I soggetti poliglotti, ovvero quelli che parlano più lingue, hanno un funzionamento del cervello molto particolare che consente di imparare nuovi idiomi più facilmente: cosa è emerso da un recente studio.
Imparare una nuova lingua è sempre una grande emozione, oltre che un’opportunità di interagire con persone provenienti da altri luoghi e di avere anche più possibilità sul piano lavorativo. Oltre all’apprendimento scolastico c’è quello universitario, ma anche i vari corsi di lingue extra, senza dimenticare le tante app e ovviamente le esperienze all’estero che permettono di parlare e ascoltare la lingua assimilandone anche le espressioni più comuni. Non sono pochi coloro che allargano ulteriormente le proprie conoscenze linguistiche e arrivano a imparare anche più di una lingua.
Un recente studio condotto da alcuni ricercatori sull’attività cerebrale di 34 soggetti poliglotti ha permesso di scoprire interessanti novità sul funzionamento del nostro cervello in riferimento all’apprendimento delle lingue. I partecipanti al test – ognuno con una conoscenza di almeno 5 lingue – hanno ascoltato dei testi in otto diverse lingue: oltre alla madrelingua hanno ascoltato idiomi che conoscevano meno, fino a quelli completamente ignoti.
Lo studio ha fatto emergere che la rete linguistica del cervello, che comprende aree come i lobi frontali e temporali, si attiva di più quando i soggetti ascoltano lingue per cui hanno più competenza. Tuttavia lo stesso studio ha rilevato che non ci sono differenze importanti nell’attivazione cerebrale durante l’ascolto della madrelingua e le altre lingue che i partecipanti al test conoscono bene.
Invece durante l’ascolto di lingue non familiari ma comunque collegate dal punto di vista linguistico a quelle dei soggetti sottoposti al test la risposta del cervello è apparsa maggiore. Probabilmente il cervello sfrutta proprio queste connessioni tra lingue simili per rendere più semplice l’elaborazione di nuove informazioni sul piano linguistico. Un meccanismo che pare facilitare l’apprendimento di nuove lingue per i soggetti poliglotti.
I ricercatori hanno già fatto sapere che i prossimi test saranno ancora più accurati, dato che questo studio aveva qualche mancanza. In particolare gli studiosi vogliono approfondire la gestione del multilinguismo da parte di soggetti che hanno appreso più di una lingua in giovane età, come ad esempio i migranti.
Queste ricerche consentiranno di capire meglio il funzionamento cerebrale in relazione all’apprendimento linguistico e permetteranno di ottimizzare il processo a tutte le età.
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