Altroconsumo è tornata sulla questione del metodo di tariffazione degli operatori per denunciare Tim, Vodafone e Fastweb in quanto ritiene scorretto il modo in cui hanno deciso di tornare alla fatturazione ogni 30 giorni, ossia tenendo valido l’aumento dell’8.6% del costo in un anno attuato quando era stata applicata la fatturazione ‘ogni quattro settimane’ che garantiva all’operatore una tredicesima mensilità in piu’ nell’arco di un anno.
Stando a quanto segnalato dall’Organizzazione indipendente di consumatori, le compagnie di telecomunicazioni procedono, col ritorno alla fatturazione mensile, nell’imporre ai consumatori aumenti allineati dell’8,6% in un anno "senza via di scampo per chi tra gli utenti volesse giocare su concorrenza e offerte realmente più vantaggiose". Inoltre, secondo Altroconsumo le comunicazioni che gli operatori telefonici stanno inviando in questi giorni ai propri clienti fanno sembrare il ritorno alla fatturazione mensile trasparente e senza aumenti, ma in realtà cosi’ non è: "è tutto un rassicurare da Tim, Vodafone, Fastweb: ‘La tua spesa annuale complessiva non cambia’" spiega Altroconsumo citando le parole degli operatori chiamati in causa.
Nell’articolo che abbiamo dedicato alle comunicazioni degli operatori inerenti il ritorno alla fatturazione ogni 30 giorni vi abbiamo spiegato dove sta la ‘fregatura‘ che gli operatori (e anche Sky Italia) sperano di far passare in trasparenza: quando è stata introdotta a fatturazione a 28 giorni in un anno i clienti si sono trovati a pagare quanto una mensilità in più per un aumento dell’8.6% in un anno; ora che torna la fatturazione mensile non torneranno ad essere applicate le stesse tariffe precedenti l’introduzione della fatturazione ogni 4 settimane ma il costo annuale di quando si pagava per 13 mensilità verrà diviso per 12, quindi l’aumento dell’8.6% (circa, per via degli arrotondamenti) resterà, solo che gli utenti penseranno di averla vinta andando di nuovo a pagare ‘al mese’ ma in realtà non vanno ad approfondire la questione per scoprire che gli operatori nel frattempo hanno aumentato i prezzi.
"Le proteste dei consumatori e la legge di Bilancio hanno imposto alle tlc di tornare a fatturazione mensile" spiega Altroconsumo nel suo blog, aggiungendo che gli operatori "insieme, allineati, hanno fatto marcia indietro, senza mollare il malloppo, però. L’8,6% di fatturato in più ottenuto col giochino delle tredici mensilità è rimasto invariato. La spesa annuale complessiva non cambia. A svantaggio dei consumatori".
TIM, Vodafone, Wind, 3 e Fastweb tornano a Fatturazione Mensile: scopri da quando e come recedere dal contratto
TIM: (…) In ottemperanza alla Legge 172/17 del 4 dicembre u.s. […], da tale data le offerte e i servizi TIM saranno valorizzati e fatturati su base mensile e non più valorizzati ogni 4 settimane e fatturati ogni 8 settimane. Tale modifica non comporterà alcuna variazione della spesa complessiva annuale sostanziandosi nella riduzione del numero di canoni di abbonamento addebitati in un anno (da 13 a 12). Per effetto della divisione della spesa annuale suddivisa per i 12 mesi, anziché per 13, l’importo di ciascun canone di abbonamento risulterà maggiorato del 8,6% (…).
VODAFONE: (…) ai sensi della Legge 172/2017 per i servizi di comunicazione elettronica e reti televi 25 marzo 2018 i servizi e le eventuali promozioni attive sul tuo numero subiranno ur modifica delle condizioni contrattuali e si rinnoveranno mensilmente anziché ogni 4 settimane. La tua spesa complessiva annuale non cambia. Il numero dei rinnovi della tua offerta si riduce da 13 a 12 e di conseguenza l’importo di ciascun rinnovo aumenta dell’8,6%. (…).
