Anche i Social Network Facebook e Google si sono attivati per aiutare dopo il tragico terremoto che sabato scorso ha colpito il Nepal.
Come parte del suo impegno nei soccorsi, Google ha detto che ha attivato la sua funzione "Person Finder" per il Nepal per aiutare le persone a trovare i propri cari in seguito al terremoto e "sta lavorando per ottenere aggiornate immagini satellitari per aiutare nello sforzo di recupero". Google dice che sta investendo 1 milione di dollari per aiutare in qualche modo in questa drammatica situazione.
"Google person finder", utilizzato per la prima volta dopo il sisma del 2010 a Haiti, consente a chiunque di cercare una persona scomparsa o aggiungere informazioni su qualcuno. Per chi non ha accesso a Internet, come nel caso di due terzi dei nepalesi, la ricerca può essere effettuata anche tramite SMS.
Google Person Finder è un progetto di Mountain View che aiuta le persone a connettersi con amici e parenti in seguito a catastrofi naturali e umanitarie. Su questo concetto di base, Google ha deciso di attivare "Person Finder: 2015 Nepal Earthquake" per condividere informazioni sulle persone presenti nell’area colpita del Nepal. Entrando sul sito, in evidenzia ci sono due link: "Sto cercando qualcuno" per inserire il nome di un amico o conoscente che non si riesce a rintracciare e "Ho informazioni su qualcuno" per inserire il nome e cognome di qualcuno in difficoltà e che si è perso. Al momento in cui scriviamo, sono stati registrate oltre 5.700 richieste di informazioni.
Allo stesso tempo, Facebook ha attivato Safety Check, lo strumento che si attiva in tempi di crisi come in questo caso il terremoto in Nepal. Chi si trova nella zona interessata, riceve una notifica in Facebook che chiede se ci si trova al sicuro. La posizione è determinata dalla città inserita nel proprio profilo, oppure dall’ultimo check-in, oppure dal luogo in cui si utilizza Internet. È quindi possibile dire "Sono al sicuro" rispondendo alla notifica e la News Feed genererà un aggiornamento per far sapere agli amici che si è al sicuro. Nel caso in cui si verifica un disastro nella zona e non è possibile accedere al Web, gli amici possono anche contrassegnare per qualcun’altro che ci si trova al sicuro.
Tra i morti causati dal terremoto in Nepal c’è anche l’ex ingegnere di Google, Dan Fredinburg, questo ucciso da una valanga sul Monte Everest innescata dal terremoto.
Oltre alle iniziative di Google e Facebook, segnaliamo che anche Amaozn, Apple e Viber si sono mobilitate per il Nepal.
Apple ha lanciato una raccolta fondi sul negozio digitale iTunes a favore della Croce Rossa americana, che sta raccogliendo denaro e beni di prima necessità per la popolazione colpita dal sisma. Con un solo click, gli utenti statunitensi hanno la possibilità di donare da 5 a 200 dollari. Apple, ricordiamo, aveva attivato una raccolta fondi su iTunes quando ci fu il terremoto ad Haiti nel 2010, nel Giappone nel 2011 e nelle Filippine nel 2013.
Amazon, tramite il banne apposito che si può notare sulla parte destra della homepage del negozio online, permette di effettuare una donazione ad una associazione che sta aiutando in Nepal. Su Amazon.it è possibile aiutare le vittime del terremoto in Nepal donando alla Croce Rossa Italiana.
Viber ha invece reso gratuite le chiamate internazionali dal Nepal e quelle dall’estero verso linee fisse e mobili nepalesi.
Sono oltre duemila i morti provocati dal terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito ieri il Nepal. I feriti sono quasi cinquemila. Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità, le vittime in Nepal sono 1.953, 53 in India, 17 in Tibet, due in Bangladesh. L’epicentro del sisma, il più forte nel Paese da 81 anni a questa parte, è stato localizzato a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, in un’area densamente abitata. L’ufficio dell’Onu sul posto calcola che i nepalesi colpiti siano circa sei milioni e 600 mila.
Nepal – terremoto 25 aprile 2015