Sony ha lanciato in Italia da qualche settimana i suoi auricolari LinkBuds S completamente wireless, il secondo modello di tws che il brand lancia con integrato il supporto per il codec audio LDAC (dopo Sony WF-1000XM4) certificato di "Hi-Res Audio Wireless". Tra le altre caratteristiche dei LinkBuds S, ci sono le tecnologie di eliminazione del rumore e per ascoltare i suoni ambientali senza dover togliere un auricolare quando indossati, oltre alla funzione chiamata "Adaptive Sound Control" capace di regolare le impostazioni dei suoni ambientali in base al luogo per ottimizzare l’esperienza d’ascolto. Sony propone questi auricolari dal design compatto nelle tre varianti di colore Nero, Cappuccino e Bianco: noi abbiamo avuto modo di provare quest’ultima con uno smartphone e un tablet Android, oltre che con l’Apple TV 4k di ultima generazione (con tvOS 15.5) e con un PC Windows 11: ecco un riepilogo della nostra esperienza di utilizzo.
Unboxing
Il contenuto della confezione di vendita di Sony LinkBuds S propone, oltre alla compattissima custodia di ricarica con all’interno ospitati i due auricolari, un cavo USB-C per la ricarica della custodia, copriauricolari nelle tre misure SuperSmall, Small e Large (aggiuntive rispetto alla misura Medium già inserita negli auricolari) per migliorare l’aderenza di ciascun auricolare quando indossato, la guida rapida all’utilizzo, la scheda di garanzia del prodotto e un flyer con stampato un qr code tramite il quale si possono ricevere fino a 4 mesi gratuiti di abbonamento ad un servizio di streaming musicale a scelta tra quelli che offrono audio 360 Reality Rudio (360RA) e partner di Sony in Italia (come Amazon Music). Al’interno è tutto molto ordinato, il che non sorprende essendo Sony sempre attenta ai dettagli, con ciascun elemento posto all’interno di piccoli cassetti.
Come tutta la serie LinkBuds, anche questi LinkBuds S sono contenuti in un imballaggio privo di plastica (ad esclusione di materiali adesivi e di rivestimento) e sono realizzati con materiali riciclati da componenti automobilistici, a conferma dell’impegno di Sony a ridurre l’impatto ambientale dei suoi prodotti.
Design
Non ci sono cuffie completamente wireless senza la propria custodia di ricarica, e queste LinkBuds S non sono da meno: sono fornite con custodia di ricarica dal design ovale schiacciato, coordinata nel colore degli auricolari (quindi custodia bianca con gli auricolari bianchi, e così via). La custodia è compatta – ha dimensioni 42,8x60x27,6mm e pesa circa 35 grammi – quindi si può tenere tranquillamente in una mano o comunque è facile da trasportare in una tasca. Il coperchio si chiude magneticamente, e quando è aperto bisogna fare attenzione a muovere la custodia perchè la forza magnetica è davvero potente: si chiude in un attimo. Sul retro della custodia si trovano la porta USB-C per la ricarica e il pulsante che, a seconda di quanto lo si tiene premuto, serve per accoppiare gli auricolari a nuovi dispositivi bluetooth o a resettarli riportandoli allo stato di fabbrica. Nella parte frontale si trova un LED che si colore di rosso, verde o blu che mostra lo stato degli auricolari (collegati ad un dispositivo / in reset / disponibili per l’accoppiamento / in ricarica / ecc.). Nella parte superiore degli auricolari è stampato il logo ‘Sony’.
