Le discussioni che ruotano attorno all’Intelligenza Artificiale si fanno sempre più importanti, vertono anche sempre più sull’influenza che l’automazione potrà avere nel mercato del lavoro. Quali sono i posti di lavoro che potrebbero essere più a rischio a causa dell’IA? Vediamo cosa ne pensano alcuni esperti.
L’American Enterprise Institute ha pubblicato il rapporto “Navigare nel futuro del lavoro: prospettive su automazione, intelligenza artificiale e prosperità economica” nel quale viene messo in luce come gli esperti e i media tendano a sopravvalutare l’impatto negativo della tecnologia sull’occupazione. Dal rapporto si fa riferimento come ad una certa esagerazione attorno alle previsioni sull’impatto nell’occupazione a causa dell’avvento e della crescita dell’intelligenza artificiale nelle aziende, soprattutto riguardo ai posto di lavoro che con maggiore probabilità potrebbero essere soggetti all’automazione, vale a dire alla sostituzione del personale ‘umano’ con una ‘macchina’.
Secondo Erik Brynjolfsson, Adam Thierer e Daron Acemoglu, dietro a questo report, il cambiamento tecnologico che stiamo vivendo oggi con la crescita dell’impiego dell’IA nelle aziende potrebbe generare sì la perdita di posti di lavoro ma, al contempo, creare anche nuove opportunità di lavoro. Gli esperti non escludono, dunque, che ci saranno posti di lavoro che verranno tagliati a causa della crescita delle aziende che investiranno nell’automazione. Brynjolfsson, in particolare, critica l’attuale tendenza di sviluppare tecnologie volte a sostituire i lavoratori umani, mentre sostiene l’innovazione tecnologia capace di aumentare le capacità umane, ad esempio assistendo i lavoratori umani, e ritiene che la politica abbia un ruolo fondamentale per regolamentare il ruolo della tecnologia nel mercato del lavoro. Acemoglu, invece, sostiene che l’automazione nelle aziende non abbia aumentato in maniera significativa la produttività o i posti di lavoro al punto da compensare le perdite, creando disuguaglianza nel mercato del lavoro.
Quali tipi di lavoro potrebbero essere a rischio per colpa dell’IA?
Anche il Maurizio del Conte, Professore ordinario di diritto del lavoro presso l’Università Bocconi di Milano, ha recentemente espresso a FanPage le sue preoccupazioni circa i cambiamenti nel mercato del lavoro che possiamo aspettarci, sottolineando però come l’automazione potrebbe rivelarsi una occasione di cambiamento positivo. Secondo il Professore, a rischio potrebbero esserci tutti i posti di lavoro ordinari, non solo quelli legati al mondo digitale, come erroneamente molte persone potrebbero pensare.
Nei giorni scorsi, Business Insider ha stilato un elenco di lavori per cui, secondo gli esperti, la ricerca di personale di genere ‘umano’ è a rischio con l’avvento e l’avanzare dell’intelligenza artificiale. Come andremo a vedere più sotto, l’elenco è piuttosto prevedibile, quindi cogliamo l’occasione anche per fare delle nostre considerazioni.
Programmatori di software e analisti di dati
L’elenco di figure professionali che potrebbero dover affrontare la concorrenza dell’IA include programmatori e sviluppatori di software e di contenuti per il web, oltre ad analisti di dati. Abbiamo già visto come ChatGPT e Gemini siano in grado di scrivere del codice per applicazioni, o sistemare gli errori di codice esistente. I modelli d’IA tra non molto chissà che cosa saranno in grado di fare nel settore della codifica di codice.
Difficilmente tutti gli sviluppatori potrebbero essere sostituiti dall’IA, piuttosto si può immaginare uno scenario in cui il numero di sviluppatori necessari per lo sviluppo di un progetto sarà inferiore, rispetto al numero richiesto oggi o negli anni scorsi, perché supportati dall’IA nelle fasi di scrittura e analisi del codice. E’ altresì vero che l’IA è un codice di per sé, quindi se da una parte il lavoro di sviluppatori umani potrebbe non servire più in alcuni contesti potrebbe servire in altri, come nel continuare a migliorare e sviluppare modelli d’IA.
Poco tranquilli dovrebbero sentirsi anche gli analisti di dati, dal momento che il loro compito è quello di analizzare dati, qualcosa che non può lasciare molto a delle libere interpretazioni. Un tipo di lavoro che l’IA potrebbe fare senza grandi difficoltà. In maniera simile, anche i lavoratori del settore finanziario, inclusi i trader, potrebbero essere a rischio perché il loro lavoro può essere automatizzato. Così come pure i contabili.
Creatori di contenuti (testo, immagini, video)
L’elenco di Business Insider include anche le figure professionali che si occupano di creare contenuti, che sia di testo nel campo del giornalismo o di immagini e video nel ramo del marketing. L’intelligenza artificiale generativa, come dice il nome stesso, una volta istruita con dati ha la capacità di elaborare queste informazioni per creare contenuti. Non vi è dubbio che l’IA possa essere in grado di scrivere grammaticamente meglio di un essere umano, però oggi, per come stanno le cose, l’IA generativa può commettere errori.
Ci sono già stati casi in cui redazioni negli Stati Uniti hanno deciso di sostituire parte del personale con l’IA, torvandosi però con articoli scritti con errori. I grafici potrebbero sentirsi a rischio perché già oggi modelli d’IA possono generare immagini e video partendo da una richiesta di testo. Tuttavia, l’IA potrebbe diventare un aiuto per le persone creative, perché comunque serve una mente umana per elaborare un testo creativo da cui poi l’IA possa creare una immagine.
Studenti e assistenti
Persino gli assistenti legali potrebbero non potersi sentirsi al sicuro di fronte alla diffusione dell’IA. In fin dei conti il loro lavoro è ricercare e analizzare leggi e sentenze scritte per elaborare tesi e considerazioni, cose che un’IA potrebbe fare. Ma anche da questo punto di vista, una cosa su cui gli esperti sembrano concordare è che l’IA non può sostituire completamente il loro lavoro, poiché il giudizio umano sul lavoro svolto da un’IA potrebbe rivelarsi fondamentale per la soddisfazione delle richieste dei clienti.
In un articolo precedente abbiamo già affrontato le conseguenze dell’IA nel mondo della scuola. Se da una parte gli insegnanti potrebbero ricevere un grande aiuto dall’IA per preparare quiz da proporre agli studenti, questi ultimi potrebbero sfruttare la nuova tecnologia per evitare di fare i compiti, cosa che già avviene. Fortunatamente, un buon insegnante avrebbe tutte le capacità del caso per scovare gli studenti furbetti che fanno uso dell’IA per scrivere testi.
Infine, può già essere sotto agli occhi – e alle orecchie – di tutti il fatto che l’assistenza clienti di molte aziende è già stata automatizzata. Molte aziende, incluse le principali del settore delle telecomunicazioni, mettono in contatto i propri clienti con un chatbot quando necessitano di assistenza. Questo perché la maggior parte delle richieste dei clienti sono uguali e semplici, quindi un chatbot può risolvere il problema rapidamente dopo aver fatto solo un paio di domande al cliente. Nel momento in cui il cliente presenta una problematica che il chatbot non può risolvere, perché magari è una richiesta troppo specifica e personale, allora il chatbot può alzare bandiera bianca e rimandare il cliente ad un assistente ‘umano’. In questi casi, il chatbot serve quindi da filtro delle richieste dei clienti, una soluzione che ha già permesso di ridurre il personale dell’assistenza clienti.