Google dedicata il Doodle odierno ad Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta, meglio conosciuto semplicemente come Alessandro Volta e volto famoso per molti italiani per via della sua presenza nelle rimpiante banconote da 10.000 lire
Tra le sue più grandi invenzioni, troviamo la Pila elettrica, realizzata mediante l’utilizzo di dischi di rame e zinco, con un processo in molti casi valido ancora oggi.
Alessandro Volta, nato il 18 febbraio del 1745 a Como, divenne famoso principalmente per 3 grandi invenzioni e scoperte ovvero il primo generatore elettrico, basato sugli studi da lui eseguiti sulla tensione elettrica, della Pila di Volta e della scoperta del gas metano, definito da lui, come aria infiammabile.
La Pila di Volta, presentata nel 1801, fu la prima batteria in grado di immagazzinare e generare corrente elettrica costante, basta su una serie di dischi di rame e zinco.
Banconota da 10.000 lire con Alessandro Volta
Si trattava di una colonna formata da più dischi sovrapposti, costituiti da rame e zinco e intervallati da feltro o cartone imbevuto di acqua salata
La pila di Volta è costituita fondamentalmente da una colonna di più elementi simili sovrapposti, cosiddetti elementi voltaici, ciascuno dei quali consiste in un disco di zinco sovrapposto ad uno di rame, uniti attraverso uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto in acqua salata o acidulata. Al posto del rame è possibile usare anche l’argento; al posto dello zinco si può usare anche lo stagno.
Collegando gli estremi superiore ed inferiore della pila per mezzo di un conduttore elettrico si produce un circuito nel quale passa corrente continua.
Per avere un flusso di cariche elettriche occorre mantenere una differenza di potenziale tra i due poli: a questo scopo si usano i generatori di corrente elettrica. Il primo generatore di elettricità della storia è appunto la pila.
Lo studio del gas metano lo portò ad ideare una lampada a gas e la pistola elettroflogopneumatica, un cannone in grado di sparare proiettili utilizzando gas metano invece della polvere da sparo.
Come purtroppo spesso accadde in passato, i maggiori riconoscimenti arrivarono dall’estero, dalla Francia, a cura di Napoleone Bonaparte, uno dei suoi più grandi estimatori.
L’unico prestigio in terra italica fu quello di finire stampato sulle banconote da 10 mila lire.
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