Una volta aperta la custodia di ricarica si rivelano i due auricolari, ospitati ciascuno nel rispettivo alloggio, anche questi in maniera ben salda perchè magneticamente agganciati all’interno della custodia di ricarica per far combaciare perfettamente i pin per la ricarica della batteria. Il design degli auricolari è molto compatto, e non bisogna lasciarsi ingannare dal nome della famiglia di cui fanno parte: la linea LinkBuds ha debuttato all’inizio di quest’anno con il modello ‘LinkBuds‘ contraddistinto da un design ad anello aperto che vede scoperta l’area del diaframma per offrire trasparenza sonora e permettere una chiara percezione dei suoni esterni. Anche se i LinkBuds S fanno parte della gamma LinkBuds, non sono dotati dello stesso design ad anello aperto. Hanno comunque un design particolare, che Sony ha detto di essere il risultato di un progetto di ricerca sulla morfologia dell’orecchio iniziato nel 1982 (l’anno del lancio dei primi auricolari) e di uno studio della sensibilità di ascolto individuale, per assicurare un design comodo per la maggior parte delle persone che li indossano. Ciascun auricolare pesa solo 4,8 grammi: quasi ci si dimentica di indossarli. Sono auricolari leggeri, e sorprendentemente hanno una ottima tenuta all’interno del padiglione auricolare: avevamo dubbi circa la tenuta durante gli allenamenti sportivi considerata la mancanza di ‘alette’, ma evidentemente il design come è stato studiato è efficace: anche saltando, scuotendo la testa o correndo gli auricolari non si muovono, restano fermi anche in presenza di sudore. A tal proposito è giusto notare che sono "impermeabili" (Sony dichiara una resistenza all’acqua, agli spruzzi e al sudore) con grado di certificazione ‘IPX4‘. Per una tenuta migliore è importante trovare la giusta taglia delle teste in silicone che coprono ciascun auricolare (e come vedremo trovare la taglia giusta è cosa molto semplice). Anche il come si inseriscono gli auricolari nelle orecchie è importante ai fini della stabilità degli stessi durante i movimenti: si inserisce l’auricolare delicatamente, poi quando è dentro va ruotato leggermente verso il basso fino a sentirlo stabile. Gli auricolari escono dalla scatola con pre-applicati i copri-auricolari nel formato Medium, ma nella confezione di vendita si possono trovare altre tre taglie: SuperSmall (SS), Small (S) e Large (L). E’ possibile effettuare varie prove per vedere quale taglia garantisce la migliore aderenza nel proprio orecchio, e in aiuto c’è lo strumento chiamato "determina le punte auricolari ottimali" nell’applicazione ‘Sony Headphones’ (che consigliamo di installare sul proprio smartphone per poter gestire le impostazioni degli auricolari) tramite il quale è possibile misurare la tenuta d’aria delle punte auricolari indossate e determinare se le cuffie sono indossate correttamente nelle orecchie. Secondo Sony, "l’uso di punte auricolari adatte alle proprie orecchie consente all’utente di godersi gli effetti elevati di cancellazione del rumore, così come l’alta qualità audio delle cuffie". Al termine della misurazione, lo strumento dice se entrambi gli auricolari sono inseriti correttamente nelle orecchie oppure se entrambi o anche solo uno dei due non lo è; in quest’ultimo caso è possibile sostituire le punte auricolari con altre fornite in dotazione e rieffettuare il test.
Ciascun auricolare ha la parte esterna touch-sensible, quindi è possibile toccare questa parte per attivare l’azione corrispondente, come attivare "Quick Attention" e far ripartire la riproduzione: è possibile personalizzare le azioni delle gesture tramite l’app ‘Sony Headphones’.
