Smartphone, tablet, computer, televisori, smartwatch e altri dispositivi elettronici quando non si sa cosa farne perché vecchi o non più funzionanti vanno smaltii nel modo giusto per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo. E’ l’impegno di noi consumatori. Nel frattempo, sempre più start-up, anche italiane, si impegnano nel trovare soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti elettronici e ridurne la creazione abbracciando i principi dell’Economia Circolare.
Abbiamo affrontato in più occasioni il tema dei rifiuti elettronici, cercando di far comprendere l’importanza di riciclare i dispositivi che non si utilizzano più, possibilmente dandogli una seconda vita se possibile e ancora funzionanti. Smartphone, computer, smartwatch, lavatrici, televisori, frigoriferi, sono tutti dispositivi elettronici che, quando non vengono più utilizzati e a seconda della tipologia, si gettano via o si mettono in un cassetto. Dispositivi che diventano così dei rifiuti elettronici.
Quando non si sa cosa fare dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche la cosa giusta è smaltirli nel modo giusto per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo. A questo scopo esistono appositi siti per la raccolta RAEE, basta una semplice ricerca sul portale www.cdcraee.it per trovare quello più vicino a casa propria. Si pensi che nel 2021 in media sono stati raccolti 11 chilogrammi di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante nell’Unione europea, secondo i dati di Eurostat. Questo è ciò che però possiamo fare noi consumatori.
Fortunatamente è in crescita il numero di giovani aziende che hanno preso a cuore il tema dei rifiuti elettronici proponendo soluzioni e idee innovative per smaltirli o cercare proprio di crearne. Abbiamo recentemente letto un interessante articolo di Wired (www.wired.it/article/startup-recupero-rifiuti-elettronici-raee/) nel quale vengono presentate alcune start-up italiane, oltre alle quali ne esistono delle altre, impegnate nello smaltimento dei rifiuti elettronici secondo i principi dell’Economia Circolare.
Partendo dal campo che più ci compete, presentiamo Rehappy. Si tratta di un’azienda portata avanti da giovani imprenditori siciliani con lo scopo non solo di vendere e ricondizionare smartphone usati per dare nuova vita ai rifiuti elettronici destinati alle discariche ma anche a “sviluppare iniziative sociali e solidali“, come si legge nel sito ufficiale www.rehappy.it.
Hiro Robotics è una start-up genovese che affronta il problema dei rifiuti elettronici supportando le piattaforme di riciclaggio attraverso l’impiego di robot industriali e della visione artificiale. L’azienda ha messo a punto un sistema robotico modulare per smontare televisori, monitor e altri dispositivi elettronici al fine di recuperarne i componenti riciclabili quali metalli, terre rare e plastica. Hiro ha anche messo a punto un sistema robotico per analizzare e selezionare i rifiuti di circuiti stampati con lo scopo di massimizzare il recupero di terre rare. In futuro, Hiro punta a sviluppare sistemi robotici capaci di recuperare batterie e pannelli solari. E’ possibile approfondire il lavoro di questa start-up sul sito ufficiale www.hirorobotics.com.
Luna Geber Engineering è una start-up umbra spin-off dell’università degli studi di Perugia. L’azienda, nata a Gennaio 2019, si occupa di offrire alle aziende di vari settori (come automotive, industriale e animale) sistemi di monitoraggio realizzati con materiali flessibili, riciclabili ed in prospettiva compostabili e che impiegano tecnologie di ultima generazione per contenere costi e consumi. Con applicazione nell’ambito dell’Internet of Things, tra i sistemi prototipati ci sono sensori di temperatura fogliare ad alta riciclabilità, sistemi di monitoraggio del benessere degli animali, sistemi di monitoraggio strutturale per la diagnostica di edifici e cartelli stradali smart che comunicano con i veicoli. Luna Geber, dunque, pensa già in fase di creazione dei prodotti a come integrarli quanto più possibile nell’economia circolare. Per maggiori informazioni www.lunageber.com.
Sfridoo è una startup di Bologna che ha messo a punto una piattaforma di compravendita di ‘scarti aziendali’. Attraverso il portale online www.sfridoo.com, le imprese che non sanno cosa fare dei propri rifiuti, scarti di produzione o avanzi di magazzino possono entrare in contatto con aziende specializzate nello smaltimento dei rifiuti seguendo i principi dell’Economia Circolare. Tanti sono i tipi di materiali che un’impresa può smaltire con l’aiuto di Sfridoo, tra cui metalli, plastica, carta e cartone, materiali edili, tessuti, legno, sostanze chimiche, gomma, pelle e vetro. Al momento in cui scriviamo, il portale riporta che sono oltre 2500 le imprese che fanno parte del network circolare di Sfridoo.
Circularity è una start-up con base a Milano che ha messo a punto una piattaforma online in cui (circularity.com) esperti di sostenibilità e grandi appassionati di ambiente aiutano le imprese a rimodellare il proprio modello di business integrando la circolarità, ad esempio valorizzando gli scarti di produzione. L’obiettivo di questa start-up è quello di promuovere un tipo di impresa “in grado di coniugare il profitto economico con la salvaguardia dell’ambiente”, si legge nel sito web.
Tra le altre start-up da notare si trova Polyvolt, che si occupa di rigenerare pannelli fotovoltaici e apparecchiature elettriche ed elettroniche. Nasce da Innovatec, società impegnata nell’orientare il mercato “verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile“.
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