L’app Immuni, lanciata nel 2020 per contenere e contrastare l’emergenza epidemiologica Covid-19 durante la fase di ripresa delle attività e degli spostamenti, viene dismessa il 31 dicembre 2022. Ad annunciarlo è stato il Ministero della Salute del governo italiano, che ha collaborato assieme con il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione allo sviluppo dell’app Immuni. L’app Immuni era nata per notificare gli utenti del potenziale rischio di essere stati contagiati da Covid-19 il prima possibile, anche quando asintomatici, cosi da potersi isolare per evitare di contagiare altri, minimizzando la diffusione del virus e velocizzando il ritorno ad una vita normale per la maggior parte della popolazione. Immuni non era stata sviluppata per fare diagnosi ma, informando tempestivamente, l’obiettivo era di consentire agli utenti di contattare il proprio medico per ridurre il rischio di complicanze.
Questa la comunicazione che si presenta nella homepage del sito web ufficiale dell’app Immuni (www.immuni.italia.it): "Il 31 dicembre 2022 l’app Immuni sarà eliminata dagli store. Non sarà più possibile scaricarla o aggiornarla. Non avviserà più in caso si sia stati esposti a un possibile contagio da COVID-19 né sarà possibile segnalare la propria positività per allertare altri utenti. Dalla stessa data verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato dal Ministero della salute.". Questa, invece, la comunicazione che si presenta nella homepage del portale del Ministero della Salute da cui si può scaricare Certificazione verde Covid-19:"Il 31 dicembre 2022 l’App Immuni viene dismessa. Se hai scaricato l’App prima della chiusura, manterrai le certificazioni che hai acquisito, ma non potrai aggiornare l’App, scaricare nuove certificazioni o visualizzare eventuali scadenze rispetto a quelle già acquisite. Tutti gli altri sistemi di acquisizione delle Certificazioni verdi COVID-19 rimarranno attivi."
Basandosi sulla tecnologia Bluetooth Low Energy, per non consumare troppa batteria del dispositivo che la eseguiva, l’app Immuni dal momento dell’installazione sul proprio smartphone creava un registro dei contatti con cui si entrava in contatto archiviando tre informazioni per ciascuno: il dispositivo con il quale si entrava in contatto, a che distanza e per quanto tempo. Al riscontro della positività al Covid-19 di un soggetto con cui si era entrati in contatto a seguito di un test, si riceveva una notifica che informava, appunto, di essere stati esposti ad un potenziale contagio. Per privacy, gli identificativi gestiti dall’app Immuni erano anonimi: le notificihe informavano che qualcuno con cui l’utente era entrato in contatto, a seguito di un test, era risultato positivo al nuovo coronavirus, con informazioni su come comportarsi di conseguenza. L’app non utilizzava dati di geolocalizzazione, compresi quelli del GPS, e non raccoglieva dati che potessero identificare l’utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. QUI nel dettaglio come funzionava l’app Immuni.
Perchè il sistema funzionasse, era necessario che quante più persone avessero l’app Immuni installata sul proprio smartphone, altrimenti lo scambio di dati, anonimi, non era possibile. Facciamo un esempio: in un tram contenente 20 persone solo 5 avevano l’app Immuni installata e funzionante sul proprio smartphone; dopo l’incontro, una di queste 5 persone ha scoperto la propria positività al Covid-19 a seguito di un test, quindi il suo medico autorizzato, attraverso l’identificativo anonimo del paziente, ha potuto inviare un input/messaggio di alert per informare gli altri 4 utenti con l’app (e, più in generale, tutte le persone con cui la persona risultata positiva era entrata in contatto nei giorni precedenti il test) di essere entrati in contatto con un positivo; le persone senza l’app, non hanno potuto ricevere alcuna notifica.