Sony LinkBuds S – unboxing
Configurazione iniziale
Gli auricolari Sony LinkBuds S sono auricolari bluetooth, dunque di base possono essere utilizzati praticamente con tutti i dispositivi bluetooth che trasmettono audio, dunque la connessione è semplice: sul dispositivo (pc, smartphone, tablet, televisore, Apple TV o altro) si avvia la ricerca di nuovi dispositivi bluetooth da connettere, e al contempo sulla custodia dei LinkBuds S va tenuto premuto il pulsantino sul lato posteriore fino a quando la luce led frontale inizia a lampeggiare di blu (questo è il colore per lo stato ‘pronti per l’associazione’); solo per il primo collegamento ad un dispositivo basta aprire la custodia degli auricolari, senza dover premere il pulsantino. Inoltre, per solo la prima associazione, se vicino alla custodia si trova un dispositivo Android compatibile, aprendola può comparire automaticamente sullo schermo del device la richiesta di associazione, che permette di bypassare la configurazione tramite il menu bluetooth del dispositivo stesso. Alla prima associazione fatta, gli auricolari sono di per se già utilizzabili. Tuttavia, il consiglio è di associarli almeno ad uno smartphone per poterne personalizzare le impostazioni attraverso la app ufficiale "Sony | Headphones". Tramite questa è possibile controllare gestire l’equalizzatore, la qualità dell’audio, creare un profilo di ascolto per l’audio 360, cambiare le azioni dei comandi touch, gestire l’assistenza vocale e altro ancora, ma sopprattutto nella nostra prova è stata indispensabile per poter abilitare il codec audio LDAC: solo dopo aver impostato ‘priorità sulla qualità audio’ nell’app è comparsa nelle impostazioni bluetooth di sistema, nella scheda delle LinkBuds S, lo switch ‘LDAC’ per poter abilitare questo codec audio. Ed essendo questa forse la caratteristica più interessante di queste cuffie, non se ne può fare a meno. E’ sufficiente installare questa app solo su un dispositivo per la configurazione, con i settaggi che restano salvati anche per il collegamento ad altri – ad esempio, abbiamo collegato LinkBuds S ad un tablet Android e nella scheda degli auricolari nelle impostazioni del bluetooth lo switch per abilitare/disabilitare LDAC era già presente, senza aver dovuto installare l’app sul tablet (l’impostazione ‘priorità sulla qualità audio’ era già stata settata nell’app sullo smartphone).
Vale la pena notare che questi LinkBuds S supportano la funzione ‘Fast Pair’ di Google, quando associate ad un dispositivo Android compatibile e al proprio account Google: può tornare utile per ritrovare le cuffie grazie all’emissione di un suono o verificando l’ultima posizione registrata in ‘Trova il mio dispositivo’ di Google dallo smartphone. Inoltre, queste cuffie sono compatibili con ‘Swift Pair’ di Microsoft, che consente di associare in modo semplice e veloce gli auricolari a un laptop, un PC desktop o un tablet Windows 11 o Windows 10: quando è selezionata la modalità di associazione, sui dispositivi Windows 11/10 nelle vicinanze viene visualizzata una guida a comparsa per effettuare il collegamento. Sony ha poi collaborato con Microsoft per integrare in queste sue cuffie il supporto per l’app Microsoft Soundscape, mentre altri servizi supportati sono Spotify Tap (per riprendere la riproduzione da Spotify da dove interrotta in precedenza) e Endel (che crea spazi sonori in base a frequenza cardiaca, movimento, orario, meteo e ritmo circadiano per aiutare a concentrarsi, rilassarsi e riposare) con avvio diretto dopo aver indossato le cuffie e toccato l’auricolare a cui è stato associato il comando di avvio del servizio configurato tramite l’app ‘Sony | Headphones’.
L’app è importante anche per scaricare e installare gli aggiornamenti del firmware degli auricolari: alla nostra prima configurazione un aggiornamento era già disponibile; ha richiesto quasi un’ora di tempo tra download e trasferimento agli auricolari, ma avviene tutto in automatico (se si mantiene attiva l’impostazione ‘aggiornamenti automatici’ nell’app) e nel frattempo è possibile continuare ad utilizzare gli auricolari.
