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Streaming musicale in UE, serve maggiore tutela degli artisti

La Commissione europea ha ricevuto l’invito ad istituire un osservatorio europeo della musica. Lo scopo è creare delle regole che possano preservare il patrimonio musicale digitale europeo ma soprattutto tutelare gli artisti con compensi equi e informare quando un’opera musicale è stata creata principalmente dall’IA.

Anche se i cari e vecchi ‘compact disc’ sono ancora in circolazione e i rivenditori di elettronica ancora vendono lettori CD, non ci sono dubbi circa il fatto che i servizi di streaming musicale sono oggi lo strumento prediletto per l’ascolto della musica.

Lo streaming permette di ascoltare la musica che si vuole quando si vuole, con tanto di supporto di algoritmi che aiutano a scoprire nuova musica sulla base dei gusti musicali personali.

Tuttavia, ci sono questioni legate ai servizi di streaming musicale che non smettono di alimentare discussioni. In primis i compensi degli artisti. Da anni si affronta questo tema e, recentemente, è intervenuto per esprimere la propria opinione anche il Parlamento europeo chiedendo nuove regole per fare in modo che il settore dello streaming musicale tuteli meglio gli artisti non solo dal punto di vista economico ma anche dai pericoli che potrebbero generarsi con la rapida diffusione dell’Intelligenza Artificiale nel settore.

Molte persone potrebbero, giustamente, chiedersi come vengono pagati gli artisti la cui musica viene ascoltata attraverso servizi di streaming musicale come Spotify, Apple Music, TIDAL, Deezer, Amazon Music e tutti gli altri simili (legali, ovviamente).

La questione è complessa, ma cerchiamo di farla breve. In generale, il servizio paga gli artisti in base al numero di riproduzioni della loro musica sulla base di accordi con le case discografiche che rappresentano gli artisti o direttamente con gli artisti indipendenti. Per questo motivo esistono servizi di streaming gratuiti, come Spotify Free, supportati dalla pubblicità e servizi di streaming a pagamento.

Streaming musicale, le proposte per meglio tutelare gli artisti in UE

principali app di streaming musicale per smartphone – PianetaCellulare.it (credit: Tada Images/Shutterstock)

Secondo l’Unione europea gli artisti ricevono troppi pochi soldi dai servizi rispetto al reale valore del loro prodotto. Il 17 gennaio 2024, il Parlamento europeo ha approvato una proposta di risoluzione non vincolante sulla diversità culturale e sulle condizioni per gli autori nel mercato dello streaming di musica europeo.

Nella proposta si sottolinea la necessità di supportare e creare norme che garantiscano un “ecosistema equo e sostenibile per lo streaming musicale nell’Unione” tale da promuovere la diversità culturale e al contempo affrontare “gli squilibri che incidono negativamente sul settore” ponendo particolare attenzione “sui suoi autori e sui suoi interpreti o esecutori“. Secondo l’Unione, diversi studi recenti dimostrano come la maggior parte di questi artisti non percepisce sufficienti ricavi dallo streaming musicale.

Tra le preoccupazioni emerse si trova quella secondo cui oggi è riscontrabile uno “squilibrio nell’assegnazione dei ricavi nel mercato dello streaming di musica” che va a sfavorire autori e interpreti/esecutori mettendo a rischio “la sostenibilità delle loro carriere professionali nel mercato digitale“.

Per questo motivo, tutti gli operatori della catena del valore dello streaming musicale dovrebbero “impegnarsi in un dialogo” comprensivo di autori e interpreti/esecutori per apportare “i cambiamenti necessari per garantire un ecosistema equo, inclusivo e sostenibile nel settore“. Nuove regole dovrebbero stabilire una “remunerazione più equa” per autori e interpreti/esecutori, riconoscendo la loro importanza nel settore musicale europeo.

Obiettivo: preservare il patrimonio musicale digitale europeo

Al fine di “preservare il patrimonio musicale digitale europeo“, inoltre, bisognerebbe affrontare le questioni del rilievo e della reperibilità delle opere musicali europee nel settore dello streaming musicale. Norme dell’Unione, per il momento del tutto assenti, dovrebbero garantire la giusta visibilità e accessibilità della musica europea considerando che è in costante aumento il numero di contenuti sulle piattaforme di streaming musicale.

Anche gli algoritmi delle piattaforme usati per consigliare agli utenti nuova musica da scoprire dovrebbero essere rivisti e, soprattutto, essere resi trasparenti. Infatti, si teme che le piattaforme abbiano il potere di “influenzare, vagliare o gonfiare la visibilità di alcune tracce” e quindi influenzare le entrate di autori e compositori.

L’IA dovrebbe essere uno strumento al servizio della creatività

La relazione affronta anche la questione dell’Intelligenza Artificiale. Uno strumento di cui ormai non si può fare a meno ma che sempre più parti ritengono importante regolamentare per evitare pericoli futuri. L’IA incombe anche nel settore dello streaming musicale, dove dovrebbe essere utilizzata dagli come strumento al servizio della creatività per “esplorare, innovare e migliorare le proprie creazioni“.

Riguardo all’utilizzo dell’IA in questo settore, l’Unione chiede “massima trasparenza” e sottolinea “la necessità di garantire la conformità a tutti i requisiti giuridici dell’Unione in materia di sviluppo, produzione e fornitura di opere musicali attraverso le tecnologie basate sull’IA“. Inoltre, considerato l’aumento dei brani musicali generati dall’intelligenza artificiale, i consumatori dovrebbero essere informati se quello che ascoltano sulle piattaforme è stato generato in gran parte utilizzando l’IA e/o “senza il contributo significativo di autori umani“.

Tra le prospettive future in chiusura di relazione si trova l’invito alla Commissione europea ad istituire un osservatorio europeo della musica. Il compito di questo osservatorio dovrà essere quello di “fornire informazioni sui mercati musicali nell’Unione attraverso la raccolta e l’analisi dei dati negli Stati membri“. Inoltre, l’osservatorio dovrà “analizzare e riferire sugli aspetti giuridici inerenti al settore musicale, in particolare al mercato dello streaming musicale, ai fini del suo sviluppo“.

Secondo la relatrice Ibán García Del Blanco (S&D, Spagna):

“Il Parlamento dà voce alle preoccupazioni dei creatori europei, che sono al centro del mercato dello streaming musicale. La diversità culturale, e la garanzia che gli autori siano accreditati e retribuiti equamente, è sempre stata la nostra priorità; per questo chiediamo norme che garantiscano che gli algoritmi e gli strumenti di raccomandazione utilizzati dai servizi di streaming musicale siano trasparenti e nell’uso degli strumenti di IA, ponendo al centro gli autori europei.”

Per saperne di più è possibile consultare all’indirizzo web www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2023-0388_IT.html la relazione completa con la proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulla diversità culturale e le condizioni per gli autori nel mercato dello streaming di musica europeo.

Simone Ziggiotto

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