La linea di lampadine e dispositivi d’illuminazione smart Philips Hue (di Signify, ex Philips Lighting) è stata quest’anno aggiornata per includere, oltre al sistema di trasmissione Zigbee, anche la tecnologia Bluetooth, permettendo cosi’ a piu’ persone di avvicinarsi al mondo della smart lighting. E’ stata una buona idea? No, secondo noi, almeno non per come i sistemi vengono gestiti.
L’aggiunta della rete bluetooth nelle lampadine Philips Hue è positiva per il fatto che chi vuole avvicinarsi al mondo dell’illuminazione connessa puo’ farlo anche acquistando una sola lampadina, senza aver bisogno di acquistare il Philips Hub, che è il dispositivo ‘centro di controllo’ capace di gestire fino a 50 lampadine. L’Hub, per chi non sa cosa è, fa da ‘ponte’ tra le lampadine e internet, in quanto va collegato al router tramite cavo ethernet. Chi acquista lampadine Philips Hue Bluetooth ha solo bisogno quindi di scaricare l’applicazione ‘Philips Hue Bluetooth’ sul proprio smartphone o tablet per configurarle, oppure puo’ configurarle direttamente tramite un dispositivo Amazon Echo o Google Home compatibile (ad oggi: Amazon Echo Dot 3a generazione, Amazon Echo Plus, Google Home Mini e Google Home Hub ). In entrambi i casi è possibile anche gestire le lampadine con la voce tramite gli assistenti Alexa e/o Google Assistant. In una stessa stanza è possibile gestire al massimo 10 lampadine via bluetooth, e in ogni caso dal dispositivo da cui le lampadine si controllano la distanza deve essere di massimo 9 metri.
Philips Hue – confronto modello ‘2018’ senza bluetooth con modello ‘2019’ con bluetooth
Se in futuro si vorrà passare ad un sistema piu’ avanzato sarà possibile acquistare l’Hub, che è la soluzione migliore in quanto consente una gestione piu’ avanzata dei dispositivi Philips Hue. Infatti, tutte le lampadine Philips Hue Bluetooth (che su Amazon.it si identificano come ‘versione 2019’ e sulla scatola hanno l’icona del bluetooth) sono la stessa versione precedente solo con l’aggiunta del bluetooth, quindi supportano anche il protocollo Zigbee (su Amazon.it identificate col nome ‘versione 2018’).
Solo mediante l’Hub si possono gestire le funzioni di spegnimento, accensione o regolazione delle luci secondo le proprie preferenze; scegliere tra milioni di colori e qualsiasi tonalità di luce bianca (con le lampadine compatibili); sfruttare il set di scene preimpostate; impostare e modificare l’illuminazione con facilità in quanto le luci possono essere controllate anche da più utenti contemporaneamente.
Qui che entrano in gioco i ‘problemi’, secondo noi.
L’attivazione del bluetooth nelle lampadine collegate senza hub ma direttamente allo smartphone/tablet o al dispositivo Amazon Echo o Google Home compatibile è d’obbligo ma abbiamo notato che anche collegando le lampadine Philips Hue Bluetooth all’Hub – e quindi tramite protocollo Zigbee – il segnale del bluetooth continua ad essere emesso, il che è inutile. Ogni lampadina ‘inquina’ cosi’ l’ambiente domestico trasmettendo un doppio segnale wireless, quando potrebbe benissimo trasmetterne solo uno.
La conferma arriva dal pannello di controllo dei dispositivi bluetooth sullo smartphone: effettuando la ricerca di nuovi dispositivi vicini, vengono trovate tutte le lampadine presenti in casa. Esempio: se in casa abbiamo 5 lampadine Philips Hue Bluetooth connesse all’Hub (e quindi via Zigbee), si vedranno 5 dispositivi ‘Hue’ che possono essere associati tramite bluetooth (se si trovano nel raggio dei 9 metri da dove viene effettuata la ricerca).
Philips Hue Bluetooth – le lampadine sono visibili nella ricerca di dispositivi bluetooth
Rendere visibili le lampadine bluetooth in questo modo è pericoloso, secondo noi: infatti, i vicini di casa possono vedere le nostre lampadine sui loro telefoni. 10 metri sono tanti, e non è raro ‘vedere’ dispositivi bluetooth dei vicini sul proprio smartphone, come anche televisori. Supponiamo – non abbiamo verificato – che scaricando l’app Philips Hue Bluetooth possono anche arrivare a gestire le nostre lampadine – il che sarebbe gravissimo.
Philips potrebbe risolvere il problema semplicemente aggiornando il software delle lampadine, per fare in modo che venga disattivato il modulo bluetooth in seguito alla configurazione tramite Zigbee (Philips Hue o dispositivo Echo con rete Zigbee) o viceversa, disattivando Zigbee se si preferisce usare il bluetooth.
Il fatto piu’ importante è che gli ambienti in cui viviamo sono già pieni zeppi di reti wireless, perchè andare ad inquinarle inutilmente come sta facendo Philips Hue? Si dice che le emissioni del segnale bluetooth sono basse e che non creano problemi alla salute ma se si puo’ fare a meno di un segnale inutile, perchè non disattivarlo? In ogni caso il bluetooth crea interferenze con gli altri dispositivi bluetooth presenti in casa.
Coloro che hanno un Philips Hub e desiderano espandere il proprio sistema con altre lampadine, per andare sul sicuro, possono acquistare i modelli ‘2018’ o precedenti, senza il simbolo del bluetooth sulla confezione. Chi vuole avvicinarsi a questo mondo puo’ invece acquistare uno dei ‘starter kit’ con inclusi sia l’Hub che lampadine senza bluetooth. Ma bisogna fare in fretta, Philips Hue sta rimpiazzando tutti i prodotti con i modelli con bluetooth.
Abbiamo chiesto a Signify di rispondere direttamente ad una domanda: "tramite aggiornamento del software delle lampadine con bluetooth, si potrebbe fare in modo di spegnere la trasmissione del segnale bluetooth una volta configurate con l’hub via Zigbee?". Se riceveremo riposta, o ulteriori chiarimenti in merito a quanto sopra scritto, aggiorneremo l’articolo.
Philips Hue Bluetooth vs Philips Hue Hub Zigbee