Audio, funzioni e qualità
Le cuffie LinkBuds S montano driver da 5mm con diaframma ad alta elasticità e magneti al neodimio ad alta potenza, oltre al processore Sony V1 che si occupa di migliorare l’eliminazione del rumore, di ottimizzare la qualità audio e di ridurre la distorsione del suono. La dimensione ridotta del driver, rispetto ad altri prodotti della stessa categoria, non deve ingannare: un driver potrebbe anche essere più grande ma scadente, perchè non contano ‘le dimensioni’. Se consideriamo le dimensioni ed il costo di questo prodotto, il driver da 5mm di questi LinkBuds S fa un ottimo lavoro, riuscendo a riprodurre un suono corposo, con bassi potenti e voci chiare in un campo sonoro che, magari, non è molto vasto ma è comunque ampio e in grado di accogliere molte sfumature di suoni. Questo perlomeno sfruttando il codec audio LDAC, proprietario di Sony e ormai disponibile su tutti i dispositivi Android, e ascoltando file in qualità lossless (CD) e Hi-Res. Abilitare la cancellazione del rumore ha contribuito anche, in alcuni casi, a migliorare la corposità del suono.
Attenzione:nella nostra prova (con Samsung Galaxy S10e), per rendere visibile nella scheda delle cuffie nella sezione Bluetooth dello smartphone l’opzione ‘LDAC’ è stato necessario impostare prima la modalità “Priorità alla qualità audio” nell’app Sony | Headphones, anzichè "Proirità alla stabilità della connessione": quest’ultima è selezionata per impostazione predefinita e, quanto attivata, consente l’utilizzo solo dei codec SBC e AAC.
La versione bluetooth supportata da LinkBuds S è la v5.2 a banda di frequenza 2,4 GHz (2,4000 GHz – 2,4835 GHz), con profili A2DP, AVRCP, HFP, HSP. Oggi sul mercato tws in grado di riprodurre suono in alta risoluzione senza compressione del segnale non esistono; LDAC di Sony è però forse il codec audio migliore, avendo la capacità di trasmettere ad una velocità massima di 990 Kbps (per una qualità "prossima all’alta risoluzione"). Ma attenzione: questa è la velocità massima supportata dal codec, nella realtà dei fatti il dispositivo che trasmette l’audio potrebbe limitare la velocità ad una soglia inferiore (330kbps, 660kbps, 990kbps sono i profili principali). Abbiamo provato ad attivare le ‘Opzioni Sviluppatore’ sul dispositivo Android utilizzato per provare a forzare manualmente il profilo più alto, ma senza successo: presumiamo dunque che il dispositivo in ogni caso automaticamente scelga il profilo migliore adattando il bitrate di conseguenza tenendo conto di fattori quali la distanza dalle cuffie, interferenze di segnali vicini e altro ancora. Ci potrebbero anche essere dispositivi che limitano in ogni caso la velocità massima a 660kbps, non arrivando mai a 990kbps, forse per limitazioni hardware, ma comunque sia 660kbps è un bitrate superiore alla media. Nei nostri ascolti non c’è stato modo di scoprire il bitrate in uso, ma tenendo il telefono piuttosto vicino (entro 1 metro) dalle cuffie la qualità era alta, con un audio chiaro e ricco di dettagli. Questo ascoltando musica in alta risoluzione, sia da Apple Music che da Amazon Music, in entrambi i casi con impostata la massima qualità lossless/HD/Hi-Res nelle impostazioni in-app. Vale la pena ricordare che, comunque, il codec LDAC arriva ad un output massimo di 20Hz-40.000Hz come risposta in frequenza con campionamento a 96kHz (990 kbps). Se LDAC non è supportato dal proprio dispositivo, i LinkBuds S offrono il supporto per i codec audio ‘sd’ SBC e AAC con risposta in frequenza 20Hz-20.000Hz in campionamento a 44,1 kHz. Nella nostra prova, disabilitando LDAC si è attivato il codec AAC, il codec lossy di Apple, che è buono ma con trasmissione limitata ad un bitrate di massimo 256kbps circa: la differenza tra AAC e LDAC si nota, eccome, ascoltando musica in alta risoluzione. In una sola occasione durante la prova del prodotto, con un dispositivo in particolare (Samsung Galaxy Tab A7), si è verificata la disconnessione dell’auricolare destro, ma le cause potrebbero essere state il continuo cambio da un’app all’altra o chissà; è comunque bastato riporre gli auricolari nella custodia, chiuderla e rimetterli per tornare a riascoltare senza problemi.
