In carcere l’hacker più ricercato d’Europa: ha spinto persone al suicidio

Hacker arrestato

Scritto da

Roberto Naccarella

il

Qualche giorno fa è arrivata la dura condanna di sei anni e tre mesi di reclusione per Julius Kivimaki, nome d’arte di Aleksanteri Tomminpoika, l’hacker più ricercato d’Europa: continua a leggere per conoscere tutta la sua storia. 

Hacker beccato
Era l’hacker più ricercato d’Europa: tutta la sua storia (Pianetacellulare.it)

Tutti coloro che navigano praticamente ogni giorno sul web sanno bene che il mondo di internet può nascondere anche delle insidie. Sempre più spesso sentiamo infatti parlare di truffe ai danni degli utenti, che cadono vittime di trappole organizzate dai cybercriminali. Andare su siti non sicuri o scaricare app poco affidabili può spalancare le porte ai malware, che gli hacker utilizzano per infettare i dispositivi degli utenti e accedere ai loro dati personali. Un bel guaio, dato che in diversi casi i malintenzionati riescono ad arrivare anche alle credenziali bancarie.

Nonostante un netto miglioramento dei sistemi di protezione i cybercriminali riescono sempre a studiare nuove strategie per truffare gli utenti. Un esempio è il phishing, ovvero le mail truffa che sembrano invece inviate da siti conosciuti o enti pubblici, ma anche lo smishing, ovvero quel sistema di raggiro che utilizza i sistemi di messaggistica per accedere ai dati personali.

Condannato l’hacker più famoso d’Europa: la sua storia 

Ma quanti hacker ci sono in giro per il mondo? Ovviamente tantissimi, anche se alcuni di questi sono noti alle autorità per le loro straordinarie capacità. Uno di loro è stato beccato da poco: si tratta di Julius Kivimaki – vero nome Aleksanteri Tomminpoika – un 27enne finlandese condannato qualche giorno fa in Finlandia.

Julius Kivimaki
Julius Kivimaki è stato condannato a sei anni e tre mesi: cosa ha fatto (Pianetacellulare.it)

Kivimaki era l’hacker più ricercato d’Europa e uno dei criminali a cui l’Interpol dava la caccia con maggiore impegno. Il 27enne è stato condannato a sei anni e tre mesi di carcere per aver ricattato oltre 33.000 persone: alcune di queste si sono anche tolte la vita a causa delle pressanti minacce dell’hacker.

La prima accusa a suo carico è partita quando il cybercriminale aveva solo 15 anni. Kivimaki aveva violato più di 50.000 server ma l’accusa non lo ha fermato. Il giovane ha infatti hackerato la sede di Vastaamo, una delle aziende finlandesi più importanti nel settore dell’assistenza psicoterapeutica. L’hacker è riuscito a penetrare nei sistemi dell’azienda, catturando i dati estremamente delicati di 33.000 pazienti.

All’interno di questi dati erano contenute tutte le storie che i pazienti avevano raccontato nelle sedute di psicoterapia, tra cui malattie, crimini e relazioni extra-coniugali. Kivimaki aveva ricattato i vertici di Vastaamo in un periodo compreso tra il 2018 e il 2019 per un totale di 400.000 euro.

Alcune delle persone ricattate si sono tolte la vita 

I vertici dell’azienda si sono rifiutati di pagare e per questo l’hacker finlandese se l’è presa con ogni paziente, ricattando ognuno via mail (nonostante i loro dati fossero già stati pubblicati nel dark web). Proprio per aver visto i loro dati pubblicati in rete alcune persone non hanno retto e si sono tolte la vita.

Il cybercriminale è stato individuato dalle forze dell’ordine nel 2023 in un appartamento di Parigi. Il processo si è concluso qualche giorno fa con la condanna per l’hacker.

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