La riforma delle cartelle esattoriali dovrebbe consentire all’Agenzia delle Entrate di alleggerire il carico sul recupero di certi crediti, ma suscita anche parecchie perplessità. In questo articolo proviamo a vederci un po’ più chiaro.
Nelle ultime settimane si fa un gran parlare della riforma delle cartelle esattoriali. Stando a quanto emerso, infatti, il provvedimento sarà caratterizzato da uno stralcio automatico delle cartelle entro il quinto anno successivo. Una mossa, quella del governo, che sta già facendo molto discutere. L’obiettivo è quello di rendere più semplice il carico dell’Agenzia delle Entrate in merito al recupero di certi crediti, ma ovviamente la possibilità di usufruire dello stralcio automatico in caso di mancato recupero coattivo delle somme – come ad esempio per i nullatenenti – viene vista come una condizione fin troppo favorevole.
Il disegno di legge attuativo della riforma fiscale, approvato in Consiglio dei Ministri e pronto all’esame del Parlamento, prevede che per le cartelle affidate dal 1 gennaio 2025 scatti il cosiddetto discarico anticipato ogni qual volta l’Agenzia delle Entrate si accorge che il debitore non è nelle condizioni di pagare.
Riforma delle cartelle esattoriali: tutti i dettagli
Se in seguito a un controllo l’Agenzia delle Entrate Riscossione si rende conto che la persona in questione non ha beni intestati restituisce il ruolo all’Agenzia delle Entrate o all’INPS. Passati cinque anni dal momento in cui le cartelle sono state affidate all’agente di ruolo può quindi scattare il discarico automatico delle somme dovute.
In questa misura non rientrano però i debiti già interessati da procedure esecutive, concorsuali o ad accordi di ristrutturazione del debito.
Come accennato la riforma provoca più di qualche malumore e solleva anche dei punti interrogativi sul piano prettamente giuridico. Il noto avvocato Angelo Greco, direttore del sito Laleggepertutti.it e seguitissimo anche su Instagram (dove può contare su circa 560.000 follower), ha voluto evidenziare alcuni aspetti controversi di questa misura.
La riforma fa molto discutere: ecco perché
Greco fa notare che lo stralcio della cartella solo perché il debitore è nullatenente può apparire come una disparità di trattamento nei confronti di tutti gli altri cittadini. Il legale fa inoltre notare che il provvedimento può minare l’articolo 2740 del Codice Civile, che precisa come il debitore debba rispondere delle sue obbligazioni con tutti i suoi beni, presenti e futuri.
Non è da escludere, infatti, che la persona interessata scelga di mantenere la nullatenenza solo per un determinato periodo di tempo così da ottenere lo stralcio delle cartelle. Uno scenario che la riforma prova a evitare con la segnalazione all’Agente della Riscossione di nuovi introiti – ad esempio in seguito a un nuovo lavoro – da parte dell’ente creditore. In questo modo il tutto verrebbe riaffidato proprio all’Agenzia delle Entrate – Riscossione.