Anche se la connettività wireless ancora non è paragonabile all’esperienza di ascolto via cavo, LDAC è comunque un codec audio molto buono da cui partire per fare a meno dei fastidiosi cavi cavo senza dover rinunciare troppo alla perdita di qualità del suono. E LDAC su queste cuffie da 200 euro, con un piccolo driver da 5mm, fa un ottimo lavoro. Vi invitiamo ad approfondire LDAC in questo nostro articolo, mentre un confronto tra codec audio bluetooth QUI.
Un suggerimento: quando si ascolta musica non in alta risoluzione ma in bassa qualità e compressa, ad esempio da Spotify, per provare a migliorare la qualità è possibile attivare tramite l’app ‘Sony | Headphones’ l’opzione "DSEE Extreme", che attiva la tecnologia progettata da Sony capace di eseguire l’upgrade dei file musicali digitali in tempo reale e migliorare i file compressi.
LinkBuds S offrono tre modalità di ascolto: una con annullamento del rumore per quando non si vogliono troppe distrazioni (ad esempio per studiare), una per ascoltare senza noise cancelling o altre tecnologie, e una ‘Suono Ambientale’ per ascoltare l’ambiente naturale quasi come non indossando gli auricolari e si desidera interagire con l’ambiente circostante (utile, ad esempio, quando si viene fermati da una persona che vuole chiede una informazione). I LinkBuds S possono anche passare automaticamente da una modalità all’altra a seconda di dove ci si trova trovi e quello che si sta facendo: questo grazie alla funzionalità intellitente chiamata "Adaptive Sound Control", che abilita la modalità di ascolto preselezionata in base al luogo riconosciuto, in automatico. Questa funzione si può abilitare concedendo all’app ‘Sony | Headphones’ l’accesso alla posizione. Funziona così: quando l’app rileva che ci si trova in un ambiente affollato oppure si sta camminando per strada, attiva la modalità di ascolto scelta nelle impostazioni (tra eliminazione del rumore e suono ambientale) per l’ambiente specifico rilevato. Ad esempio, è possibile avere il profilo ‘suono ambientale’ con un certo livello di filtraggio del suono quando si è in un ambiente affollato, oppure con un altro livello di filtraggio del suono in un ambiente isolato. E’ possibile vedere gli screenshots dall’app qui sotto per farsi un’idea più chiara di come funziona l’Adaptive Sound Control.
Altra funzionalità è "Dettatura vocale testo" ("Speak-to-Chat"), basata sulla tecnologia di precisione Voice Pickup, che interrompe la riproduzione musicale automaticamente quando rileva una conversazione, senza bisogno di gesti sugli auricolari; tramite l’app è possibile regolare il livello di sensibilità del riconoscimento e anche la quantità di tempo che deve trascorrere dopo la fine della conversazione perchè gli auricolari possano riprendere la riproduzione musicale. Nell’app è disponibile anche un equalizzatore, per personalizzare l’ascolto enfatizzando elementi quali voci o bassi a seconda dei propri gusti.