FASTWEB: (…) Ti informiamo che dal 5 aprile 2018 gli importi di tutte le offerte Fastweb saranno calcolati su base mensile. I costi della tua offerta non cambiano. Dal 5 aprile 2018, in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 172/2017, gli importi delle offerte Fastweb saranno calcolati su base mensile. Questa variazione non comporterà nessun aggravio di costo per te, semplicemente l’importo di ciascun canone mensile sarà calcolato mantenendo fisso l’attuale costo annuale per i servizi compresi nel tuo abbonamento e dividendo tale importo per dodici mensilità, invece di 13 rinnovi ogni 28 giorni (…)
La denuncia di Altroconsumo
Ivo Tarantino, Responsabile Relazione Esterne di Altroconsumo, in una lettera destinata all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha voluto sottolineare questo "giochino" delle aziende: "Le tre comunicazioni (…) appaiono carenti in termini di trasparenza, foriere di rilevanti ambiguità e suscettibili di configurare, da un lato, una violazione degli artt. 20-21 del Codice del consumo e, dall’altro, un’intesa restrittiva della concorrenza in contrasto con gli artt. 101-102 TFUE".
Tarantino prosegue nel ricordare che la condotta iniziata con un incremento delle tariffe pari all’8,6% ogni ventotto giorni è stata successivamente modificata con il ritorno alla fatturazione su base mensile come deciso dal Legislatore nella legge 172/2017 ma ritiene che gli operatori "non volendo rinunciare ai profitti derivanti dalla così detta ‘tredicesima mensilità’ ma essendo costretti ad adeguarsi alla nuova normativa" abbiano "concertato un ‘cartello’ sfociato nella sopracitate comunicazioni di incremento tariffario – come da loro esplicitamente dichiarato – pari all’8,6% sulle dodici mensilità".
Facciamo un esempio: un utente con attiva un’offerta che costava 10 euro al mese prima dell’introduzione della fatturazione ogni 4 settimane pagava in un anno 120 euro; dopo la modifica si è trovato a pagare in un anno 130 euro (come 13 mensilità); col ritorno della fatturazione mensile non tornerà a pagare in un anno 120 euro ma 130 euro divisi in 12 rinnovi, quindi circa 10,83 euro al mese (poi sta all’operatore l’eventuale arrotondamento).
Dal punto di vista normativo gli operatori si sono adeguati nel fatturare al mese e non ogni 28 giorni ma di fatto è un comportamento scorretto che passerà trasparente in quanto alla maggior parte dei clienti non importerà, perchè magari non vuole perdere del tempo o comunque sa di non avere alternative. Infatti, andare a cambiare operatore approfittando del recesso senza penali serve a poco, avendo tutti gli operatori aumentato le tariffe.
"La reiterazione della condotta degli operatori si trova ad avvalorare la nostra ipotesi di intesa restrittiva della concorrenza e di alterazione del comportamento economico del consumatore" prosegue Tarantino nella sua lettera. "Risulta infatti evidente che l’intesa tra i sopracitati operatori telefonici sia stata concertata e attuata da più di due anni a questa parte, con un palese allineamento sui prezzi ai danni dei consumatori, i quali, prima ingannati per mezzo del sotterfugio della fatturazione a ventotto giorni, poi ulteriormente danneggiati a causa del perdurante incremento tariffario, si vedono a tutt’oggi costretti a una scelta limitata dell’offerta commerciale a causa della condotta dei principali operatori del mercato rilevante. ".
Altroconsumo ha quindi annunciato di aver denunciato Tim, Vodafone e Fastweb all’Antitrust: "il cartello c’era sin dall’inizio, la pratica commerciale scorretta era strumentale a portarlo a compimento" ha spiegato l’Organizzazione di consumatori nel suo blog, che chiede tre interventi alle Autorità di garanzia (l’Agcm): "considerata la doppia lesione, gli utenti devono essere risarciti immediatamente per quanto pagato in più, gli aumenti devono essere bloccati e le aziende sanzionate in maniera esemplare".
Denuncia a parte, se volete sapere quali sono i piani dei singoli operatori circa il ritorno alla fatturazione mensile vi invitiamo a leggere QUESTA GUIDA.