Le ferie come funzionano e… si possono trasformare in denaro?

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Redazione Pianetacellulare

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Una domanda che alcuni lavoratori dipendenti potrebbero porsi senza però avere trovato ancora una risposta chiara è se le ferie si possono non fare e convertire in denaro. La legge italiana è chiara: le ferie annuali minime previste non si possono convertire in denaro, ad eccezione delle ferie non godute al momento della risoluzione del rapporto di lavoro. Approfondiamo. 

lavoratore pronto per andare in ferie
in quali casi le ferie si possono trasformare in denaro? – PianetaCellulare.it (credit: Studio Romantic/shutterstock)

Siamo in periodo di vacanze di Pasqua e molti lavoratori avevano presumibilmente già da tempo deciso se, ed eventualmente quando e per quanti giorni, prendersi ferie per riposarsi qualche giorno dalle fatiche del proprio lavoro. Tuttavia, questo è anche il periodo in cui, di solito, le aziende iniziano ad organizzarsi per quelle che saranno le prossime ferie estive. E quindi i dipendenti sono con il calendario alla mano per scegliere i giorni migliori per andare in vacanza questa estate, almeno chi potrà permetterselo, possibilmente incastrandoli con quelle del/della proprio/a partner.
Tuttavia, a proposito di ferie, ci sono delle domande e dei falsi miti che ogni tanto emergono sul web, come ad esempio se sia possibile trasformare le ferie in denaro, ad esempio perché si preferisce non farle. Noi non siamo esperti in materia ma ci siamo informati tramite la Gazzetta Ufficiale (via dipendentincloud) e i video informativi dell’Avv. Angelo Greco, esperto in materia, in cui abbiamo trovato molte risposte a domande di questo tipo e che abbiamo deciso di raggruppare e condividere con voi nei successivi paragrafi.

Come funzionano le ferie?

Il Decreto Legislativo n.66 dell’8 aprile 2003 prevede che i dipendenti abbiano diritto ad almeno quattro settimane di ferie retribuite nell’arco dell’anno, anche se poi il contratto collettivo nazionale di lavoro “può stabilire condizioni di miglior favore” e quindi prevedere ancora più giorni, a seconda della tipologia di lavoro. Come ogni bravo dipendente dovrebbe sapere, l’accumulo dei giorni di ferie avviene nell’arco di tutto l’anno, non vengono assegnati il primo giorno di ogni anno.

lavoratore pronto per andare in ferie
La legge italiana prevede un minimo annuale di quattro settimane di ferie retribuite – PianetaCellulare.it (credit: Roman Samborskyi/shutterstock)

A decidere le ferie, di fatto, è il datore di lavoro. Infatti, il dipendente può chiedere al proprio datore di lavoro un periodo in cui andare in ferie e il datore di lavoro può accettare ma anche no. Infatti, come l’Avv Greco nota, il datore di lavoro può non accettare la richiesta di ferie del dipendente per valide ragioni, ad esempio se l’azienda non può fare a meno del lavoratore nel periodo in cui ha chiesto ferie. Infatti, per ragioni legate all’organizzazione o alla produzione aziendale al dipendente possono non essere concesse le ferie nel periodo in cui le ha chieste al datore di lavoro. Attenzione però, perché nel momento in cui un lavoratore arriva a sentirsi danneggiato per il fatto che per più volte gli sono state negate le ferie dal datore di lavoro, in questo caso si potrebbe aprire il capitolo ‘mobbing‘.

Le ferie si possono trasformare in denaro?

Il dipendente non può fare a meno di fare il minimo di quattro settimane di ferie che gli spettano annualmente, è obbligato a farle. Il Decreto Legislativo n.213 del Luglio del 2004 prevede che almeno due delle quattro settimane di ferie che spettano come minimo annuale per legge si devono fruire nell’anno della maturazione, anche in maniera continuativa se richiesto dal lavoratore. Per le restanti due settimane c’è tempo per consumarle nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.
Se l’obbligo delle ferie non viene rispettato sono previste delle sanzioni per ‘ferie non godute’.

Il dipendente non può chiedere al proprio datore di lavoro di essere pagato di più in cambio del mancato consumo delle ferie maturate. Come l’Avv Angelo Greco nota, una sentenza della Corte di Giustizia europea, cui è seguita una pronuncia della Cassazione, ha stabilito che il datore di lavoro ha l’obbligo di pagare le ferie maturate e non godute al momento di cessazione del rapporto di lavoro. Solo in questo caso, dunque, si potrebbe dire che ‘le ferie si possono trasformare in denaro‘. Pertanto, solo le ferie non godute al momento della risoluzione del rapporto di lavoro si possono trasformare in denaro. L’articolo n.10 del sopra citato Decreto Legislativo n.66 dell’aprile del 2003 non lascia alcun dubbio, in quanto recita:

“Il predetto periodo minimo di quattro settimane non puo’ essere sostituito dalla relativa indennita’ per ferie non godute, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro.”

Dal momento che si sta parlando di ferie è giusto ricordare come, anche mentre si è in ferie, si maturano altre ferie. Infatti, la legge prevede la maturazione di giorni di ferie durante il rapporto di lavoro dipendente anche nei periodi in cui ci si assenta dal lavoro per malattia o durante un permesso preso per assistere un familiare. Infatti, le ferie retribuite contano quanto giorni di lavoro, motivo per il quale lo stipendio che si prende nel mese in cui si fanno più giorni di ferie non è diverso rispetto allo stipendio che si prende in un mese in cui non si fanno ferie.

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