Nelle prime 24 ore di disponibilità sull’AppStore di Apple e sul Google Play Store (ancora non era disponibile per Huawei), l’app Immuni era risultata l’app più scaricata nella giornata, con mezzo milione di scaricamenti complessivi. Una partenza che aveva fatto ben sprare ad un ampio utilizzo da parte della popolazione di questa app, ma non è stato così. In meno di sei mesi già si era parlato di ‘flop’ dell’app, tanto è che Google si era attivata per promuovere l’app nel suo Play Store. Nei primi cinque mesi di disponibilità, l’app era stata scaricata ‘solo’ 7 milioni di volte mentre al 30 maggio 2022 oltre 21 milioni e 900 mila volte, stando alle statistiche ufficiali del Ministero della Salute riportate dal sito ufficiale dell’applicazione. Ma sappiamo che ogni download di un’app non è detto che equivalga ad una persona che effettivamente utilizzi l’app scaricata: un utente, per esempio, potrebbe averla scaricata e usata una o due giorni prima di disinstallarla, e poi averla scaricata una seconda volta dopo quattro mesi per riprovarla.
Nell’autunno del 2020, l’app Immuni italiana è diventata interoperabile con le applicazioni analoghe usate in altri Paesi europei. Da giugno 2021, l’app è stata integrata, permettendo ai cittadini di acquisire la propria Certificazione verde Covid-19 (anche noto come ‘Green Pass), il documento digitale introdotto a livello europeo per facilitare spostamenti in sicurezza all’interno dell’Unione Europea durante la pandemia. La Certificazione rappresenta una prova che l’utente è stato vaccinato contro il Covid-19 negli ultimi mesi, è risultato negativo a tampone o è guarito da Covid-19 negli ultimi mesi. La Certificazione, rilasciata dal Ministero della salute secondo gli standard europei, contiene un codice a barre bidimensionale (QR) e un sigillo elettronico per verificarne, attraverso una apposita app di verifica, la validità e autenticità.
Cosa succederà dopo la dismissione dell’app Immuni il 31 dicembre 2022? Se si ha scaricato l’app Immuni prima della chiusura, dopo il 31 dicembre 2022 l’app non avviserà più in caso si sia stati esposti a un possibile contagio da Covid-19 né sarà possibile segnalare la propria positività per allertare altri utenti. Dalla stessa data verranno mantenute le proprie Certificazioni verdi Covid-19 (‘Green Pass’) acquisite sul dispositivo mobile, ma non si potrà più aggiornare l’app, scaricare nuove Certificazioni o visualizzare eventuali scadenze rispetto a quelle già acquisite. Se si cambierà dispositivo, non si potrà più accedere all’app, in quanto verrà rimossa quanto dagli store di Apple, Android e Huawei. Dalla stessa data verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato dal Ministero della salute.
Con la dismissione dell’app Immuni, tutti gli altri sistemi di acquisizione delle Certificazioni verdi Covid-19 rimangono attivi. Oggi, è possibile acquisire la Certificazione in diversi modi: in via digitale o tramite canali fisici. Quando la Certificazione è disponibile, viene comunicata tramite email o SMS con un codice per scaricarla ai contatti indicati in fase di vaccinazione, test o guarigione. I canali digitali che rimangono attivi sono: l’applicazione IO, il sito web ufficiale www.dgc.gov.it, il Fascicolo sanitario elettronico. In caso di difficoltà ad accedere alla Certificazione con strumenti digitali, è possibile rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta, al farmacista, ai laboratori pubblici e privati accreditati, ai professionisti sanitari e agli operatori di interesse sanitario, che possono recuperarla grazie al Sistema Tessera Sanitaria (va fornito loro il codice fiscale e i dati della Tessera Sanitaria). QUI maggiori informazioni su come scaricare la propria Certificazione verde Covid-19.
Per maggiori informazioni vi lasciamo al sito web ufficiale dell’app Immuni: www.immuni.italia.it
E’ importante ricordare che la pandemia non è finita, il nuovo coronavirus sta circolando ancora, e anche molto, quindi al di là dell’app Immuni è bene continuare a fare attenzione.
Il funzionamento dell’app Immuni