Tramite l’app ‘Sony | Headphones’ è anche possibile gestire le impostazioni per l’ascolto di brani in 360 Realuty Audio, formato audio lanciato da Sony nel 2019. E’ basato sulla tecnologia audio spaziale “object-based” che massimizza il campo sonoro spaziale creando numerosi altoparlanti virtuali. E’ concepito per consentire ad artisti e autori di produrre contenuti musicali mappando le varie fonti sonore, quali voci, coro e strumenti, con le informazioni sulla posizione e collocandole all’interno di uno spazio sferico. L’idea è che gli ascoltatori possano, quindi, sentire, attraverso i dispositivi supportati, suoni individuali come voce, pianoforte, chitarra, basso, e anche i suoni del pubblico dal vivo come "oggetti" indipendenti posizionati dall’altoparlante in uno spazio a 360 gradi. Il risultato promesso da Sony è un’esperienza di ascolto immersiva. Personalmente, più provo ad ascoltare brani in Dolby Atmos o in 360RA più mi convinco che si tratta di trovate commerciali, preferendo l’ascolto di musica nel tradizionale formato stereo in alta risoluzione. Questo almeno quando si tratta di cuffie tws, altra esperienza è invece l’ascolto del Dolby Atmos attraverso un impianto domestico. Avendo provato più modelli di cuffie tws, i formati Dolby Atmos e 360RA non sono mai coerenti: raramente si trovano tracce audio ben fatte, che offrono una esperienza di ascolto davvero immersiva, e nella maggior parte dei casi i livelli audio da un brano all’altro cambiano, il suono è di scarsa qualità e comunque non ai livelli di una traccia in alta risoluzione. Questo avendo provato sia Amazon Music, che offre tracce sia Dolby Atmos che 360RA, sia Apple Music, che offre tracce Dolby Atmos. Attenzione, i LinkBuds S non hanno colpa, lo stesso vale con altre cuffie utilizzate; il problema potrebbe dunque essere dei dispositivi utilizzati per l’ascolto o bug delle app, non lo so, ma in ogni caso la percezione di questi formati è soggettiva: qualcuno potrebbe amare questi formati, personalmente invece continuo a preferire l’audio stereo in alta risoluzione. Per gli amanti del formato 360RA, comunque, tramite l’app ‘Sony | Headphones’ è possibile creare un profilo di ascolto personalizzato in base alla forma delle proprie orecchie (qui una guida su come fare), cosa che secondo Sony dovrebbe migliorare l’immersività nel campo sonoro.
Per quanto concerne la tecnologia di annullamento del rumore di LinkBuds S, concepita per ridurre i rumori esterni (come il vento, grazie alla particolare struttura del microfono in tessuto traforato integrato), funziona bene ma non riduce i rumori proprio del tutto: li attenua il giusto per migliorare la qualità del suono della musica o per isolare in maniera più che sufficiente dai rumori circostanti per restare concentrati, ad esempio, nello studio. Se non si sta ascoltando nulla, qualche rumore di sottofondo lo si potrebbe percepire (dipende da quanto rumore c’è nell’ambiente). A chi piace ascoltare ‘al naturale’ senza l’uso di tecnologie poco importa, ma abbiamo provato ad attivare su questi LinkBuds S l’annullamento del rumore durante l’ascolto di musica, e il suono è risultato più corposo. Questo è buono, significa che la tecnologia, quando attiva, non va a scapito della qualità del suono.
Altra caratteristica di LinkBuds S è il supporto per le funzioni dell’Assistente Google con le cuffie, inclusa la rilevazione della frase di attivazione “Ok Google”, quando accoppiate ad un dispositivo Android compatibile. Inoltre, supportano anche Alexa, l’assistente vocale di Amazon, previa installazione dell’app Alexa e configurazione nell’app ‘Sony | Headphones’.
Per quanto concerne la qualità audio in chiamata, nei nostri test l’interlocutore dall’altra parte è riuscito a comprendere bene le parole. Per garantire conversazioni chiare, Sony ha detto di avere integrato in LinkBuds S la tecnologia Precise Voice Pickup, che controlla i microfoni esterni e interni agli auricolari, e l’elaborazione avanzata del segnale audio. L’algoritmo di riduzione del rumore è stato sviluppato da Sony con apprendimento automatico basato su IA e con oltre 500 milioni di campioni vocali per riuscire ad eliminare il rumore di fondo estraendo la voce.
Da segnalare, infine, che Sony ha promesso la compatibilità di LinkBuds S (dopo un aggiornamento firmware previsto disponibile nel corso del 2022) anche con LE Audio, un segnale Bluetooth di prossima generazione con una latenza molto bassa, ideale per il gaming, disponibile per alcuni smartphone compatibili.
