Come diseredare il nostro fratello al momento di morire, ecco cosa ci dice la legge italiana per compilare il nostro testamento

A seguito di numerose dispute familiari, in Italia c’è la possibilità di diseredare il proprio fratello. Una scelta estrema, spesso figlia di attriti insanabili tra le mura domestiche. Nonostante sull’asse ereditario ogni fratello abbia il diritto di ereditare una parte di patrimonio dai genitori, esistono situazioni limite dove tra fratello qualcuno può delegittimare l’altro. Ecco cosa potrebbe accadere nella legge italiana e come si mette in moto questo sistema.

Diseredare il proprio fratello all’eredità, il metodo

Partiamo da un principio, ovvero a cosa ci spinge nel chiedere di diseredare il nostro fratello. Le situazioni per una simile richiesta devono essere estreme, magari condite da atteggiamenti molto dannosi da parte del nostro germano. Comportamenti che, in Tribunale, il giudice dovrà esaminare anche sul piano penale. Solo in tali condizioni, come nel caso di un comportamento molto violento verso i genitori con conseguente denuncia e riconoscimento del reato, si potrebbe innescare questo meccanismo sull’asse di eredità.

La quota di legittima in Italia

Alcuni parenti devono obbligatoriamente ricevere una parte di eredità in caso di nostro decesso. Attraverso le regole della quota di legittima, la legge italiana impone che una minima parte del nostro patrimonio passi nelle mani dei legittimari alla nostra morte. Si tratta del coniuge, i nostri figli e gli ascendenti. Con questo, intendiamo i nostri genitori e, in alcune situazioni dove possibile, i nostri nonni.

Nonostante la linea di sangue familiare, la legge italiana non riconosce i propri fratelli o sorelle come legittimari. In tal senso, la legge italiana ci spiega come possiamo diseredarli semmai volessimo dal nostro testamento. Senza metodi troppo complessi, almeno nel nostro decesso abbiamo la libertà di escludere il nostro germano. Basterà scrivere, prima della nostra morte, un testamento dove diciamo come l’eredità non deve passare nelle mani di nostro fratello.

Seppur imbarazzante come situazione, la legge c’impone di lasciare una memoria su questa scelta. In quello che sarà l’ultimo atto prima della dipartita, dovremo spiegare anche le motivazioni legate alla scelta di diseredare il nostro fratello. Ovviamente tali dichiarazioni su carta devono rispondere alla realtà dei fatti, ma soprattutto devono evidenziare bene le motivazioni della scelta agli occhi del notaio che prenderà in carico la gestione della nostra eredità.

Tra i testamenti che possiamo effettuare in questo senso, il più semplice da redigere è quello di tipo olografo. Si tratta del testamento scritto di nostro pugno, che per essere riconoscibile dovremmo anche datare e soprattutto firmare.