 2,5 miliardi di dollari, quindi tre/quarti delle entrate del settore discografico provengono dallo streaming e tre/quarti di queste dagli abbonamenti a pagamento. Nonostante gli utenti inferiori, lo streaming in abbonamento ha ampiamente generato maggiori entrate rispetto alle entrate dai servizi supportati dalla pubblicità. Infatti, la crescita dei ricavi delle sottoscrizioni è stata guidata dai sempre piu’ utenti che scelgono di abbonarsi ad un servizio di streaming musicale, gruppo che si è ingrandito del 48% a una media di 46,6 milioni nella prima metà del 2018, con un tasso di crescita medio di oltre 1 milione di abbonamenti al mese.
La pubblicità ha sostenuto i ricavi per la musica on-demand da servizi come YouTube, Vevo e la versione ad-supported di Spotify con una crescita del 21% su base annua a 369 milioni di dollari. Mentre Nielsen ha riferito che questi servizi hanno trasmesso centinaia di miliardi di canzoni ai fan negli Stati Uniti nel primo semestre 2018, i ricavi delle piattaforme on-demand supportate da pubblicità rappresentano solo l’11% dei ricavi totali dallo streaming. I ricavi da servizi radio digitali e personalizzati supportati da pubblicità sono stati di 528 milioni di dollari nel primo semestre del 2018, in aumento del 13% rispetto al primo semestre dell’anno precedente.
Grafici dal rapporto RIAA del primo semestre 2018
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