Spesso quando facciamo riferimento alla quantità di memoria dichiarata dal produttore all’interno di uno smartphone o di un tablet precisiamo che in realtà lo spazio che disponibile per l’utente per immagazzinare i propri file e dati è inferiore; questo avviene perchè la memoria integrata del dispositivo (appunto la memoria ‘ROM’) indicata dal produttore non è quella poi realmente disponibile all’utente. Ad esempio, un telefono che ha 16GB di memoria interna, in realtà ne ha meno, perchè alcuni GB vengono riservati ai file di sistema, senza i quali il telefono non potrebbe funzionare. Alla fine, quindi, per il salvataggio di file come musica e video, la memoria a disposizione all’utente è inferiore. Circa un terzo della memoria libera dichiarata su tablet e smartphone viene occupata da sistema operativo e app preinstallate.
Altroconsumo ritiene ingiusto che i produttori facciano credere agli utenti che i loro gadget abbiano una quantità di memoria che in realtà non è a loro accessibile. Nel 2014 l’Antitrust ha sanzionato Samsung con una multa di un milione di euro per aver alterato i dati relativi alla memoria dei propri dispositivi mobili: di fatto un nuovo telefono con dichiarati 16GB di spazio, al primo avvio l’utente ne trovava circa un terzo occupato.
E’ possibile richiedere un rimborso attraverso la class action aperta da Altroconsumo proprio per la falsa memoria dichiarata dal produttore perchè occupata da sistema operativo e app preinstallate nel proprio device. Il valore del rimborso varia da modello a modello e l’Associazione ha calcolato che l’importo può arrivare fino a 304 euro.
Possono aderire alla class action tutti coloro che abbiano acquistato un prodotto (smartphone e tablet) Samsung o Apple e abbiano conservato la scatola e il relativo scontrino.
Il problema non è solo per i dispositivi Samsung, ma anche Apple: anche in questo caso Altroconsumo ha rilevato una differenza tra memoria dichiarata e memoria effettiva che può arrivare fino al 40%. Meno memoria significa meno spazio per installare nuove app, per archiviare foto e video ma anche maggiore difficoltà (o, in molti casi, impossibilità) di aggiornamento del sistema operativo.
"Dichiarando tra le caratteristiche tecniche più spazio di quello che in realtà l’utente può utilizzare, Apple e Samsung hanno irrimediabilmente alterato le scelte dei consumatori, che hanno comprato di fatto prodotti che, in realtà, non avevano affatto le caratteristiche tecniche indicate in fase di acquisto" spiega Altroconsumo in una nota.
COME RICHIEDERE IL RIMBORSO: Hai anche tu uno smartphone o un tablet Apple e Samsung? Entra in questa pagina del sito Altroconsumo, seleziona il tuo modello e scopri quanto puoi chiedere di rimborso aderendo alla class action. E’ stato stimato un importo che può arrivare fino a 304 euro a seconda del modello.
Ad esempio, chi ha un Galaxy S6 da 32GB puo’ richiedere 168 euro di rimborso; un Galaxy S5 16GB puo’ richiedere un rimborso di 187 euro; chi ha un Galaxy A5 16GB puo’ chiedere 128 euro di rimborso.
Ecco una tabella del valore rimborsabile per i principali modelli:
Samsung:
– Express II: 153 euro;
– Galaxy A3 16GB: 96 euro;
– Galaxy A5 16GB: 128 euro;
– Galaxy Ace 2 (2.1GB): 142 euro;
– Galaxy Beam 8GB: 292 euro;
– Galaxy Grand 2 8GB: 107 euro;
– Galaxy mini 2 (2.7GB): 57 euro;
– Galaxy Note 10.1 2014 16GB: 297 euro;
– Galaxy Note 10.1 4G 16GB: 419 euro;
– Galaxy Note 3 32GB: 129 euro;
– Galaxy Note 4 32GB: 192 euro;
– Galaxy S4 16 GB: 303 euro;
– Galaxy S4 mini 8 GB: 146 euro;
– Galaxy S5 mini 16 GB: 125 euro;
– Galaxy Tab S 10.5 LTE 16 GB: 192 euro;
– Galaxy Tab3 10.1 16GB: 131 euro;
– Galaxy Young 2 4GB: 56 euro;
Apple:
– iPad 3 64GB: 49 euro;
– iPad Air 16GB: 96 euro;
– iPad Mini 16GB: 131 euro;
– iPad Mini 2 32GB: 55 euro;
– iPad Mini 3 64GB: 105 euro;
– iPhone 4s 8GB: 159 euro;
– iPhone 5 16GB: 118 euro;
– iPhone 5c 16GB: 51 euro;
– iPhone 5s 16GB: 59 euro;
– iPhone 6 16 GB: 223 euro;
– iPhone 6 Plus 16 GB: 293 euro;
Altri modelli disponibili sul sito di Altroconsumo.