Il chip nel cervello di Neuralink è stato impiantato lo scorso gennaio al ‘paziente zero’ Noland Arbaugh. Dopo 100 giorni l’azienda di Elon Musk ha spiegato nel dettaglio come stanno andando le cose: continua a leggere per saperne di più.
Grazie all’avanzare della tecnologia stiamo assistendo a miglioramenti straordinari praticamente in ogni settore. Già da molto tempo le evoluzioni in campo tecnologico stanno portando grandi novità anche nel settore della sanità, ma la notizia di questi ultimi giorni è qualcosa di veramente impensabile fino a poco tempo fa. In molti hanno imparato a conoscere Neuralink, l’azienda di neurotecnologie che ha tra i fondatori anche il multimilionario Elon Musk. L’obiettivo principale di Neuralink è quello di sviluppare interfacce neurali da impiantare nei pazienti interessati da gravi malattie cerebrali.
Lo scorso gennaio Noland Arbaugh è stato il primo paziente a prendere parte allo studio sperimentale PRIME di Neuralink. Arbaugh, definito non a caso il ‘paziente zero’, ha ottenuto un impianto Link: il chip sviluppato dall’azienda è stato infatti impiantato nel suo cervello.
Sono passati più di 100 giorni da questa operazione e in questi mesi Neuralink ha seguito con attenzione i progressi mostrati dal paziente, monitorando il chip. L’azienda di Elon Musk non ha negato che in un primo momento le cose non sono andate molto bene perché alcuni fili “si sono ritratti dal cervello” del paziente provocando una diminuzione importante del numero di elettrodi efficaci.
Fortunatamente il costante monitoraggio ha permesso all’azienda di intervenire tempestivamente, modificando l’algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali dei neuroni. Alla lunga è emerso che non solo Arbaugh è tornato alle prestazioni iniziali, ma le ha addirittura migliorate.
Il funzionamento del sistema sviluppato da Neuralink è stato spiegato nel dettaglio dalla stessa azienda. Una serie di sensori inseriti nei vasi sanguigni vengono controllati attraverso il Synchron Switch, ovvero un ricevitore wireless collocato sotto il torace. Questo dispositivo ha il compito di digitalizzare gli impulsi e trasmetterli a PC, tablet e smartphone.
In questo modo le persone a cui viene impiantato il chip di Neuralink possono controllare i dispositivi in questione tramite un comando motorio. Una svolta straordinaria per le persone affette da tetraplegia, che possono così vedere migliorata la propria vita grazie alla restituzione di una parte di autonomia.
Ma non è tutto, perché Neuralink sfrutterà attentamente il monitoraggio del chip per capire come fare per migliorare sempre di più questo supporto e venire incontro a tutte le persone affette da disabilità che rendono molto complicati o in alcuni casi impossibili i movimenti.
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