TIM e IBM hanno siglato un accordo per lavorare assieme allo sviluppo di nuove soluzioni basate su sistemi di intelligenza artificiale al fine di creare nuovi servizi nell’ambito del caring e dell’assistenza tecnica dell’operatore attraverso la piattaforma di IBM.
La collaborazione tra TIM e IBM potrebbe, un giorno, portare TIM ad avere call center automatici, dove a rispondere alle domande dei clienti ci saranno dei computer? Puo’ darsi, ma speriamo il piu’ tardi possibile perchè significherebbe dare meno lavoro alle persone.
Ad ogni modo, la partnership permetterà di spingere la conoscenza e la diffusione del cognitive computing, quell’insieme di tecnologie che sulla base di probabilità utilizzano l’elaborazione del linguaggio naturale e “pensano” su ipotesi e opzioni in risposta a domande complesse basandosi sull’apprendimento continuo. Con il cognitive computing, la potenza di calcolo incontra la capacità umana, con un computer che può parlare, vedere, ragionare e imparare come una persona umana. In breve, con questi sistemi IBM così come altre società vorrebbero accelerare e ampliare la disponibilità di servizi digitali in ogni ambito migliorando così i processi decisionali umani.
TIM e IBM lavoreranno al progetto presso il “TIM Foundry”, dove si identificano e sperimentano le soluzioni innovative nel settore della digital life in collaborazione con partner selezionati.
In base ai termini dell’accordo come comunicato da TIM, l’operatore si impegna a definire, sperimentare, testare e valutare i servizi sulle piattaforme di IBM che metterà a disposizione la propria esperienza nella progettazione e integrazione delle soluzioni cognitive computing.
L’accordo con IBM "conferma il nostro impegno nella creazione di nuovi concept di servizio basati sulle tecnologie più avanzate e realizzati in collaborazione con partner leader di settore" ha commentato Mario Di Mauro, Responsabile Strategy & Innovation di TIM.
L’intesa con TIM dimostra "la leadership di IBM nel settore del cognitive computing e apre le porte allo sviluppo di ulteriori casi d’uso destinati a incrementare il valore del binomio uomo-macchina, con ricadute positive nella vita di tutti i giorni" ha commentato Maurizio Brun, Vice President Enterprise Italia di IBM.
Attraverso le scoperte nell’ambito del cognitive computing, IBM nel 2015 ha presentato Watson, un computer in grado di rispondere a domande espresse in una lingua naturale.