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Quando fa troppo caldo si può smettere di lavorare: lo dice l’Inps

Le estati sono ormai caratterizzate da un caldo intenso che porta le temperature a livelli molto elevati. In queste situazioni è possibile richiedere la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa: in questo articolo spieghiamo tutto nel dettaglio.

Troppo caldo a lavoro: si può chiedere la sospensione (Pianetacellulare.it)

Quando sta per arrivare l’estate in tanti temono che possa trattarsi di un periodo estremamente rovente. Ormai ci stiamo abituando a vivere un caldo molto intenso da giugno (talvolta anche da maggio) fino a settembre inoltrato. Per trovare un po’ di refrigerio c’è chi si rifugia al mare, specialmente se vive a poca distanza dalla spiaggia, mentre chi non può muoversi dalla città non può fare altro che affidarsi a condizionatori, ventilatori e tutti i vari dispositivi che consentono di difendersi dal caldo torrido. Anche in ufficio o nei luoghi di lavoro sono questi i prodotti che consentono ai dipendenti di avere un po’ di frescura.

Tuttavia molto spesso i dipendenti sono costretti a lavorare in condizioni davvero estreme. In alcuni luoghi, come ad esempio nei capannoni industriali, la temperatura può facilmente raggiungere livelli talmente elevati da rendere difficoltoso il lavoro. In più, il caldo così intenso può anche mettere a rischio la salute dei lavoratori.

Quando fa troppo caldo si può non lavorare

Anche per questo Inps e Inail hanno deciso di venire incontro alle esigenze dei lavoratori, precisando che in caso di temperatura superiore ai 35 gradi in ufficio o nei luoghi di lavoro è possibile sospendere l’attività lavorativa e richiedere la cassa integrazione.

Quali sono i lavori più a rischio quando il caldo diventa troppo intenso (Pianetacellulare.it)

In questo modo si cerca di arginare tutte quelle patologie da ‘stress termico’ che specialmente nei mesi estivi possono interessare chi lavoro con temperature davvero proibitive. Non a caso proprio il periodo estivo è quello dove si registra un aumento del rischio di infortuni sul lavoro.

Nella circolare Inps viene pertanto chiarito che le temperature che superano i 35 gradi sono considerate ‘elevate’. Tuttavia sempre l’Inps fa sapere che anche temperature più basse possono consentire di accedere all’integrazione salariale. Già oltre 32 gradi, infatti, il dipendente può rifiutarsi di lavorare e richiedere la cassa integrazione.

Caldo intenso: tutti i lavori più a rischio

Ma quali sono i lavori maggiormente a rischio quando il caldo diventa davvero insopportabile? Nella circolare si precisa che possono richiedere la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa chi lavora nel rifacimento facciate e tetti, nella stesura del manto stradale o è impiegato in lavori che richiedono l’utilizzo di indumenti di protezione.

Sempre la circolare Inps fa sapere che possono richiedere la sospensione anche coloro che lavorano in luoghi dove non è possibile proteggersi dal sole o dove è necessario utilizzare materiali che non sopportano il caldo così intenso.

Roberto Naccarella

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