Autonomia e ricarica
Per quanto concerne l’autonomia, è bene ricordare che la durata della batteria delle cuffie Sony LinkBuds S – ma in generale di tutte le cuffie tws – dipende dalle impostazioni del dispositivo, dalle condizioni ambientali (per la presenza di eventuali interferenze), dal codec in uso, dalla distanza tra gli auricolari e il dispositivo collegato e da molti altri fattori. Il codec audio LDAC è ottimo per ascoltare ‘bene’ ma va tenuto conto anche che sembra ‘consumi’ più energia – un sacrificio, comunque, che vale la pena fare a favore della qualità del suono. Sony con LinkBuds S promette 3,5 ore in comunicazione continua, fino a 6 ore di riproduzione continua (con cancellazione del rumore) e fino a 9 ore di riproduzione continua (senza cancellazione del rumore). Bastano 5 minuti di ricarica rapida per ottenere fino a 60 minuti di riproduzione, mentre la ricarica completa degli auricolari impiega circa 2 ore di tempo. La custodia di ricarica, che si ricarica tramite porta USB-C, consente di ottenere un extra di 14 ore di autonomia, per un totale di fino a 20 ore di autonomia (auricolari + custodia). Sulla carta sono stime molto buone, e comunque nella realtà i casi l’ascolto prolungato fino a 6/9 ore continue è raro; l’autonomia è quindi molto buona e, se non ci si dimentica di ricaricare la custodia, difficilmente si rimane con la batteria degli auricolari a secco – nel nostro test, dopo un’ora di riproduzione continua con LDAC, con un misto di eliminazione del rumore si/no per sentire la differenze, abbiamo registrato un’autonomia residua degli auricolari del 85%.
Conclusioni finali
In generale, siamo stati molto, molto soddisfatti della qualità delle cuffie Sony LinkBuds S, soprattutto considerato il prezzo: quello commerciale è 200 euro, ma su Amazon si trovano già a 150 euro. L’importante è assicurarsi che il dispositivo con cui si vuole ascoltare musica sia compatibile con il codec LDAC e, preferibilmente, che la musica alla fonte sia almeno lossless. Queste cuffie fanno comunque un buon lavoro anche tramite codec AAC. Per il resto, l’ascolto è pur sempre soggettivo e influenzato da diversi fattori (dispositivo collegato, interferenze e altro ancora). Per chi sta cercando cuffie tws capaci di isolare completamente eliminando tutti i rumori dell’ambiente circostante, per un utilizzo magari in ambienti sempre molto affollati, forse queste cuffie non solo la soluzione giusta. Una alternativa da prendere in considerazione, per restare in ‘casa’ Sony, potrebbero essere le cuffie Sony 1000XM4, che sulla carta sono presentate da Sony come di fascia leggermente più alta, potendo contare su più tecnologie e strumenti per l’eliminazione del rumore.
Nota: quanto riportato nella recensione fa riferimento alle cuffie Sony LinkBuds S che abbiamo avuto modo di testare a Luglio 2022; eventuali aggiornamenti software futuri potrebbero migliorare/peggiorare la qualità dell’audio e aggiungere/rimuovere funzionalità.
Sony LinkBuds S – Tutorial
Sony LinkBuds S – come determinare le punte auricolari piu’ adatte
Sony LinkBuds S – modificare le azioni dei controlli touch
Sony LinkBuds S – supporto codec LDAC (menu Impostazioni bluetooth e nelle opzioni sviluppatore)
Sony LinkBuds S – funzione Dettatura Vocale Testo
Sony LinkBuds S – funzione Controllo Suono Adattivo
Sony LinkBuds S – impostare qualità connessione Bluetooth
Sony LinkBuds S – configurazione servizi aggiuntivi ‘Spotify Tap’ e ‘Endel’
Sony LinkBuds S – impostazioni audio 360RA
Sony LinkBuds S – Equalizzatore, Assistente Vocale e Suono Ambientale