Uno studio rivela che esisterebbe una ragione biologica per cui le persone non dovrebbero mandare messaggi durante la guida. La scrittura di messaggi testuali sullo smartphone, infatti, può attivare nel cervello il ‘ritmo degli SMS’, un ritmo cerebrale unico e mai riscontrato prima.
La diffusione dell’uso delle applicazioni di messaggistica istantanea ha portato ad una rapida crescita del numero di persone che comunicano attraverso lo scambio di messaggi di testo, preferendoli alle chiamate. Anche se sta prendendo sempre più piede ormai la comunicazione tramite i messaggi vocali, e chissà cosa riserverà il futuro con l’intelligenza artificiale e la realtà mista, la comunicazione testuale è ampiamente popolare. Oggi sappiamo ben poco sugli effetti neurologici dell’uso degli smartphone, ciò nonostante pare che scrivere messaggi di testo su uno smartphone possa cambiare il ritmo delle onde cerebrali.
Le onde cerebrali sono oscillazioni ritmiche di attività elettrica nel cervello. Il ritmo di queste oscillazioni si misura in frequenza e può cambiare a seconda del tipo di attività – dalle frequenze più basse associate agli stati del sonno alle frequenze più elevate associate a stati più tensivi. E’ possibile misurare questo tipo di attività elettrica attraverso elettroencefalogrammi (EEG).
Fatta questa premessa, uno studio pubblicato nel 2016 su Epilepsy & Behavior (via Focus / Science Daily) e condotto su 129 pazienti di età media 36 anni (range 18-71 anni) ha portato alla scoperta che scrivere messaggi di testo su uno smartphone può definire un ritmo unico delle onde cerebrali.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori guidato dal neurologo William O. Tatum, ha monitorato le onde cerebrali dei pazienti volontari per un periodo di tempo di 16 mesi attraverso EEG combinati con riprese video. Parte dei soggetti coinvolti soffrivano di epilessia o di crisi non-epilettiche (eventi simili all’epilessia ma senza anomalie ai neuroni nel cervello). Si è scelto di coinvolgere questi soggetti perché, come riferito da Focus, costoro sono più soggetti al monitoraggio dell’attività cerebrale.
Lo studio ha concluso che in 1 su 5 dei pazienti monitorati durante l’utilizzo dello smartphone per scrivere messaggi di testo si è riscontrato un ritmo cerebrale unico e in un certo senso insolito, non attribuibile ad altri ritmi cerebrali riscontrati in precedenza. Anche se andranno effettuati studi di approfondimento, per il momento a questo nuovo ritmo cerebrale è stato assegnato il nome di ‘Texting Rhythm‘, che in italiano potrebbe diventare ‘ritmo degli SMS’ o più genericamente ‘ritmo dei messaggi di testo’. Inoltre, lo studio ha rilevato l’apparente assenza di correlazioni tra la presenza del Texting Rhythm e caratteristiche dei soggetti coinvolti quali età, sesso, tipo di epilessia ed eventuali lesioni cerebrali.
Secondo il dottor Tatum a capo della ricerca, ilTexting Rhythm potrebbe essere una metrica oggettiva “della capacità del cervello di elaborare informazioni non verbali durante l’uso di dispositivi elettronici“. Secondo Tatum, questo studio è la prova che “esiste una ragione biologica per cui le persone non dovrebbero mandare messaggi durante la guida: mandare messaggi può cambiare le onde cerebrali.”.
I ricercatori hanno riscontrato lo stesso nuovo Texting Rhythm anche con l’utilizzo di tablet, non solo smartphone. Trattasi sempre di dispositivi mobili con uno schermo più piccolo di quello che avrebbe, per esempio un computer. Ed è per questo che l’ipotesi degli esperti è che possa essere proprio la maggiore concentrazione del cervello nel focalizzarsi su uno schermo più piccolo il motivo per cui l’attività cerebrale può cambiare durante la scrittura di messaggi testuali con l’utilizzo di dispositivi mobili. Serviranno però maggiori studi per confermare o approfondire questa ipotesi.
E’ possibile approfondire lo studio nelle pagine web www.epilepsybehavior.com/article/S1525-5050(16)00134-7/abstract e www.sciencedaily.com/releases/2016/06/160627095322.htm
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